Castello Bufalini, aperte per la prima volta le nuove sale

Il Castello Bufalini a San Giustino (PG) aprirà al pubblico, per la prima volta dopo il loro restauro, nuove e straordinarie sale: cosa sapere

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Redazione

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Pubblicato: 22 Settembre 2024 13:25

In occasione delle Giornate Europee del Patrimonio (GEP), Castello Bufalini a San Giustino (PG), uno dei rari esempi di dimora storica signorile giunto a noi pressoché integro, a pochi chilometri da Sansepolcro, sul confine che separa l’Umbria dalla Toscana, aprirà al pubblico, per la prima volta dopo il loro restauro, la Sala dei Fatti romani e l’Appartamento padronale con ambienti quali la Sala di Apollo, la Stufetta degli amori di Giove e la Sala dei Fiumi, affrescati da Cristofano Gherardi, detto il Bocino (1508-1556).

I nuovi orari

I nuovi ambienti del percorso espositivo saranno accessibili a partire dall’apertura straordinaria serale di sabato 28 settembre 2024, durante la quale si terranno delle visite guidate alle ore 20.30, 21.00, 21.30, 22.00 (prenotazione consigliata e accesso consentito fino al raggiungimento della capienza).

Per garantire una fruizione più ampia, dal 28 settembre entrano in vigore anche i nuovi orari d’ingresso al complesso monumentale: venerdì, sabato e domenica, dalle 9.00 alle 13.00 e dalle 15.00 alle 18.00.

Le visite si terranno a cadenza oraria; i gruppi saranno accompagnati lungo tutto il percorso interno del Castello.

I nuovi orari si applicano anche alle aree esterne, ovvero all’ampio giardino “all’italiana” con frutteto, galleria vegetale, fontane e un grande labirinto in bosso, che saranno illustrati da pannelli didattici recentemente installati grazie al contributo dei volontari dell’associazione Amici dei Musei Porta dell’Umbria.

Il suggestivo percorso di visita

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Fonte: @Marco Giugliarelli - Ufficio Stampa
Stupenda Sala del Castello Bufalini, San Giustino

Nel percorso di visita, è possibile ammirare una serie di ambienti di straordinaria bellezza e valore storico. Tra questi, il panoramico Loggiato che offre una vista mozzafiato, e le magnifiche sale decorate da Cristofano Gherardi nella prima metà del Cinquecento, con affreschi che raccontano l’eleganza dell’epoca. I saloni, ricchi di fascino, ospitano mobilio antico, pregiata tappezzeria, quadri e vetrine che custodiscono preziosi servizi da tavola in maiolica e cristalleria.

Tra le stanze più notevoli vi è la Stanza degli Stucchi, adornata con immagini delle “donne forti”, figure femminili simbolo di coraggio e virtù. La Camera del Cardinale Giovanni Ottavio Bufalini, invece, cattura l’attenzione per lo sfarzo e la presenza di una culla che evoca un’atmosfera intima e familiare.

Il parco tutt’intorno rappresenta un perfetto esempio di giardino all’italiana, con il suo roseto, la galleria vegetale chiamata voltabotte, la “ragnaia” (uno spazio destinato alla caccia), le incantevoli fontane, un rigoglioso frutteto, e il cosiddetto “giardino segreto”. Per chi ama le sfide, il labirinto del giardino offre un’esperienza di esplorazione e meraviglia, immersi nella storia e nella natura.

Al via ulteriori e importanti lavori di riqualificazione

Il Castello Bufalini ospiterà nei prossimi mesi di una serie di lavori di riqualificazione degli spazi esterni e interni, finanziati dal Ministero della Cultura (MiC), attraverso il Piano Strategico Grandi Progetti Beni Culturali che punta al rilancio della competitività territoriale del Paese con interventi e investimenti su beni e siti di notevole interesse e importanza nazionale per i quali si rende necessario e urgente realizzare progetti organici di tutela, riordino, valorizzazione e promozione culturale, anche al fine di incrementarne l’offerta e la domanda di fruizione.

Il Piano Strategico Grandi Progetti Beni Culturali ha preso avvio a Castello Bufalini nella primavera 2023 con la definizione del concept dell’intervento e ha coinvolto nella fase progettuale lo studio milanese Migliore+Servetto.

I lavori di riallestimento, che occuperanno nei vari stralci aree diverse del sito, evitandone la chiusura totale, sono programmati a partire dal 2025 e termineranno entro il 2026, riconsegnando alla pubblica fruizione un patrimonio prezioso potenziato nei suoi punti di forza e curato in ogni dettaglio, senza trascurare l’accessibilità e l’inclusione.