Dalle acque riemerge un capolavoro dell’antichità classica

Il Parco Archeologico che è una continua ed eccezionale scoperta si fregia di un nuovo prezioso ritrovamento: di cosa si tratta

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Flavia Cantini

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Content Writer specializzata nel Travel. Per me il successo è fare da grandi ciò che si sognava da bambini e se scrivo ed emoziono l’ho raggiunto.

L’antica città sommersa non finisce di sorprendere: mentre proseguono i lavoro di restauro, le acque restituiscono nuovi mosaici dell’epoca romana, ancora ben visibili dopo duemila anni.

È il continuo “miracolo” del sito sommerso di Baia, nel comune di Bacoli, all’interno del Parco Archeologico dei Campi Flegrei in provincia di Napoli.

Un autentico capolavoro dell’antichità classica

Come accennato, l’area marina protetta del Parco Sommerso di Baia, dove mare e archeologia si incontrano, è una continua ed eccezionale scoperta.

Infatti, dopo il più recente ritrovamento delle Terme di Lacus, sul fondale è riapparso anche un pavimento realizzato in un vano di oltre 50 metri quadri, probabilmente appartenuto a una stanza importante del complesso termale che regala emozioni senza fine da ormai molti anni.

Lo ha annunciato con soddisfazione il Parco Archeologico: “Solo qualche settimana fa vi avevamo presentato un nuovo mosaico dalle Terme del Lacus, ma con l’avvio dei lavori di restauro quello che abbiamo visto è molto più intrigante e complesso di quello che avevamo allora immaginato. Un intreccio di linee attorno a un ottagono centrale racchiuso in un elegante tondo, a sua volta inscritto in un quadrato circondato da una raffinatissima cornice resa con tralci di acanto allacciati“.

Ciò che salta subito all’occhio e affascina è la raffinatezza e ricchezza di ogni elemento, con ogni linea caratterizzata da elementi decorativi e ogni spazio colmato con motivi differenti uno dall’altro e dai ricchi colori: si va dalle cornici riprodotte con vari tipi di onde simmetriche ai traci d’uva nelle lunette triangolari.

Entusiasmo anche da parte del sindaco di Bacoli, Josi della Ragione che ha scritto: “È magia! La Città Sommersa di Baia svela nuovi mosaici d’epoca romana. Sono lì da due millenni. Sott’acqua. Sul fondale della nostra città. Uno spettacolo. Il Parco Archeologico Sommerso più grande del mondo. Ringrazio CSR Restauro Beni Culturali e Naumacos. Ringrazio il direttore Fabio Pagano, ed Parco Archeologico dei Campi Flegrei, per il grande lavoro svolto”.

Nelle prossime settimane proseguiranno le operazioni di messa in sicurezza del mosaico, a cura della CSR Restauro Beni Culturali in collaborazione con Naumacos, cui seguirà un periodo di stop per verificarne la tenuta e progettare gli scavi completi della sala.

Il Parco Archeologico Sommerso di Baia, stupore senza fine

Area marina protetta dal 2002, il Parco Archeologico Sommerso di Baia fa subito comprendere quanto qui sia forte il legame tra la vita del mare e l’archeologia.

Proprio qui, infatti, la maggior parte del substrato solido dei fondali è costituito da manufatti dell’Antica Roma, sommersi dal Bradisismo, il particolare fenomeno che si verifica nelle zone vulcaniche e che provoca l’innalzamento o l’abbassamento del livello del suolo a causa delle variazioni di volume di una camera magmatica vicina alla superficie o delle fluttuazioni di calore che hanno un impatto sul volume dell’acqua presente in un suolo molto poroso.

L’antica fascia costiera ha, quindi, subito uno sprofondamento e gli edifici che ospitava, come ad esempio la Villa dei Pisoni, il Palazzo Imperiale dell’Imperatore Claudio, i piloni di Porto Giulio sono precipitati sott’acqua.

I primi ritrovamenti risalgono agli anni Venti durante i lavori per l’ampliamento della banchina del porto e, da allora, si susseguono senza sosta: chissà quale sarà la prossima meraviglia?