La leggendaria città di Troia si trova oggi nella provincia di Çanakkale, nella regione nord occidentale dell’Anatolia, l’odierna Turchia. Gli scavi archeologici hanno permesso di collocare il sito all’estremità della penisola di Biga, anticamente nota come Troade.
Il sito archeologico di Troia è stato dichiarato nel 1998 patrimonio mondiale dell’umanità ed è pertanto un bene tutelato dall’Unesco. Il sito è noto principalmente per essere stato teatro della leggendaria guerra di Troia narrata dal poeta epico Omero nell’Iliade e in parte nell’Odissea, ma la ricerca archeologica ha confermato l’importanza strategica della città ben al di là della singola vicenda greca.
Gli scavi compiuti per più di un secolo hanno attestato che la regione e il sito stesso furono abitati fin dall’inizio del III millennio a.C. La città di Troia, costruita tra il fiume Scamandro e il fiume Simoenta, occupava una posizione strategica all’estremità meridionale dello Stretto dei Dardanelli, il canale che collega il Mar Egeo al Mare di Marmara.
Il sito archeologico dell’antica città di Troia costituisce un’imperdibile tappa all’interno della vostra vacanza in Asia Minore. Il sito archeologico è facilmente raggiungibile percorrendo la strada Izmir-Canakkale-Yolu indicata come E87. Giunti a Gökçalı si procede in direzione ovest verso Tevfikiye, l’antica Troia si trova tra Çıplak Köyü e Kalafat Köyü, a sud di Kumkale.
All’imprenditore e archeologo tedesco Heinrich Schliemann va il merito di aver riconosciuto nel 1871 negli scavi in Turchia le antiche rovine di Troia, anche se numerosi sono gli archeologi che hanno dedicato i loro studi a questa regione, a cominciare da Frank Calvert che iniziò il lavoro nel 1863.
Gli scavi archeologici compiuti nel sito hanno permesso di riconoscere ben dieci livelli o strati corrispondenti ad altrettante fasi della storia di Troia. I primi quattro livelli appartengono agli insediamenti più antichi databili nel corso del III millennio a.C. mentre il IV, il V e il VI livello vanno dal 2200 a.C. al 1300 a.C. circa.
Gli scavi archeologi di Troia sembrano poter essere identificati con la famosa città omerica, a sostegno di questa tesi vi è lo spesso strato di resti carbonizzati che include scheletri e armi. La città corrispondete al livello VII era stata recentemente ricostruita, forse dopo un terremoto, ma non durò a lungo, l’incendio che la distrusse fu improvviso e molto violento. I successivi livelli corrispondono al periodo della Grecia Classica, all’epoca dell’Ellenismo e della civiltà romana, l’ultimo livello identifica infine il centro urbano al tempo dell’Impero Bizantino.
Sebbene alcuni studiosi contestino la storicità della guerra di Troia e non ci sia un parere unanime sulla corretta datazione della stessa, è innegabile che gran parte del fascino delle antiche rovine sia direttamente collegato alle vicende epiche narrate da Omero. Passeggiare tra i resti delle antiche mura immaginando che lì abbia sostato preoccupato il re di Troia, Priamo, o che siano passati Ettore e Andromaca portando il piccolo Astianatte, regala molto fascino alla vostra visita.
Il nome di Priamo è direttamente collegato al gran numero di oggetti preziosi che l’archeologo Heinrich Schliemann trafugò durante la campagna di scavi e portò con sé in Germania. In realtà il tesoro di Priamo è molto più antico del XII secolo a.C., data degli avvenimenti narrati nel poema omerico, ed è databile intorno alla metà del III millennio a.C. Oggi gli oggetti rinvenuti sono in parte custoditi nei musei archeologi di Istanbul, la parte restante è esposta al Museo Puskin di Mosca e all’Ermitage di San Pietroburgo, probabilmente dopo essere stata sottratta in Germania durante la II Guerra Mondiale.
Posare lo sguardo sulla pianura che circonda il sito archeologico e immaginare che lì abbiano combattuto gli eroi achei e i guerrieri troiani è uno spettacolo capace di mozzare il fiato. All’ingresso dell’antica città di Troia la costruzione in legno di un grande cavallo accoglie i visitatori. Impossibile visitare il sito senza conoscere il mito del genio di Ulisse e di come abilmente ingannò gli abitanti di Troia provocando la caduta della città e la fine del lungo assedio. Il primo poema omerico si conclude con i giochi in onore di Patroclo, il migliore amico di Achille, e il funerale di Ettore, ucciso dall’invincibile eroe acheo.
La fine della guerra di Troia viene narrata incidentalmente nell’Odissea, seconda opera di Opero e sviluppata poi nell’Eneide, il poema epico latino opera del poeta Virgilio. Ed è proprio Virgilio a raccontare il celebre episodio del Cavallo di Troia, diventato emblema degli stratagemmi militari.
I periodi migliori per visitare la regione della città di Troia sono la primavera e l’autunno, stagioni in cui il clima è fresco e regala ai visitatori piacevoli passeggiate tra gli scavi. Durante l’estate le temperature possono essere molto alte e rendere più faticoso l’itinerario, ma se questo è l’unico momento che avete a disposizione per visitare il sito, non rinunciatevi! Gli eroi cantati da Omero vi aspettano per sussurrarvi le gloriose gesta compiute.