L’offerta culturale e artistica italiana non ha nulla da invidiare a quella di molti altri grandi Paesi, europei e non solo: tra musei, monumenti cittadini e siti archeologici, c’è davvero una vasta scelta per soddisfare le esigenze di qualsiasi turista. E nel corso dell’ultimo anno i dati hanno dimostrato che l’impegno verso l’inclusività e l’innovazione digitale hanno dato i loro frutti. I nostri musei battono ogni record, sempre più visitati e più tecnologici. Ecco cosa rivela una nuova analisi.
Il record dei musei italiani
In Italia c’è davvero un’ottima offerta culturale: dai musei ai monumenti storici, passando per i siti archeologici più preziosi come quelli di Pompei e della Valle dei Templi di Agrigento, solo per fare un esempio. E, a quanto pare, negli ultimi anni l’interesse dei turisti è stato catalizzato dalle istituzioni museali, forse anche per via dell’innovazione che continua ad avanzare sempre più velocemente. Secondo un’indagine condotta dall’Osservatorio Innovazione Digitale per la Cultura della School of Management del Politecnico di Milano, presentata durante il convegno “Il digitale per una cultura inclusiva”, i musei nel nostro Paese hanno battuto ogni record.
Nel 2023 si sono registrati un aumento del 16% nel numero dei visitatori e un aumento del 27% nelle entrate, per quanto riguarda musei, monumenti e aree archeologiche: l’Italia supera dunque i livelli pre-pandemia, rivelando un interesse sempre più spiccato dei turisti per l’offerta culturale e artistica delle nostre istituzioni. “I numeri che hanno caratterizzato l’ultimo anno dei luoghi della cultura da un lato certificano la definitiva ripresa del comparto dopo gli anni della pandemia, dall’altro sono influenzati dal forte trend inflativo” – ha affermato Eleonora Lorenzini, direttrice dell’Osservatorio, che ritiene dunque ci sia ancora margine per migliorare l’afflusso turistico.
Tra inclusività e digitale: le novità nei musei
Sono diversi i fattori che hanno contribuito alla crescita del successo delle istituzioni culturali in Italia. Da una parte, ad esempio, c’è un’attenzione sempre maggiore all’inclusività, che a volte trova ancora ostacoli. Dall’analisi emerge che il 44% dei musei e il 31% dei teatri presentano barriere architettoniche per l’accesso, ma che altrettante istituzioni si stanno impegnando per combattere le disuguaglianze, lavorando non solo sull’accessibilità per persone a mobilità ridotta, ma anche sugli aspetti linguistici o sull’economicità degli ingressi.
Il digitale, in tutto questo, ha un ruolo enorme: “La tecnologia si conferma alleata importante per favorire l’accessibilità. Le repliche 3D, ad esempio, consentono l’esplorazione tattile guidata degli artefatti, così come gli schermi touch interattivi. Nei teatri si rivela particolarmente efficace l’uso di smart glass, che consentono la fruizione dello spettacolo ai visitatori non udenti o di lingue diverse” – ha spiegato Michela Arnaboldi, responsabile scientifica dell’Osservatorio. Così, il 54% dei musei ha investito nella digitalizzazione, grazie anche ai finanziamenti pubblici messi a disposizione per tale scopo.
E l’enorme sviluppo dell’intelligenza artificiale che ha avuto luogo negli ultimi anni sta trovando applicazione anche presso le istituzioni culturali. L’AI può infatti processare i dati per dare nuovo impulso al settore, ma anche creare contenuti originali per attrarre turisti. Oltre, ovviamente, a migliorare l’accessibilità, principalmente a livello linguistico, ma anche attraverso la realtà aumentata, virtuale e mista, che nei musei più grandi è già diventata un’esperienza comune.