La nuova vita dei luoghi abbandonati

Borghi spopolati e aree in preda al degrado sono diventati custodi di storia, emblema di recupero ambientale e di rinascita sociale e culturale

In Italia ci si imbatte in diversi luoghi che, dopo essere stati abbandonati, sono diventati il simbolo di un riscatto, di una rinascita ambientale, economica, sociale e turistica. Così, da Nord a Sud, vediamo tornare a nuova vita spazi rurali in preda allo spopolamento, castelli a rischio crollo, terreni industrializzati sottratti dalle mafie alla natura e paesi distrutti dal terremoto, grazie a lungimiranti azioni di riqualificazione e di rigenerazione che li hanno trasformati in destinazioni di speciale accoglienza turistica, centri culturali e incredibili oasi naturali.

Castel del Giudice, tra meleti e progetti sostenibili

Nel grazioso borgo di Castel del Giudice, in Molise, sono stati chiamati a raccolta dal Comune abitanti, imprenditori, istituzioni e persone legate al paese, per scongiurare lo spopolamento tipico delle zone interne dell’Appennino, che stava compromettendo il futuro del territorio. Si è dato così il via a una strategia di sviluppo sostenibile partecipata, che ha trasformato la marginalità in un laboratorio di rinascita delle aree interne.

Il recupero di terreni abbandonati ha dato vita a meleti biologici, dove si coltivano frutti dimenticati, mentre la rigenerazione urbana di parte del paese ha visto nascere un albergo diffuso totalmente integrato nel paesaggio, e non mancano progetti legati all’agricoltura sostenibile, che hanno restituito significato a un paese che rischiava di essere dimenticato.

Il borgo medievale diventato meta di viaggio esclusiva

Nel 1997, il terremoto ha distrutto parte del villaggio di Campello Alto, frazione del borgo di Campello sul Clitunno, a due passi da Spoleto. Il paese è però rinato grazie a Borgo Campello, una struttura diffusa dove si coniugano perfettamente il buon riposo, la natura e la magia dell’antichità, ricavata da palazzi trecenteschi, case torri e fortificazioni di pietra. Il relais si trova dove oggi risorge l’imponente Castello che domina tutta la valle e che conserva intatta la sua struttura medievale, grazie a vari interventi di restauro, mostrandosi come tra i più caratteristici dell’Umbria. Nel 2011 è stato recuperato e restaurato anche il Convento dei Santi Giovanni e Pietro, che custodisce opere pittoriche importanti legate al periodo medievale e rinascimentale. Intorno, si passeggia tra distese di uliveti candidati a diventare Patrimonio UNESCO con tutta la fascia che va da Assisi a Spoleto. Ci sono, poi, boschi ricchi di tartufi pregiati, da scoprire insieme ad esperti tartufai.

Oltre a occupare una posizione strategica, al centro delle principali città d’arte umbre, la struttura sorge a poca distanza
dalle Fonti del Clitunno, celebri fin dall’antichità, d’ispirazione per tanti poeti e scrittori che si trovarono a passare per questi luoghi e a godere della loro bellezza, una vera oasi naturale. Adiacente alle Fonti, c’è anche il Tempietto paleocristiano del Clitunno, inserito nella lista dei Beni Patrimonio Mondiale dell’Umanità dell’UNESCO.

Il Museo del Mare Antico dell’Emilia sui terreni confiscati alla mafia

A Salsomaggiore Terme (tra le più belle da raggiungere in camper), in provincia di Parma, una vasta area agricola è stata confiscata alla mafia all’interno del Parco dello Stirone e del Piacenziano e da anni ospita il Podere Millepioppi, un polo museale, turistico e ambientale che include il MuMAB – Museo del Mare Antico e della Biodiversità. Visitandolo si scoprono, a poca distanza dalla splendida città termale, i processi evolutivi che raccontano della Pianura Padana e dell’antico mare che qui sommergeva tutto.

Vi si possono ammirare fossili e incredibili reperti risalenti a oltre 7 milioni di anni fa, canyon scavati dal torrente Stirone, coralli, conchiglie, denti di squalo e resti di balenottere. Questo bellissimo territorio, strappato all’illegalità, è rinato così come luogo di storia e di turismo, finito al centro dei numerosi itinerari dell’Emilia-Romagna, la terra delle esperienze autentiche tra natura, cultura ed enogastronomia.

Il Castello di Padernello, da luogo abbandonato a centro culturale

Tra i luoghi abbandonati tornati a nuova vita c’è anche lo splendido Castello di Padernello, in provincia di Brescia, diventato un fulcro di sviluppo culturale, turistico ed economico, grazie alla Fondazione Castello di Padernello e a una grande opera di crowdfunding che ha visto la collaborazione di enti pubblici, associazioni e cittadini.

Oggi il maniero della Bassa Bresciana è un luogo di visite guidate nell’arte e nella storia, di eventi incentrati sullo sviluppo sostenibile, di mostre ed esposizioni, ma anche di nuovi progetti, come la riqualificazione del borgo, attraverso la creazione di scuole-botteghe artigiane di alta formazione e l’apertura di un albergo diffuso prevista nel 2023.

L’oasi naturale del benessere in Campania

Infine, la creazione di un angolo di paradiso a Castel Volturno, in provincia di Caserta, ha ridato lustro a una vasta area in preda al degrado. In seguito a un enorme lavoro di riqualificazione ambientale, è sorta l’oasi naturale Laghi Nabi, un complesso turistico ecosostenibile che unisce la libertà del campeggio al comfort di un hotel di lusso, in una completa immersione nel paesaggio.

I laghi sono lo scenario protagonista di questo luogo protetto dove la natura regna sovrana, gli uccelli acquatici si lasciano scrutare e i turisti giungono per vivere esperienze a contatto con l’acqua e l’ambiente circostante, potendo cimentarsi in tantissime attività, dalla canoa al kitesurf, ma anche bici, escursioni, birdwatching e yoga.

Santo Stefano di Sessanio, rinato grazie all’albergo diffuso

La scelta di rilanciare uno sviluppo turistico sostenibile nella forma dell’albergo diffuso, ha permesso la conservazione del fascino antico di Santo Stefano di Sessanio, dopo lo spopolamento che il paese ha subito nella seconda metà del ‘900. Il progetto di recupero e ridestinazione ricettiva del borgo in provincia dell’Aquila, tra i più belli d’Italia, ha introdotto procedure inedite per conservare l’integrità di questo insediamento storico e del paesaggio circostante, puntando a mantenere le identità territoriali, le tracce del vissuto antico e l’anima più profonda e autentica di questi luoghi.

La splendida struttura ospita ad oggi turisti provenienti da tutto il mondo e ha innescato un circolo economico virtuoso in tutta la zona. Santo Stefano di Sessanio è un borgo medioevale fortificato edificato tra le montagne dell’Abruzzo ad oltre 1250 metri di altitudine, all’interno del Parco Nazionale Gran Sasso e Monti della Laga. Tempo fa, nell’ottica di rianimare questo luogo oggi abitato perlopiù da over 65, è stato indetto addirittura un bando dedicato a tutti gli under 40, mettendo a loro disposizione una casa nel centro storico (facendoli pagare un affitto simbolico) a patto che questi prendessero la residenza e aprissero un esercizio commerciale qui.