Learning Cities UNESCO, due splendide città italiane entrano nella lista

Nuovo riconoscimento internazionale: premiato l’impegno di Brescia e Cividale del Friuli nell’educazione continua e nella crescita culturale delle comunità

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Sara Boccolini

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Laureata in Scienze del Turismo, ama da sempre viaggiare. Travel Blogger dal 2012 e Content Creator, alterna zaino in spalla a bagaglio a mano.

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Il 4 dicembre 2025 l’UNESCO ha ufficializzato l’ingresso di 72 nuove città nella Rete Globale delle Learning Cities, una rete internazionale dedicata alla promozione dell’apprendimento permanente per tutte le età.

Il network, nato nel 2013, raggiunge così 425 città in 91 Paesi, coinvolgendo quasi 500 milioni di persone in iniziative che valorizzano l’educazione come motore di coesione sociale, innovazione e sviluppo sostenibile. Tra le nuove realtà selezionate spiccano due città italiane: Brescia e Cividale del Friuli. Entrambe si distinguono per politiche inclusive, progettualità solide e una visione culturale orientata alla crescita condivisa.

Brescia, la Leonessa d’Italia

Brescia, seconda città più popolosa della Lombardia, unisce vocazione industriale, apertura internazionale e un patrimonio culturale di grande rilievo. Il suo ingresso nella rete UNESCO è motivato dalla capacità di costruire un ecosistema educativo diffuso, capace di coinvolgere istituzioni, quartieri, scuole, associazioni e mondo produttivo.

La città considera l’apprendimento continuo un asset strategico per la crescita e ha sviluppato un modello di governance partecipata attraverso consigli di quartiere, hub di comunità e tavoli intersettoriali che integrano l’educazione nelle politiche urbane.

Tra gli obiettivi di medio e lungo periodo figurano l’accesso universale alla scuola dell’infanzia, l’uso dell’intelligenza artificiale per favorire la partecipazione civica, la valorizzazione del ruolo attivo dei giovani e una mobilità più sostenibile.

Le motivazioni che hanno portato Brescia dentro alla rete includono il forte impegno in tre ambiti chiave:

  • sostenibilità e salute, grazie a piani ambientali avanzati, riqualificazione energetica delle scuole e creazione di “isole ambientali” che rendono i quartieri più sicuri,
  • inclusione sociale, con percorsi co-progettati per donne, rifugiati e gruppi vulnerabili, oltre a servizi culturali accessibili e iniziative mirate,
  • lavoro dignitoso e competenze, sostenute da collaborazioni con enti formativi, progetti anti-dispersione e programmi di riqualificazione per disoccupati.

Tra le buone pratiche più rilevanti figurano la strategia “La scuola al centro del futuro”, che unisce edilizia scolastica innovativa e servizi comunitari, il progetto “Città amica della demenza”, focalizzato sulla sensibilizzazione e il supporto sanitario, e la “Rete Territoriale per la Salute e il Benessere”, che integra prevenzione, ricerca e partecipazione dei cittadini.

Learning Cities UNESCO: entrano in lista due nuove città italiane
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Il meraviglioso Duomo di Brescia

Cividale del Friuli, Patrimonio UNESCO

Cividale del Friuli, gioiello storico e culturale già riconosciuto come Patrimonio Mondiale UNESCO, entra nella Rete delle Learning Cities per la sua capacità di trasformare il proprio ricchissimo patrimonio in un laboratorio di apprendimento intergenerazionale. La città unisce tradizione, innovazione e partecipazione civica in un modello esemplare per realtà di piccole dimensioni.

La visione educativa di Cividale è integrata nella pianificazione strategica comunale e mira alla creazione di una piattaforma multi-stakeholder e di un sistema di monitoraggio basato sui dati. L’obiettivo a lungo termine è costruire un ecosistema di apprendimento integrato, capace di attrarre cooperazioni internazionali e nuovi investimenti.

Le motivazioni del riconoscimento riguardano tre dimensioni centrali:

  • sostenibilità e salute, con progetti come Agenda 2030 Art Cividale, il Cubo della Sostenibilità e programmi di promozione del benessere nelle aree periferiche,
  • inclusione, sostenuta da biblioteche accessibili, servizi per zone isolate, percorsi museali per l’invecchiamento attivo e iniziative per rifugiati e persone vulnerabili,
  • lavoro e formazione, sviluppati grazie alla collaborazione con Civiform, ai tirocini professionali e ai programmi regionali dedicati all’empowerment giovanile.

Tra le buone pratiche più significative si distinguono l’utilizzo del Tempio Longobardo e del Monastero di Santa Maria in Valle come spazi educativi aperti, il Palio di San Donato come piattaforma di apprendimento civico e le Masterclass Internazionali di Musica, che trasformano la città in un vero campus culturale.