C’è un luogo inaspettato che, a Natale, cambia completamente aspetto e dove gli abitanti fanno letteralmente a gara – il migliore vince un premio in denaro – per chi decora meglio la propria abitazione.
Milioni di luci colorate illuminano i profili di tutte le case, delle porte, delle finestre, delle palme, dei giardini e dei vialetti. E poi, animali luminosi a grandezza reale, pacchi regalo giganti, elfi e Babbi Natale con le slitte e le loro renne a decorare i giardinetti che circondano le villette che, di giorno, sono color pastello, dato il luogo in cui si trovano, ma di sera ricordano un quartiere di New York City.
Sì, perché a vedere questo spettacolo al calar del sole, sembra di stare a Dyker Heights, il famoso quartiere di Brooklyn divenuto ormai celebre in tutto il mondo per le luminarie natalizie che attirano ogni anno milioni di turisti.
La Dyker Heights dei Caraibi
Nessuno immaginerebbe mai che uno spettacolo simile lo si possa ammirare anche su un’isola caraibica. Invece, è proprio ciò che accade durante la stagione natalizia ad Antigua, che tutti associano a un luogo fatto solamente di sole, spiagge, mare cristallino e infinite distese di palme da cocco, banani e piante di mango e ananas.
Una tradizione molto lunga
Gli abitanti di Antigua, da circa un ventennio ormai, si dilettano a decorare le loro abitazioni in occasione del Natale. Iniziano già a metà novembre ad appendere lunghi fili di luminarie, coccarde su porte e finestre, festoni tra una palma e l’altra e vanno avanti per due mesi, fin quando il 7 gennaio la festa finisce e viene decretato il vincitore ovvero colui che ha sfoggiato le migliori decorazioni natalizie.
Per incentivare la partecipazione di più isolani possibili, gli abitanti di Antigua non dovranno pagare la bolletta dell’elettricità per l’intero mese di dicembre.
È così che le case dell’isola caraibica possono essere illuminate e decorate al meglio, proprio come fossero a Dyker Heights.
Natale ad Antigua e Barbuda
Ma il Natale di Antigua e Barbuda, le due isole gemelle paradisiache, è anche un meraviglioso mix di trazioni africane ed europee. La figura simbolo delle feste qui non sarebbe Santa Claus – anche se lo si vede rappresentato un po’ ovunque – bensì un certo John Bull, un personaggio di fantasia creato a suo tempo dagli schiavi africani per prendere in giro i “padroni” britannici. La sua figura, un po’ grottesca, ricorda quella di un medico stregone, che indossa vecchi abiti e foglie di banana essiccate e che sul capo porta delle corna.
A Natale c’è anche una danza tradizionale che si chiama “highland fling” e che è stata importata dai primi scozzesi che approdarono sull’isola. Infatti, si indossa un vero e proprio kilt tradizionale e il volto viene coperto da una maschera fatta di pelle e corda. Qualcuno invece preferisce ballare la “Dancing Jumble” o “Jumpa-Ben”, una danza originaria dell’Africa occidentale, soprattutto della Costa d’Avorio, la Guinea e il Benin, a ritmo di tamburo, triangolo e flauto. Molto più creola della danza scozzese…