Andarsene, viaggiare per il mondo, scoprire nuove culture, usanze, stili di vita che conquistano. Ma poi tornare. Rientrare in quei luoghi che abbiamo dimenticato (e anche spesso criticato), proprio come ha fatto il tempo, che in certe piccole realtà delle origini sembra non voler trascorre mai. Quei luoghi che sono i borghi d’un tempo, dove tutto resta sospeso negli anni, ma non la passione di chi li vive e chi, dopo aver tanto viaggiato, decide di tornare.
Si chiama “tornanza“: l’azione di tornare al luogo d’origine, che sia un paese o un piccolo centro urbano, ed è stata inserita tra i nuovi neologismi del 2025 del vocabolario Treccani. Una parola che racchiude un significato profondo e che ci riporta al crescente fenomeno del turismo delle radici.
Indice
Cosa significa “tornanza”
Spicca tra i neologismi individuati dall’Osservatorio della Lingua Italiana di Treccani, che ha selezionato quelli che si sono contraddistinti quest’anno inserendoli nel “Libro dell’anno 2025”. Un esercizio che aiuta a comprendere meglio le sfumature del nostro presente portandoci alla riflessione.
“Tornanza”, tra questi nuovi vocaboli, sta entrando nell’uso comune di noi italiani. Ma di cosa si tratta nello specifico?
Treccani la definisce come “l’azione, il fatto di ritornare nel luogo d’origine, di solito un paese o un piccolo centro urbano, per mettere a frutto le conoscenze e le esperienze acquisite altrove, in particolare all’estero”, ma in senso concreto indica “il progetto culturale che mette al centro l’esperienza e le motivazioni alla base di questo tipo di ritorno in patria e, più in generale, al luogo d’origine”.
Le origini della parola: dalla “restanza” alla “tornanza”
La “tornanza” deriva da una serie di neologismi e tematiche emerse negli ultimi anni. In particolare, nasce dalla trasformazione del termine “restanza” utilizzato in passato dal professore Teti, antropologo calabrese, che dava una lettura dei borghi molto poetica. Come spiega Treccani, dalla volontà di restare, c’è stata un’evoluzione verso l’importanza di “andare fuori, capire cosa c’è in giro e poi ritornare per costruire un cambiamento” (Flavio R. Albano). Un ritorno legato al viaggio e all’innovazione: chi fa esperienze all’estero, tra viaggi e trasferimenti temporanei, poi torna con conoscenze in più e la voglia di ricostruire le proprie origini e valorizzarle.
Ma la “tornanza” può essere definita anche come “il movimento culturale che sfida lo spopolamento del Sud Italia. Un processo di rinascita dei territori che parte dall’innesto tra chi, dopo aver viaggiato, decide di tornare nel paese d’origine e mettere a frutto la propria conoscenza, e chi è rimasto” (Rainews.it, 7 agosto 2024, Società).
L’Italia, infatti, è caratterizzata da migliaia di piccoli paesi che raccontano antiche storie e tradizioni, tramandando un incredibile patrimonio storico-artistico e culturale. Sono borghi che rischiano di scomparire a causa di un sempre più profondo spopolamento. Non a caso, negli anni, tanti Comuni hanno aderito all’iniziativa “case a 1 euro”, proprio come Mussomeli e Petrella Tifernina, per incentivare le persone a diventare i nuovi cittadini di queste realtà delicate, autentiche, fragili.
Una “tornanza” che vediamo declinata anche nel turismo delle radici, che dal 2024 sta spopolando e non smette di appassionare i viaggiatori, soprattutto italo-americani, che raggiungono il Belpaese per ricercare le proprie origini italiane nei luoghi dei propri antenati.