Una vacanza low cost in Israele dormendo nei kibbutz

Chi trascorre una vacanza in Israele e desidera fare un’esperienza diversa dal solito dovrebbe alloggiare in un kibbutz

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Chi vuole fare una vacanza low cost in Israele e desidera fare un’esperienza diversa dal solito dovrebbe alloggiare in un kibbutz.

Nel Paese ce ne sono tantissimi. Affacciati sul mare, in mezzo al deserto, vicino alle città. La scelta è ampia. Se ne contano all’incirca 250. Ogni kibbutz, inoltre, è diverso. Ci sono quelli più spartani, ma anche kibbutz di lusso. Tutti hanno un comun denominatore, però: la condivisione. E in tutti si può trascorrere una vacanza.

Tra i più conosciuti c’è il kibbutz di Sde Boker, nato nel 1952 nel Sud di Israele, a 50 chilometri dalla città di Beer Sheva. Qui David Ben Gurion, lo storico Primo Ministro nonché fondatore dello Stato di Israele, trascorse l’ultima parte della sua vita. È ancora possibile visitare la sua casa, oggi convertita in museo.

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Il kibbutz ospita circa 80 famiglie che vivono tutto l’anno di agricoltura e di industria leggera. Sde Boker ospita anche una galleria d’arte, un allevamento di pollame e una pensione per animali. È un ottimo punto di partenza per andare alla scoperta del deserto del Negev e del parco nazionale di Ein Ovdat, famoso per i resti dell’antica civiltà nabatea, ma anche per la sua natura rigogliosa e incontaminata.

Nel Negev c’è invece il kibbutz Ketura, una vera e propria oasi in mezzo al deserto a 50 km da Eilat, città del Mar Rosso, dove è appena stato inaugurato un aeroporto internazionale. Fondato nel 1973 da un gruppo di giovani nordamericani, oggi ospita l’Arava Institute for Environmental Studies, un’istituzione all’avanguardia per la ricerca sull’ambiente, e la Arava Power Company, un’azienda nel settore dell’energia che, proprio nei terreni del kibbutz, ha installato il primo impianto fotovoltaico di Israele. Ketura è il secondo insediamento più popoloso della regione: conta infatti circa 300 abitanti, di cui la metà sono bambini. Solo un terzo degli abitanti è nativo di Israele e, passeggiando tra i viali, si sentono parlare tutte le lingue.

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Il kibbutz di Ein Gedi si affaccia invece sul Mar Morto e ospita un grandioso giardino botanico, diventato parco nazionale nel 1972. Sorto nel 1953 sopra un insediamento millenario, questo villaggio è un luogo perfetto per il relax, grazie alle incantevoli spiagge, ma è anche un importantissimo centro culturale: qui infatti sono stati ritrovati reperti archeologici di grande rilievo, come i resti di una sinagoga del VI secolo a.C. e diversi manoscritti dell’Antico testamento. È comodissimo per chi desidera fare i bagni nelle acque salate.

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A Eilat si trova, invece, Samar, una comunità vivace e attiva, che accoglie circa 50 famiglie e che negli ultimi anni è diventata un’importante meta per l’eco-turismo. Immerso nel verde della Galilea, c’è poi Ein Harod, dove praticare bird watching, canoa o volare a bordo di una mongolfiera. I panorami d’altronde, soprattutto in questa regione, non mancano di certo.

Non c’è esperienza più local di quella fatta in un kibbutz israeliano, ideale per scoprire le bellezze nascoste del Paese e, al contempo, vivere in prima persona la tradizionale ospitalità di questo popolo. Questi villaggi sono anche una perfetta sistemazione low cost.