Nel dedalo delle strade dei Quartieri Spagnoli, in via Emanuele de Deo, sorge uno dei luoghi più emblematici di Napoli: il murale dedicato a Diego Armando Maradona. Realizzato nel 1990 dall’artista locale Mauro Filardi, l’iconica opera di street art rappresenta un omaggio al campione argentino e un simbolo di appartenenza, vittoria e riscatto per la città. Voluto da un capo ultras per celebrare il secondo scudetto vinto dal Napoli, segna l’inizio di un legame indissolubile tra la squadra e il suo numero 10.
Il boom di visitatori: una piazzetta che diventa un santuario
Dopo la morte di Maradona nel 2020, l’angolo di strada sottostante al murale si è trasformato in un vero e proprio luogo di pellegrinaggio. La piazzetta, ormai un santuario a cielo aperto, è ricoperta di cimeli, sciarpe, lettere e candele lasciate dai tifosi e dai visitatori di tutto il mondo. Secondo le stime delle agenzie di viaggio locali, nel 2023 il murale è stato visitato da sei milioni di persone, un dato impressionante che lo posiziona tra le attrazioni più popolari d’Italia, preceduto solo dal Colosseo e seguito dagli Scavi di Pompei.
Un’affluenza che ha avuto un impatto significativo sull’economia del quartiere. Tra il 2021 e il 2023, le attività commerciali nel raggio di un chilometro quadrato sono cresciute del 6,5%, come riportano i dati di Unioncamere/Infocamere. Botteghe artigiane, bar e negozi dedicati al merchandising di Maradona fioriscono attorno a un simile “magnete culturale”, a testimonianza del potere trasformativo dell’arte e dello sport.
Una storia di restauri e memorie
Il murale originale del 1990 è stato sottoposto a due restauri nel corso degli anni, uno nel 2016 e uno nel 2017. Quest’ultimo intervento ha riportato in vita i colori e i dettagli del volto di Maradona, così che l’opera rimanesse intatta nonostante l’inesorabile scorrere del tempo. Oggi, il murale rappresenta un punto di riferimento non soltanto per i tifosi, ma anche per gli appassionati di street art, che lo vedono come un emblema di dialogo tra cultura popolare e identità urbana.
Maradona e Napoli: un amore eterno
Diego Armando Maradona, oltre a essere un importante calciatore, è stato un mito vivente per la città di Napoli. Arrivato nel 1984, l’argentino portò il Napoli a vincere due scudetti (1987 e 1990), una Coppa Italia, una Supercoppa Italiana e una Coppa UEFA. Ma il suo contributo andava oltre i numeri: incarnava il sogno di rivalsa di una città spesso poco compresa. Per i napoletani, Maradona era un eroe che sfidava il potere, il simbolo di una Napoli che finalmente si prendeva la sua rivincita.
Tra street art e spiritualità
Visitare il murale di Maradona oggi significa immergersi in un’esperienza che unisce il sacro al profano. È un’opera d’arte che si è evoluta in un luogo di culto, capace di attrarre turisti e tifosi a livello internazionale. Più che un semplice tributo a un campione, il murale è una testimonianza tangibile dell’impatto che un uomo può avere su una comunità, tanto da trasformare un quartiere in una meta di pellegrinaggio globale.
Napoli, con il vibrante quartiere e l’amore per Diego, continua a celebrare il suo “D10S” e a mantenere viva la leggenda di Maradona nei vicoli e nei cuori di chiunque si trovi a passare da queste parti.