Il Guardian racconta le meraviglie della Sardegna

Il prestigioso quotidiano inglese racconta ai suoi lettori le bellezze della Sardegna consigliando i luoghi meno conosciuti tra spiagge selvagge e siti storici

Pubblicato: 10 Settembre 2024 10:30

Foto di Elena Usai

Elena Usai

Travel blogger & content creator

La scrittura, il viaggio e la fotografia sono le sue grandi passioni e quando parte non dimentica mai di portare un libro con sé.

Non è la prima volta che il quotidiano inglese The Guardian celebra le bellezze della Sardegna. Questa volta ha concentrato l’attenzione sulla costa nord-ovest, dove sconsiglia una delle spiagge più famose e fotografate – La Pelosa – a favore di altre location altrettanto splendide, a ingresso gratuito e ‘meno affollate’. Vicino ad Alghero, per esempio, si trovano le spiagge del Lazzaretto e Le Bombarde che offrono sabbia fine, acque meravigliose e che sono raggiungibili con l’autobus, percorrendo la pista ciclabile o a piedi, seguendo la passeggiata che parte dall’Hotel Punta Negra.

Sempre nella zona di Alghero e Fertilia c’è la spiaggia amata da chi pratica surf o da chi ricerca il tramonto perfetto. Stiamo parlando di Porto Ferro, un luogo magico che offre oltre un chilometro di sabbie dorate rivolte verso ovest e che, durante l’estate, organizza serate e musica dal vivo. Scopriamo insieme i luoghi della Sardegna rimasti impressi a The Guardian per la loro bellezza selvaggia o per il loro importante valore storico.

L’isola dell’Asinara

Tra le prime mete del nord-ovest della Sardegna consigliate da The Guardian c’è l’isola dell’Asinara, un luogo dal passato particolare, oggi parco nazionale e area marina protetta. Abitata fin dal 1600 da una comunità di pastori e pescatori (che successivamente fondò Stintino), questa fu allontanata nel 1885 per utilizzare l’isola come lazzaretto e carcere. Un uso che fu prolungato fino ai giorni nostri quando i prigionieri austroungarici furono sostituiti da brigatisti, sequestratori e boss della malavita come Raffaele Cutolo e Totò Riina.

Oggi conta un solo residente, l’artista e scultore Enrico Mereu, e rappresenta un luogo selvaggio e incontaminato raggiungibile in traghetto da Porto Torres e da Stintino. Per visitarlo al meglio e in modo sostenibile è consigliato noleggiare una bici elettrica, che permette ai visitatori di raggiungere le spiagge più belle (come Cala Sabina) e l’ex carcere e di incontrare gli altri abitanti dell’isola: gli animali. Qui vivono gli ormai iconici asinelli bianchi, insieme a cavalli e diverse specie di uccelli.

Sennori, tra storia e tradizioni

The Guardian continua consigliando un paese solitamente fuori dagli itinerari classici dei turisti in visita sull’isola: Sennori. Immerso tra vigne, ulivi e alberi da frutto in un naturale anfiteatro di colline (in alcuni punti con viste panoramiche sull’Asinara) la cittadina è famosa soprattutto per i suoi elaborati costumi tradizionali, tanto da essere stati scelti per l’ultima sfilata di Dolce & Gabbana tenutasi al Forte Village a Pula, ma non solo.

Oltre al panorama vinicolo che vanta produzioni d’eccellenza ottenute con un occhio di riguardo alla sostenibilità, Sennori è anche un luogo importante per gli amanti della storia. Qui potrete visitare le testimonianze pre-nuragiche rappresentate dalla domu de Janas del Beneficio parrocchiale, scavata in un costone calcareo, decorata a rilievo e tra i 35 siti candidati a diventare Patrimonio UNESCO, e il complesso Serra Crabiles, scavato nella roccia e foderato in muratura, comprendente varie domus de Janas, ossia tombe di tipo dolmenico e ortostatico.

All’età del Bronzo, invece, risalgono i tanti nuraghi monotorre, da sa Pattada, Chercos, Iscala de Todde e soprattutto il Badde Margherita, ad alcuni più complessi, come su Nuraghe e Badde Puttu e la tomba dei Giganti di Oridda.

La prossima volta che organizzate un viaggio in Sardegna, ricordatevi che la costa non è l’unica bellezza da scoprire e che il nord-ovest nasconde meraviglie ancora tutte da esplorare.