Ecco cosa si prova ad atterrare nell’aeroporto più pericoloso al mondo

Sono pochissimi i piloti autorizzati ad atterrare all'aeroporto di Paro, in Bhutan: ecco perché è considerato uno dei più pericolosi, sconsigliato ai deboli di cuore

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Francesca Pasini

Content writer & Travel Expert

Laureata in Gestione delle Arti e delle Attività Culturali, vive tra Italia e Spagna. Curiosa per natura, ama scrivere di storie che la appassionano.

Paura di volare? Se pensate di aver già provato la sensazione più spaventosa in qualche volo poco tranquillo che avete già preso, magari con molte turbolenze o con paesaggi particolarmente suggestivi, forse dovete ancora provare ad atterrare nell’aeroporto di Paro, in Bhutan.

Questo piccolo terminal è incastonato tra le alte alte vette dell’Himalaya e ha tutte le caratteristiche per essere considerato a ragione uno degli aeroporti più pericolosi al mondo. Ma perché questo scalo è tanto temuto? Ecco cosa si prova atterrando sulla sua pista, un’esperienza decisamente poco consigliata a coloro che hanno troppa ansia di volare e ai deboli di cuore.

L’aeroporto di Paro, uno dei più pericolosi al mondo

Situato a circa 6 km a sud della città di Paro, e a 54 km dalla capitale Thimphu, questo aeroporto è uno dei quattro presenti in Bhutan, nonché l’unico scalo internazionale del Paese asiatico. È stato costruito nel 1968, ma inizialmente era aperto soltanto agli elicotteri. Fu nel 1978 che iniziò ad essere adibito ai voli aerei e solo nel 2010 è stato possibile aprirlo anche ai voli internazionali. Al suo interno, riccamente decorato secondo il tradizionale stile bhutanese, non mancano tutti i servizi necessari ai viaggiatori. Ma perché quello di Paro è considerato uno tra gli aeroporti più pericolosi del mondo?

Il motivo principale è legato al fatto che lo scalo si trova a 2.400 metri di altitudine, sulle rive del fiume Paro Chhu, ed è incastonato tra le imponenti montagne dell’Himalaya, con certi picchi che raggiungono anche i 5.400 metri. Per questo motivo le correnti che si incanalano lungo la valle in cui sorge lo scalo sono consistenti e continue: sono capaci di causare, durante le fasi di avvicinamento e di atterraggio, forti e pericolose turbolenze.

Atterrare all’aeroporto di Paro, sconsigliato ai deboli di cuore

Atterrare qui non è semplice. L’aeroporto rappresenta una sfida estrema anche per i piloti più esperti. Non è un caso che soltanto un numero limitato di piloti è autorizzato ad atterrare sulla sua unica pista, che misura poco meno di 2 km. Coloro che possono farlo hanno infatti ricevuto un’apposita preparazione per affrontare le difficoltà di questo aeroporto, ottenendo così una certificazione. Inoltre, le partenze e gli arrivi qui sono consentiti soltanto durante le ore diurne, dall’alba al tramonto, ed esclusivamente in condizioni meteorologiche e di visibilità ottimali.

Sono soltanto tre le compagnie aeree che effettuano voli in questo particolare scalo del Bhutan: la prima è stata la Drukair, che inizialmente ha preso la gestione del terminal, seguita successivamente anche dalla Bhutan Airlines e dalla Buddha Air (la prima ad aver effettuato voli internazionali).

Ma com’è l’esperienza di viaggio avvicinandosi al momento dell’atterraggio all’aeroporto di Paro? Possiamo definirla “da brivido”, come hanno testimoniato anche le persone che hanno già provato quest’avventura. Abbassandosi di quota per raggiungere il punto di arrivo, l’aereo si insinua tra le alte cime delle montagne e vola radente alle case fino a pochissimo tempo prima di toccare la pista. Guardando fuori dal finestrino, l’atterraggio regala ai temerari, che decidono di affrontare le varie turbolenze e i vuoti d’aria, incredibili immagini mozzafiato su quel paesaggio che sembra a tutti gli effetti di poter toccare con un dito.