L’iconica location romana del video “Honey” dei Måneskin

Roma ha tantissimi monumenti storici, ma ce n’è uno molto più recente che è diventato il simbolo della città contemporanea

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Roma ha tantissimi monumenti iconici, dal Colosseo alla Fontana di Trevi, e sono quasi sempre luoghi che vantano secoli di storia. Tuttavia ce n’è uno molto più recente che, grazie al cinema e alla Tv, è diventato un po’ il simbolo della Roma contemporanea.

Non particolarmente bello a vedersi, ma per il sapore di quella Roma underground e un po’ fuori dalle immagini patinate che abbiamo della Capitale è diventato anch’esso un vero e proprio simbolo cittadino.

Il Gazometro di Roma, simbolo del quartiere Ostiense

Si tratta del Gazometro di Roma, che è stato per un certo periodo anche il più grande d’Europa e che oggi rappresenta al meglio l’archeologia industriale della Capitale. Costruito negli Anni ’30 dall’Ansaldo, negli anni è diventato un simbolo indiscusso del X quartiere romano anche chiamato Q.X..

Quando fu dismesso, il gigantesco cilindro che conteneva il gas fu rimosso lasciando in piedi la struttura metallica che lo circondava.

Gran parte del film del 2001 di Ferzan Özpetek “Le fate ignoranti“, che vede protagonisti Stefano Accorsi, Margherita Buy, un giovanissimo Gabriel Garko e Serra Yılmaz, è stato girato proprio davanti al Gazometro di Roma.

La famosa terrazza dell’edificio popolare dove vive e si raduna la variopinta comunità di amici s’affaccia difronte a questa struttura che si trova nel quartiere Ostiense, uno dei più caratteristici della Capitale.

Il live streaming di “Honey” dei Måneskin

Il Gazometro è tornato a essere protagonista e simbolo di una Roma insolita grazie al video del nuovo singolo dei Måneskin, “Honey (Are U Coming?”, presentato in diretta streaming su profili Facebook e Instagram della band alle 5 di mattina lo scorso venerdì 1° settembre esibendosi direttamente dal Gazometro di Roma.

L’evento è stato postato anche dall’assessore al Turismo e ai Grandi eventi del Comune di Roma, Alessandro Onorato, con le prime immagini del backstage e del lancio mondiale del nuovo brano.

Un quartiere da scoprire

Qualche anno fa, l’area del Gazometro è stata inserita dal “Guardian” nella classifica dei quartieri più promettenti d’Europa da visitare. Negli ultimi anni, infatti,l’area del Gazometro è stata oggetto di diversi progetti di riqualificazione urbana e di recupero delle aree industriali. L’attuale proprietaria, l’Eni, ha aperto un hub per start-up nel settore della transizione energetica e altre aziende sono arrivate negli anni a seguire.

Visitare il quartiere Ostiense può essere una vera e propria scoperta. Il Gazometro non è l’unica struttura originale. Forse lo è ancora più l’edificio storico a forma di piramide che ancora oggi fa riflettere, la Piramide Cestia. Si trova accanto a Porta San Paolo, nei pressi del piazzale Ostiense ed è una struttura alta 36 metri con base quadrata di circa 30 metri per lato.

Il monumento, che non manca di sorprendere i visitatori della Capitale, cela una storia molta antica ed è ammantato da leggende e misteri. La sua costruzione avvenne tra il 18 e il 12 a.C per essere mausoleo di Caio Cestio, pretore, tribuno della plebe nonché membro del Collegio dei Septemviri Epulones. Egli scelse la forma di piramide per seguire una moda molto in voga all’epoca con l’Egitto che, nel 30 a.C, divenne provincia romana. Furono molte, allora, le costruzioni piramidali erette per impreziosire la città ma la Piramide Cestia, inglobata nella cinta muraria costruita tra il 272 e il 279 per volere dell’imperatore Aureliano, è oggi l’unica sopravvissuta insieme all’Obelisco di Piazza Montecitorio.

L’interno ospita la camera sepolcrale, affrescata con figure femminili, vasi lustrali e Vittorie alate sulla volta. La facciata presenta, invece, un’iscrizione con cui Cestio sollecitava gli eredi a erigere il monumento in un massimo di 330 giorni, pena la perdita della ricca eredità.

A uno sguardo attento non sfugge che questa piramide differisce leggermente nella struttura dalle classiche piramidi egizie. Infatti, la punta si presenta più acuta rispetto alle piramidi originali, forse per via del materiale usato, il calcestruzzo, all’epoca ancora sconosciuto in Egitto.

Insomma, Roma non finisce mai di stupire.