Il villaggio azzurro in Israele che fa sognare

Safad è un delizioso villaggio di artisti e intellettuali che si trova sulle alture della Galilea

Foto di Ilaria Santi

Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Se avete già ampiamente sentito parlare del villaggio azzurro di Chefchaouen in Marocco, della città blu di Jodphur in India e persino del borgo di Casamassima in Italia e avete sognato di andare a visitarli, forse non conoscete ancora Safad o Safed o Zefat o Tsfat, un delizioso villaggio il cui nome viene tradotto in mille modi e che si trova in Israele.

Il villaggio azzurro israeliano sembra uscito dalla tavolozza di un pittore. Con le sue stradine lastricate, i muri azzurri, gli infissi delle case dipinti di blu e i pittoreschi suq è un luogo assolutamente da vedere durante un viaggio in Israele.

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Fonte: 123rf
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Si trova nella regione della Galilea, a un’altitudine di 900 metri. Proprio per la sua posizione dominante, i Templari vi eressero una fortezza (oggi scomparsa). La città godette di grande prosperità, fino intorno al XVI secolo. Qui si rifugiarono numerosi eruditi espulsi dalla Spagna nel 1492, così che divenne uno dei principali centri intellettuali, tanto che vi fu costruita la prima tipografia del vicino Oriente.

Non ci si arriva per caso, bisogna conoscerla. Safad è una delle quattro città sante di Israele, insieme a Gerusalemme, Hebron e Tiberiade. Spesso viene inserita nei tour organizzati di Israele.

Epidemie, terremoti e guerre contribuirono al lento spopolamento del villaggio di Safad, ma negli ultimi anni è tornato a essere un luogo molto amato da artisti e intellettuali, ai quali va il merito di averlo reso una meta attraente per i turisti che sempre più numerosi visitano il Paese.

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Tante, nel centro storico, le gallerie d’arte, le piccole guest house, le locande, le decoratissime sinagoghe. Da non perdere, la grande scalinata che divide in due la città. Fu usata dagli inglesi per separare il quartiere arabo da quello ebraico prima del 1948.

Merita una visita anche la Hameiri House, un museo che documenta la vita degli ebrei di Safad negli ultimi due secoli. Ogni piano della casa museo mostra una differente attività della comunità.

Il villaggio si gira tutto a piedi, un sali-scendi di scalinate e vicoli serpeggianti che portano il turista alla scoperta degli angoli più segreti del villaggio azzurro.

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Secondo gli ultimi dati rilasciato dal ministero del Turismo di Israele, nel 2019 è stato superato il record con 4,55 milioni di turisti, il 10,6% in più rispetto al 2018. Solo gli italiani sono stati 201mila ovvero il 29% in più del 2018 e addirittura l’81% in più del 2017.

In programma per il 2020 c’è proprio il rilancio della Galilea, pertanto sentiremo parlare ancora Safad, Safed, Zefat o Tsfat. Comunque lo si voglia chiamare, mettete questo villaggio nella lista dei siti da visitare. Prima che ci arrivino tutti.

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