Ci sono cose che solo chi ha fatto del viaggio una ragione di vita può comprendere. Lontano dai luoghi popolari e dalle destinazioni più turistiche si trovano loro, uomini e donne che hanno necessità di muoversi, esplorare, crescere ed evolversi.
La verità è che il cambiamento è intriso in ogni essere vivente, ma solo i più coraggiosi riescono a trasformare in atto pratico questa volontà. E qualsiasi sia la strada da intraprendere, tutto passa per il viaggio.
Si può viaggiare in tanti modi diversi: con il corpo, con la mente e con la fantasia e ancora con il cuore e con i sensi. Si può partire anche con il gusto o con l’olfatto, chi non ha attraversato tempi e luoghi lontani semplicemente sentendo un profumo?
“Non sono le persone che fanno i viaggi, sono i viaggi che fanno le persone”, scriveva John E. Steinbeck, e aveva ragione. A qualsiasi individuo lo scrittore si riferisse è evidente come ogni crescita ed evoluzione passa per il viaggio, del resto è risaputo che non si torna mai uguali a prima dopo essere partiti.
Perché in qualunque posto andiamo, od ovunque noi siamo, tutto quello che facciamo lascia segni indelebili nella nostra esistenza. La condivisione con gli estranei, la sperimentazione di una nuova lingua, la scoperta affascinante di culture differenti e modi di vivere lontani dai nostri o semplicemente l’esplorazione della città che abitiamo e che conosciamo, vista però sotto tutta un’altra prospettiva.
Chi sa abbandonarsi al vero senso del viaggio, quello che riguarda l’anima, prima del corpo, è fortunato. Questi individui sono definiti Wanderlust, altri Fernweh e altri ancora Flâneur, tutte persone legate da un unico denominatore, quello di esplorare, sognare a mare.
Aveva davvero ragione allora, Angeles Mastretta, a dire che “Viaggiare, sognare, innamorarsi, sono tre inviti per la stessa cosa. Tre modi per andare in luoghi che non sempre riusciamo a capire”.
Non si contano gli aforismi e le celebri frasi sul viaggio, scritte e pronunciate da personaggi illustri, perché ne sono tantissime e tutte rivelatrici del bisogno atavico dell’uomo di esplorare. Perché è al viaggio che sono legate le esperienze più belle, quelle che riguardano il cuore e la mente, quelle che muovono ogni muscolo del nostro corpo, che solleticano i sensi e che ancora, ci mettono faccia a faccia con i nostri limiti. Quelle che danno un senso alla nostra vita.