Il Castello di Fosdinovo dove Dante ha ultimato la “Divina Commedia”

Il Castello Malaspina ha avuto tanti ospiti illustri, ma uno su tutti ha lasciato il segno: Dante Alighieri

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Ilaria Santi

Giornalista & reporter di viaggio

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Aggiornato: 4 Luglio 2025 16:40

Il Castello di Fosdinovo (conosciuto anche come Castello Malaspina) ha avuto tanti ospiti illustri, ma uno su tutti ha lasciato il segno: Dante Alighieri. Vi soggiornò per lunghi mesi nel 1306, dopo essere stato esiliato da Firenze e dopo aver peregrinato in lungo e in largo per lo Stivale.

Il castello dantesco di Fosdinovo

Dante Alighieri era molto amico della famiglia Malaspina, i cui discendenti sono tuttora proprietari dello splendido maniero che si erge tra le Alpi Apuane e il Mar Tirreno. Scrisse Gabriele D’Annunzio a proposito del castello: Degno rifugio di Dante quel castello di Fosdinovo, su l’altura ventosa, con le sue torri rotonde, con i suoi spaldi invasi dall’erbe selvagge, con le sue gradinate, con i suoi androni, con le sue corti di fosca pietra, con tutta quella sua ferrigna ossatura guerresca che i secoli non hanno incurvata”.

Il primitivo Castro di Fosdinovo fu eretto nella seconda metà del XII secolo e, dopo diversi ampliamenti e abbellimenti, è giunto intatto fino ai giorni nostri. Oggi, infatti, il Castello Malaspina di Fosdinovo, caratterizzato da una pianta quadrangolare, vanta quattro torri rotonde, un bastione semicircolare, due cortili, i camminamenti di ronda sopra i tetti, dei bellissimi giardini pensili, loggiati e terrazze. Un tempo c’era anche il ponte levatoio. È il più bel castello della Lunigiana.

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La torre dove soggiornò Dante Alighieri

Anche a proposito dei Malaspina gira una leggenda. Il primo a chiamarsi Malaspina fu Alberto, discendente diretto di Oberto, capostipite della nobile e illustre famiglia degli Obertenghi (945 d.C.). Sull’origine di questo nome si sprecano teorie e leggende. Una di queste, illustrata in un dipinto conservato in una sala del castello, ne fa risalire l’origine all’anno 540 d.C., quando il giovane nobile Accino Marzio vendicò la morte del padre sorprendendo il re dei Franchi Teodoboerto nel sonno e trafiggendolo alla gola con una spina. Il grido disperato del re “Ah! Mala spina!” pare diede origine al cognome e, in seguito, al motto di famiglia “Sum mala spina bonis, sum bona spina malis”.

Visitare il Castello di Fosdinovo

Attraverso l’elegante porticato rinascimentale con le colonne di pietra, si accede alle sale del castello, arredate e affrescate solo alla fine del 1800, perché, di fatto, in origine si trattava di una fortezza a scopo difensivo. Si possono visitare la Sala d’ingresso, la Sala da pranzo col grande camino settecentesco e le ceramiche da farmacia del ‘600, la Sala del trono, la stanza di Dante, il grande Salone con gli attigui salotti e la camera del trabocchetto, con l’immancabile sala delle torture. Dalla sala del trono, alcune piccole scale conducono ai camminamenti di ronda e alla torre merlata. C’è persino la Stanza del fantasma. La visita guidata ha una durata di 50 min circa e costa 10 euro. Vengono organizzati anche aperitivi al castello.

La Camera di Dante

Ed è proprio dal riadattamento di un’antica cappella del castello che venne ricavata la Camera di Dante, dove avrebbe soggiornato il Sommo Poeta, portando a termine la sua “Divina Commedia” che aveva lasciato inconclusa per via delle vicende politiche che lo avevano distratto dall’opera.

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L’imponente Castello di Fosdinovo

Il fantasma del Castello di Fosdinovo

Un’altra famosa leggenda riguarda il castello, ed è quella che riguarda la giovane Bianca Maria Aloisia, figlia di Jacopo Malaspina. La bellissima fanciulla si era perdutamente innamorata di un giovane stalliere. I genitori, contrari a quell’amore infamante per il blasone dell’intera famiglia, avevano minacciato la poveretta di rinchiuderla a pane e acqua nelle segrete del castello. La giovane, affatto impaurita da quelle minacce, non aveva desistito dai propri propositi d’amore e il suo atteggiamento ribelle aveva costretto i genitori a prendere una severa decisione: allontanare lo stalliere dal paese e rinchiudere la giovane in un convento.

Ma la ragazza si ribellò e fu riportata al castello, rinchiusa nelle prigioni e torturata finché non fosse rinsavita. Tuttavia, come in molte leggende simili, la sua volontà non fu piegata; pertanto, fu murata viva in una cella, insieme a un cane, che nell’arte rappresenta da sempre il simbolo della fedeltà, e a un cinghiale, emblema della ribellione.

Il castello oggi è un museo, un centro culturale dedicato alla produzione e alla diffusione delle arti contemporanee, una residenza per artisti e scrittori e ospita anche un bed & breakfast arredato in stile medievale ovviamente, dove ogni stanza ha una storia da raccontare. C’è quella dove era solito soggiornare D’Annunzio.

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Il borgo di Fosdinovo in Toscana

Se vi sentite ispirati e avete intenzione di scrivere la vostra personale “Divina Commedia”, potete chiedere ospitalità gratuita, altrimenti potete soggiornarvi o semplicemente visitare il castello che è un vero gioiello della Toscana.

Il borgo di Fosdinovo che ospita il castello si erge sulle alture che dominano le piane della Val di Magra e di Luni. È piacevole passeggiare tra le strade del borgo che, per la sua ospitalità e le sue bellezze, ha ottenuto la Bandiera Arancione del Touring Club.