Perché il 2022 è l’anno della rinascita del turismo

Tra previsioni positive e grandi annunci, ecco perché questo potrebbe essere finalmente l'anno dell'auspicata ripresa del settore turistico globale

Foto di SiViaggia

SiViaggia

Redazione

Il magazine dedicato a chi ama viaggiare e scoprire posti nuovi, a chi cerca informazioni utili.

Il futuro dei viaggi sembra finalmente più roseo. Sono diversi i Paesi che stanno ammorbidendo le restrizioni di viaggio, quantomeno nei confronti delle persone vaccinate, e nell’ultimo periodo stiamo assistendo a significative riaperture, che lasciano bene sperare in una pronta ripartenza del settore turistico globale. Tra previsioni positive e grandi annunci, ecco cosa sta succedendo.

L’indagine del World Travel & Tourism Council

Un’indagine del World Travel & Tourism Council (Wttc) vede nella campagna vaccinale e nella fine delle restrizioni la strada per tornare ai livelli di occupazione e viaggi degli anni pre-pandemia. Stando alla ricerca, il contributo dell’industria turistica all’economia globale per il 2022 potrebbe raggiungere gli 8,5 trilioni di euro (ossia 8,5 miliardi di miliardi), di appena il 6.4% in meno rispetto al 2019.

Per il World Travel and Tourism Council, se i governi continuano ad aprirsi e a rimuovere le restrizioni ai viaggi, il comparto turistico potrebbe arrivare a creare ben 58 milioni di posti di lavoro. Un’ottima notizia dopo le enormi perdite subite in questi ultimi due anni. “Mentre le persone ricominciano a viaggiare, i governi devono implementare regole semplificate, compreso l’uso di soluzioni digitali. I viaggi del futuro dovrebbero essere contactless garantendo al contempo la sicurezza”, ha spiegato Julia Simpson, Ceo del Wttc.

Le riaperture di Nuova Zelanda e Australia

Tra i Paesi che riapriranno nel 2022 (di cui vi abbiamo parlato qui), spicca la Nuova Zelanda. Inizialmente, il governo neozelandese aveva previsto di riaprire le frontiere gradualmente dal gennaio 2022, ma a causa della variante Omicron ha deciso di rinviare l’apertura delle frontiere alla fine di febbraio.

Anche l’Australia, che è probabilmente il Paese più radicale nelle sue restrizioni, è finalmente pronta a riaprire completamente i confini a tutti i viaggiatori vaccinati con doppia dose, a partire dal 21 febbraio. In realtà – come vi abbiamo spiegato anche qui – già a partire dal 15 dicembre 2021, i viaggiatori stranieri possono entrare nel Paese, purché in possesso di un adeguato visto temporaneo e di alcuni stringenti requisiti.

In particolare, ad oggi, è fatto obbligo ai turisti di:

  • compilare il modulo “Australia Travel Declaration” almeno 3 giorni prima della partenza;
  • possedere un certificato di vaccinazione completa (da almeno 7 giorni);
  • esibire l’esito negativo di un tampone antigenico o molecolare effettuato rispettivamente nelle 24 ore o nelle 72 ore precedenti l’imbarco.

A seconda del luogo verso cui si viaggia, è poi possibile che vi sia l’obbligo di sottoporsi a quarantena: le disposizioni, a questo proposito, variano da regione a regione. E intanto è già boom di richieste. Il giorno della comunicazione della riapertura, eDreams ha infatti registrato un incremento delle ricerche per mete australiane dell’87% per viaggiare proprio a partire dalla data di riapertura dei confini nella terra dei canguri. In cima alla top five delle destinazioni che i viaggiatori italiani vorrebbero scoprire, ora che sarà di nuovo possibile, c’è Sydney, seguita da Melbourne, Brisbane, Perth e Adelaide.

Anche la Grecia ha allentato le restrizioni

Sempre più Paesi, intanto, stanno allentando le restrizioni di viaggio. A questi, si è aggiunta anche la Grecia che agli europei consente l’ingresso nel Paese senza obbligo di test negativo, purché siano in possesso del Green Pass.

Secondo quanto dichiarato dall’Autorità per l’Aviazione Civile (Caa) nell’ambito delle nuove regole dell’Unione europea sulla validità del certificato digitale, potranno entrare senza test tutti i passeggeri provenienti dagli Stati membri dell’Unione Europea e dell’Accordo di Schengen, così come dai 33 Paesi extra Ue che hanno aderito al Certificato Covid digitale dell’Unione Europea (EUDCC). In quest’ultima lista rientrano anche San Marino e il Vaticano.

Nello specifico, per entrare in Grecia, tutti i viaggiatori, inclusi i minorenni che hanno già compiuto 5 anni, hanno l’obbligo di compilare – prima dell’imbarco – il Passenger Locator Form (PLF). Devono inoltre presentare la Certificazione Digitale Covid-Ue (Green Pass), purché questo attesti:

  • il completamento del ciclo vaccinale da almeno 14 giorni (il conteggio dei giorni parte dal giorno successivo a quello della somministrazione dell’ultima dose); ai fini del solo ingresso in Grecia, il certificato attestante il completamento della vaccinazione (due dosi o monodose) ha una durata di 9 mesi (mentre il Green Pass vaccinale comprensivo di dose di richiamo/booster non ha scadenza).
  • guarigione da Covid-19 negli ultimi 180 giorni (per la normativa ellenica tale certificato è valido a partire dal 14° giorno successivo al tampone positivo);
  • tampone molecolare (PCR) negativo effettuato nelle 72 ore prima dell’ingresso in Grecia o tampone antigenico rapido effettuato nelle 24 ore prima dell’ingresso in Grecia.

Per tutti gli altri viaggiatori resta l’obbligatorietà del test rapido negativo effettuato entro le 72 ore che precedono l’arrivo in Grecia (oppure del molecolare entro le 24 ore prima), indipendentemente dallo stato vaccinale. La certificazione attestante la negatività a tale tampone deve essere tassativamente in inglese e riportare il nome del titolare, così come indicato sul documento d’identità. Anche i figli minorenni dovranno risultare negativi al test prima di entrare in Grecia.

L’ottimismo di compagnie aeree e tour operator

Intanto, le compagnie aeree e i tour operator si stanno adoperando per aumentare il personale nella speranza che la riduzione delle regole di viaggio inneschi un boom di vacanze estive. Michael O’Leary, CEO di Ryanair ha detto che, per l’estate 2022, la compagnia aerea low cost si aspetta di mettere su il 115% dei livelli di capacità, pari a quelli raggiunti nel 2019. Proprio per questo, Ryanair sta reclutando e formando 1.000 nuovi piloti e 2.000 assistenti di volo. Tuttavia, O’Leary ha tenuto a specificare che molto dipende dagli sviluppi della pandemia. Anche l’amministratore delegato di easyJet, Johan Lundgren, si aspetta traguardi estivi vicini a quelli raggiunti negli anni pre-pandemia.

Stando a quanto spiegato alla BBC da Julia Lo Bue-Said, amministratrice delegata della rete di agenti di viaggio indipendenti “Advantage Travel Partnership”, una parte significativa di coloro che si metteranno in viaggio quest’estate sta rimandando la partenza dall’anno scorso, a causa del Covid, se non addirittura dal 2020. La maggior parte delle prenotazioni di vacanze a corto raggio vede come destinazioni principali la Spagna, la Turchia e la Grecia, ma c’è stato anche un aumento fenomenale delle vacanze a lungo raggio per una durata più lunga. Le persone sono ora finalmente pronte per le agognate vacanze e in tanti sono anche pronti a spendere di più, pur di regalarsi finalmente quell’esperienza di viaggio a lungo desiderata.