I castelli della Valle d’Aosta

22 castelli e fortezze sorti in punti particolarmente strategici

Passaggio obbligato verso i valichi alpini, la Valle d’Aosta vanta ben 22 castelli e fortezze: sorti in punti particolarmente strategici già in epoca preromana, altri in tempi più recenti, testimoniano un passato di guerre, imprese ardite, ricchi mecenati e ambiziose casate nobiliari ma anche panorami mozzafiato, strade e sentieri da percorrere a piedi, a cavallo e talvolta in carrozza. Eccone nove tra i più interessati, visitabili per buona parte dell’anno.

Il Forte di Bard
Il borgo di Bard sorge in una posizione strategica per il controllo dei transiti: occupato già in epoca preromana ha atteso però l’inizio dell’Ottocento per vedere la costruzione del suo Forte, uno dei migliori esempi di fortezza di sbarramento e rimasto pressoché intatto da allora. È costituito da tre corpi principali, distribuiti su diversi livelli: l’Opera Ferdinando, l’Opera Vittorio e infine il più alto, l’Opera Carlo Alberto. È in questo spazio, formato da una cinta su cui si appoggiano i vari fabbricati tra cui l’Opera di Gola (a difesa del lato Sud), la grande corte quadrata della Piazza d’Armi e il porticato che si concentrano al momento tutte le attività del Forte. All’Opera Vittorio lo spazio Le Alpi dei Ragazzi  permette ai giovanissimi di avvicinarsi all’alpinismo: formando delle cordate, possono cimentarsi in un’ascensione virtuale al Monte Bianco. Da citare infine il Museo delle Frontiere e il Museo del Forte. Oltre agli ascensori panoramici che partono dal borgo, esistono due percorsi pedonali per arrivare al Forte: una strada esterna sul lato Sud che porta al cortile dell’Opera di Gola e una strada interna, tra tornanti e muraglioni, che risale il pendio a Nord fino ad arrivare all’Opera Carlo Alberto.

Il castello di Issogne
Appartenuto per secoli alla famiglia Challant, infine donato allo Stato nel 1907, il castello di Issogne, costruito tra il 1487 e il 1509, nasconde nella sua struttura severa, se non anonima, stanze e ambienti raffinati ed elegantemente decorati, merito in gran parte di Giorgio di Challant, priore commendatario della Collegiata di S. Orso di Aosta, nonché colto mecenate a cui è legata la straordinaria fioritura artistica tardo-gotica della Regione. Al centro del cortile sulla fontana ottagonale si trova un albero di melograno in ferro battuto, simbolo di prosperità, mentre passeggiando nella penombra del porticato si possono ammirare sulle pareti gli affreschi con le figure di saggi e di eroi, gli stemmi degli Challant nonché scene di vita quotidiana del borgo, simbolo di come da un governo saggio i cittadini possano avere benessere e ricchezza.

Il castello di Verrès
Fu costruito su un picco roccioso a strapiombo sul torrente Evançon e sul borgo di Verrès, con il chiaro intento di controllare sia l’imbocco della valle di Challand-Ayas, sia la strada principale della regione. Un’iscrizione scolpita sopra una porta che dallo scalone introduce al primo piano rivela che la prima pietra fu posata nel 1390. Ogni anno il Carnevale storico rievoca la storia di Caterina di Challant, rifiugiatasi qui durante lotte intestine nal casato e che nel 1449, il giorno della festa della SS. Trinità scese a Verrès con il consorte per ballare con i giovani del Paese e ingraziarsi il borgo.

Il castello di Ussel
Costruito ex-novo intorno al 1343, e non su edifici pre-esistenti, a strapiombo sulla piana di Châtillon ha una forma massiccia che gli ha permesso di affrontare il trascorrere dei secoli senza subire importanti trasformazioni. Dopo un periodo di abbandono, al termine del quale fu ridotto ai soli muri del perimetro e con l’estinzione della famiglia Challant è passato ai Passerin d’Entrèves e quindi ai Bich. Fu il barone Marcel Bich, quello che brevettò la penna a sfera (scomparso nel 1994), a donarlo alla Regione con la clausola che fosse destinato al pubblico (dal 1998 è aperto da maggio a ottobre). Poco lontani si trovano il castello abitato di Passerin d’Entrèves e il castello di Baron Gamba, di cui solo i rispettivi parchi sono accessibili al pubblico.

Il castello di Fenis
Simbolo della Valle d’Aosta feudale e medievale fu costruito dalla famiglia Challant nel XIII sec. ma pesantemente rimaneggiato in quello successivo quando Bonifacio I intervenne per adattarlo alla vita cortese. Ha assunto l’aspetto che oggi conosciamo solo grazie ai restauri iniziati nel 1895. Da citare il cortile con lo scalone semicircolare, il loggiato in legno ma soprattutto gli affreschi, tutti in gotico cortese: gli Challant, santi, apostoli e la Crocefissione nella cappella al primo piano; S. Giorgio che uccide il drago, simbolo della lotta tra il bene e il male nel cortile vicino alla scala; saggi e filosofi antichi, ritratti con delle pergamene che citano in francese arcaico le loro massime, nonché S. Cristoforo, protettore dei viandanti sul ballatoio; le virtù cardinali nella cosiddetta sala del tribunale.

Il castello reale di Sarre
All’ingresso dell’alta Valle, iniziato nel XIII su un nucleo più antico (XI-XII sec.) è arrivato ai giorni nostri pressoché intatto (sebbene aperto al pubblico dopo il restauro solo da una decina di anni) e ingentilito dal dominio di casa Savoia (qui villeggiarono Umberto II e Maria Josè). Oggi si presenta oltre che come residenza privata come museo sabaudo in cui ammirare dipinti, sculture, mobili, stampe, oggetti preziosi e curiosi, ambienti fastosamente decorati, tutti testimonianza dei suoi illustri proprietari.

Il castello di Sarriod De La Tour
A strapiombo sulla Dora da una parte e affacciato sui frutteti dall’altra il castello di Sarriod De La Tour, protetto da una cortina di mura, è appartenuto alla famiglia Sarriod fino al 1922 quando, alla morte dell’ultima discendente, è passato prima al senatore Bensa di Genova, quindi al comune nel 1970. Risalente nel suo impianto più antico – una torre centrale, di cui si conserva ancora un tratto, e una cappella – al X-XII sec. è costituito da un insieme di fabbricati, che nel XV sec. fecero del castello una residenza di rappresentanza. La curiosa Sala delle teste prende il nome dalle decorazioni sul soffitto ligneo: nobildonne con copricapi all’ultima moda e gentiluomini con cappelli di varie fogge, si alternano a suonatori, folli, creature fantastiche, animali domestici e selvatici, nonché mostri. Da ammirare anche la Cappella, i cui affreschi trececenteschi sono stati scoperti grazie ai restauri del 1978.

Il castello d’Introd
Sorse nel XII con funzioni di difesa ma furono le modificazioni del XV sec. a dargli quella forma arrotondata che lo contraddistingue dagli altri castelli valdostani. I lavori di restauro del 1912-1915, resisi necessari dopo due incendi, hanno trasformato l’antica struttura, di cui oggi rimangono la torre, l’antica cucina e una parte del muro permietrale a Sud. Il castello è visitabile solo in agossto, mentre in altri periodi dell’anno la cappella del Santo Sudario, ospita una mostra. Sulla spianata di fronte si può vedere un granaio 400esco, raro esempio di costruzione in legno tipico dell’architettura del basso Medioevo locale. L’edificio accanto al castello, la “Cascina L’Ola“, in passato fu stalla, scuderia e pagliaio dei signori d’Introd.

Castel di Savoia
Fuori dal percorso dei castelli precedenti, quello di Gressoney-Saint-Jean nel Nord-Est della Valle d’Aosta, fu costruito tra il 1899 e il 1904 come residenza estiva della regina Margherita, vedova di Umberto I. In stile eclettico (lo progettò l’architetto Stramucci, lo stesso delle decorazioni neobarocche del Palazzo Reale a Torino e del Quirinale a Roma) è costituito da nucleo centrale a forma rettangolare, affiancato da cinque torrette cuspidate. Sono queste ultime a donargli un aspetto fiabesco, soprattutto in inverno, mentre è in estate che si può visitare in tutta la sua bellezza il giardino botanico con le sue specie indigene ed esotiche.