“Forbes” celebra gli straordinari vigneti italiani

Non solo lungo le colline: i vitigni italiani si tramandano e si curano anche in luoghi cittadini, nascosti e magici

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Redazione

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Terra di sole, monti e mare, ma anche culla del buon cibo e del buon bere. L’Italia ha davvero tanto da offrire, come i suoi straordinari vigneti che trovano spazio in posti meravigliosi e inaspettati. Come le pendici dell’Etna o sui colli dell’Alto Adige e della Valle d’Aosta, senza dimenticare le zone impervie e scenografiche delle Cinque Terre. Posti bellissimi e che tutto il mondo ci invidia, tant’è che il celebre magazine statunitense “Forbes” ha elogiato, sulle sue pagine, i vigneti italiani, focalizzando però l’attenzione sugli Urban Vineyard, ovvero sulle vigne urbane, che vanno oltre al dolce paesaggio collinare e creano un angolo di verde inaspettato nella giungla di cemento cittadina.

La città potrebbe essere infatti uno dei posti più inaspettati in cui trovare floridi vigneti, eppure in Italia accade anche questo e i vitigni che crescono negli spazi urbani sono dei veri e propri tesori, custodi di biodiversità, di varietà antiche e, in alcuni casi, anche di esemplari e biotipi rarissimi.

Uniti dall’amore per la tradizione e per il rispetto per la terra, dal Nord al Sud in Italia si possono trovare esempi bellissimi di vigneti che resistono al cemento e fanno spazio alla forza della natura. Come a Torino dove sui colli di Villa della Regina, antica residenza sabauda e dal 1997 Patrimonio dell’umanità Unesco, nasce l’unico vino urbano Doc del mondo. Si tratta di un vigneto cittadino, voluto e progettato dal principe Maurizio di Savoia all’inizio del Seicento, da cui oggi si ricava il vino Freisa di Chieri Doc Superiore.

Questo, però, non è l’unico Urban Vineyard italiano. Se ne trovano, di assoluta bellezza, anche a Venezia: come l’orto-vigneto di San Francesco della Vigna sull’isola di Sant’Elena, un quartiere del centro storico veneziano, collocato all’estremità orientale. Qui, tra l’antica chiesa e un parco rigoglioso, sorge un piccolo spazio verde che, durante l’anno, viene coperto dall’acqua alta. Sempre a Venezia, nascosto nella città, c’è anche il vitigno di San Francesco della Vigna, coltivato nella parte più interna del convento con sede nel sestiere di Castello.

Anche nella città di Siena si nascondono piccoli tesori che prendono il nome di Gorgottesco, Tenerone, Salamanna, Prugnolo gentile, Rossone, Mammolo. Si tratta di alcuni dei più antichi vigneti coltivati all’interno delle mura della cittadina medievale toscana.

Tornando al Nord, anche Milano nasconde un segreto: la Vigna di Leonardo, che nel 1498 Ludovico il Moro, duca di Milano, regalò all’artista. Oggi questo luogo è rinato, rispettando i filari e il vitigno originari che sorgono in Corso Magenta 65, all’ombra della cupola di Santa Maria delle Grazie. E non può mancare una vigna urbano al Sud. Dove? A Palermo, all’Orto Botanico, dove in uno spazio di circa 200 metri quadri sorge la Vigna del Gallo con vitigni autoctoni, per tutelare i valori della coltivazione e della produzione sostenibile.

Ogni volta che passerete in questi luoghi, dunque, sappiate che al loro interno o nei dintorni si celano meraviglie nascoste, che portano avanti la bellezza e le tradizioni italiane. Posti magici da scoprire e visitare assolutamente, perfetti per i turisti che amano viaggiare alla ricerca di vigne e cantine, arrivando fino a campeggiare tra i vigneti più belli.