Antichi insediamenti emergono dal deserto: la scoperta inattesa

Le sabbie del deserto hanno restituito qualcosa di inatteso e sorprendente: alcuni insediamenti di cui si ignorava l'esistenza

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Redazione

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Una scoperta sensazionale avvenuta per caso. Studiando alcune immagini satellitari provenienti da Google Earth, un ricercatore si è trovato dinanzi qualcosa di inatteso e sorprendente: tre antichi insediamenti romani, di cui nessuno era a conoscenza, celati tra le sabbie del deserto della Giordania.

Ecco cosa sappiamo finora.

La scoperta inaspettata emerge dal deserto

Michael Fradley, archeologo dell’Università di Oxford, mentre era impegnato nel progetto “Endangered Archaeology in the Middle East and North Africa” finalizzato a individuare e studiare a fondo i siti archeologici del Medio Oriente, si è imbattuto in una scoperta che non poteva aspettarsi.

Infatti, nell’esaminare le fotografie del deserto che si trova tra la Giordania e l’Arabia Saudita, il suo sguardo è caduto su una forma alquanto bizzarra: una sorta di “carta da gioco”, un “rettangolo” con gli angoli smussati dalla tipica forma degli accampamenti militari dei Romani.

Proseguendo nell’attenta analisi delle immagini, Fradley in poche ore ne ha rinvenuti altri due.

Si tratta di una scoperta unica poiché, fino a quel momento, tutti ne ignoravano l’esistenza. E, se è vero che sono molteplici le tracce di insediamenti romani disseminati in Europa, in Medio Oriente finora ne sono stati rinvenuti davvero pochi.

Collocati in una zona poco esplorata del deserto, gli accampamenti appena ritrovati non presentano tracce di altri edifici oppure mura: ciò che rimane sono soltanto i contorni dei campi militari, solcati da impronte di pneumatici a indicare il passaggio recente di persone che, tuttavia, non sono scienziati.

Infatti, nessun esperto ha finora visitato personalmente i siti custoditi dalla sabbia.

Il significato degli insediamenti della Giordania

Tale nuova scoperta, come tutte, può svelare molte informazioni utili che gli archeologi utilizzeranno per ricostruire un ulteriore tassello della storia romana in Medio Oriente.

Secondo le prime ipotesi, gli insediamenti rinvenuti risalirebbero al 160 d.C. e avrebbero un collegamento con la conquista romana del Regno dei Nabatei.

Con ogni probabilità i campi, perfettamente conservati e con ingressi opposti su ogni lato, vennero costruiti come stazioni temporanee di cui servirsi durante una campagna segreta nel deserto.

Se ciò fosse vero, andrebbe a riscrivere le attuali conoscenze su una vicenda che, finora, non presentava misteri: gli esperti hanno sempre pensato che il regno nabateo (sviluppatosi nell’attuale Giordania con capitale l’antica città di Petra) fosse passato in maniera pacifica sotto il dominio dei Romani alla morte del proprio re.

Tuttavia, il ritrovamento degli accampamenti militari fa ipotizzare che, in realtà, il passaggio non fu così “indolore”: ed è questa la teoria che Michael Fradley ha presentato nel suo studio pubblicato da Antiquity.

Ovviamente, molte domande sono tuttora senza risposta. Gli archeologi, infatti, sono rimasti stupiti dalla distanza tra i campi, compresa tra i 37 e i 44 chilometri: un tragitto troppo lungo per essere percorso dalla fanteria in un giorno soltanto.

Ciò, quindi, può suggerire che gli accampamenti siano stati ideati da un’unità di cavalleria che avrebbe potuto affrontare la distanza in poche ore grazie ai cammelli.

Per rispondere a questo e ad altri quesiti, gli archeologi hanno in programma di effettuare un sopralluogo nel deserto per ricercare ulteriori reperti che possano aiutare a fare chiarezza sull’importanza della nuova scoperta.