C’è una storia che tutti noi conosciamo, che abbiamo letto e visto al cinema. È la storia di una spada incastonata in una roccia che nessuno è in grado di estrarre. Solo una persona può farlo e quella è destinata a diventare il re di tutta l’Inghilterra. Ma non si tratta di un uomo, bensì di un bambino.
La spada nella roccia è il film di animazione prodotto dalla Walt Disney e basato sul romanzo omonimo di T. H. White. Ve ne parliamo oggi perché sappiamo bene che tutte le vicende legate a Re Artù esercitano ancora un certo fascino su grandi e bambini, al punto tale che sono molte le persone che si mettono in viaggio ogni anno sulle orme del condottiero per raggiungere tutti quei luoghi sospesi tra mito e leggenda.
Quello che forse non sapete ancora, però, è che la leggendaria spada nella roccia esiste davvero. Ma non si trova nel regno di Avalon, come tutti immaginano, ma in Italia, all’interno dell’Eremo di Montesiepi.
Toscana: il mistero della spada nella roccia
Se parliamo della leggendaria spada ella roccia, inevitabilmente, il nostro immaginario ci rimanda alle avventure d’infanzia di Re Artù. Ma la storia di quella conficcata nell’Eremo di Montesiepi, in realtà, ha radici differenti seppur estremamente affascinanti e suggestive.
Per scoprire la storia di questa misteriosa arma dobbiamo spostarci nella Val di Merse, un luogo di spiritualità che conserva le rovine dell’Abbazia di San Galgano e l’Eremo di Montesiepi. Secondo la storia è proprio in questo edificio che il Santo visse nel 1170 ritirandosi a una vita da eremita.
All’interno dell’Eremo è custodita una lama, incastonata nella roccia, che racconta storie antiche che rimandano inevitabilmente a leggende, miti e cavalieri, ma anche a spiritualità e credenze popolari. Negli anni moltissime persone hanno cercato di estrarla o di rubarla senza successo. Anzi, proprio l’impossibilità di farlo ha dato vita a nuove e suggestive storie.
Si narra, infatti, che uno dei ladri che tentò di portare via la spada fu sbranato dai lupi. Per evitare altri tentativi di furti fu scelto di custodire l’arma in una teca che ancora oggi la protegge.
La spada di San Galgano
Ma cosa c’entra il mito di Re Artù con la Toscana? E perché la spada nella roccia si trova nell’Eremo dove visse San Galgano? Sono queste le domande che hanno tenuto aperto il dibattito tra gli studiosi per anni. Per molti, infatti, il mito della spada sarebbe nato proprio nel nostro Paese, un’ipotesi che ha fatto pensare anche che il Santo e il cavaliere della tavola rotonda Galvano fossero la stessa persona.
Secondo la tesi più accreditata, la spada che oggi è conficcata nella roccia all’interno dell’edificio di Montesiepi apparteneva al cavaliere Galgano Guidotti. Dopo aver condotto una vita dissoluta, l’uomo arrivò nel territorio di Montesiepi dove cambiò radicalmente la sua vita. Una volta ritiratosi nell’edificio, conficcò la sua spada all’interno della roccia per creare una croce davanti alla quale pregare ogni giorno.
Questa stessa tesi, però, è stata messa in dubbio per anni da molti studiosi che hanno ipotizzato che l’arma fosse un falso. La maggior parte delle ricerche fatte nel tempo, però, hanno confermato che la realizzazione della spada risale proprio al 1100.
E Re Artù? La spada che avrebbe estratto il re quando era solo un bambino, in realtà, non fu mai trovata alimentando ancora di più il mistero di una storia che affascina oggi, esattamente come ieri.