Stop al turismo di massa: le regole più curiose d’Europa

Per frenare l'overtourism e le sue conseguenze dannose, in diversi Paesi europei sono state adottate regole alquanto bizzarre: ecco quelle più curiose

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Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Web content writer, da sempre appassionata di storie e di viaggi.

Se durante la pandemia molte affollate località turistiche avevano trovato il tempo per “respirare” un po’, con la ripresa dei viaggi sono tornate a vivere momenti di difficoltà. Il problema dell’overtourism è una realtà di cui non dovremmo sottovalutare le conseguenze, come lo sfruttamento eccessivo delle risorse naturali e il disagio arrecato agli abitanti. Alcune splendide destinazioni di villeggiatura hanno così deciso di adottare regole piuttosto curiose per affrontare la situazione: ecco le norme più bizzarre in Europa per frenare il turismo di massa.

Overtourism, come combatterlo

Il problema dell’overtourism emerge in tutto il suo dramma proprio in questi ultimi mesi, con la ripresa del turismo di massa: dopo essere stati costretti in casa per la pandemia, tantissimi viaggiatori vogliono approfittarne per andare alla scoperta del mondo, spesso scegliendo mete già molto gettonate per le vacanze. Ecco perché alcuni Paesi hanno deciso di provvedere con normative più stringenti del solito, in modo da attenuare gli effetti negativi dell’affollamento turistico.

Ne abbiamo un ottimo esempio in Italia, con la splendida città di Venezia che, da quest’anno, proverà ad adottare il ticket d’ingresso per diminuire il numero di turisti nei periodi più “ostici”. Iniziativa simile è quella annunciata dal sindaco di Siviglia, che sta valutando l’ipotesi di rendere a numero chiuso l’iconica Plaza de España per proteggerla dai danni e dall’incuria dei visitatori.

Altri Paesi, invece, hanno inasprito le tasse di soggiorno o le hanno tramutate in tasse sul clima: è il caso della Grecia, che destinerà i soldi così guadagnati a progetti per la salvaguardia del suo patrimonio naturale, in modo da compensare le conseguenze negative del turismo di massa. Ma ci sono anche località che hanno adottato norme ben più bizzarre. Scopriamone alcune.

Le regole più curiose in Europa

Partiamo proprio da Siviglia, splendida città spagnola tra le più visitate del Paese: le autorità hanno deciso di introdurre una legge volta a contrastare gli atti osceni in luogo pubblico. Per chi dunque deciderà di organizzare un viaggio di addio al celibato o al nubilato, è bene sapere che non sarà consentito indossare biancheria intima o costumi con messaggi sessisti (seppure in maniera scherzosa) in pubblico.

In Portogallo, invece, si è dato un giro di vite ai comportamenti che possono arrecare disturbo in spiaggia: l’Autorità Nazionale Marittima ha annunciato multe fino a 36mila euro per chi usa altoparlanti per ascoltare musica ad alto volume e altre sanzioni per chi gioca a pallone al di fuori delle aree adibite allo scopo, per chi si accampa fuori dai campeggi e per chi accende fuochi.

Anche la Sardegna ha adottato alcune misure più stringenti per proteggere le sue spiagge: è il caso della Pelosa, da anni diventata a numero chiuso, dove i bagnanti hanno il divieto di usare asciugamani da mare. O della celebre spiaggia rosa di Budelli, dove sono previste multe di 500 euro per chi cammina sul bagnasciuga e addirittura fino a 3.500 euro per chi fosse sorpreso a rubare la sabbia.

Infine, sempre in Italia è stato imposto un nuovo divieto alquanto bizzarro. Accade a Portofino, una delle più rinomate località di villeggiatura della Liguria: qui, gli abitanti si lamentavano ormai da tempo del numero sempre maggiore di turisti che bloccavano le strade per poter scattare qualche selfie. Così, l’amministrazione ha introdotto il divieto di sosta lungo il molo, durante il periodo estivo: per chi vi sosta troppo a lungo, tra le 10:30 e le 18:00, potrà essere sanzionato con una multa di 270 euro.