Le nostre avventure ci hanno insegnato che i miraggi sono reali. Quelle oasi nel deserto, che per forme e colori sembrano uscite da una fiaba, esistono e valgono da sole un intero viaggio. Piccoli paradisi terrestri che sono stati creati da Madre Natura e che ci ricordano, grazie alla loro presenza, che il mondo che abitiamo è un posto meraviglioso.
Eppure non tutti i miraggi sono naturali, non lo è quello di AlUla che è stato plasmato dall’uomo, ma che regala una delle visioni più strabilianti e suggestive del mondo intero. Molto più di un semplice edificio, Maraya – questo il suo nome – è una struttura che appare e scompare nel deserto Saudita, che si fonde con la sabbia, con il cielo terso e con il paesaggio circostante e che permette di vivere un’esperienza visiva che non conosce eguali.
Il miraggio nel deserto di AlUla
Il nostro viaggio di oggi ci porta alla scoperta di un territorio unico al mondo, un patrimonio umano e naturale dove il passato straordinario e i misteri primordiali dell’uomo si fondono e si confondono in un paesaggio mozzafiato. Ci troviamo ad AlUla, un museo a cielo aperto dove sono conservate, preservate e valorizzate tombe antiche, monumenti e dimore storiche, capolavori naturali e artificiali che raccontano oltre 200.000 anni di storia umana. Un regno delle meraviglie, che si snoda tra il deserto dell’Arabia Saudita, e che non smette mai di stupire.
Non lo fa perché qui è possibile entrare in contatto con la storia, con le tradizioni e con le usanze che vengono protette e tramandate dalle comunità locali, perché giungendo qui ci si può immergere in un paesaggio unico e uguale a nessun altro mentre si osservano tramonti infuocati e cieli popolati di stelle.
AlUla incanta, lo fa con le sue meraviglie naturali e non solo. Nel deserto, infatti, è stata creata un’opera davvero straordinaria che rende reali e tangibili i miraggi, un edificio che durante la giornata si confonde tra la sabbia fino a svanire, per poi riapparire.
L’edificio che scompare tra la sabbia
Il suo nome è Maraya e in lingua araba vuol dire specchio, e in effetti quel grande e gigantesco cubo ben visibile durante determinate ore della giornata, è davvero realizzato con specchi che ricoprono interamente una struttura che misura oltre 9.000 metri quadrati. Si tratta di una concert hall, un’arena che ospita eventi, manifestazioni e spettacoli musicali dalla portata internazionale. Un edificio multifunzionale che porta in alto il nome dell’ingegno Made in Italy.
Maraya, infatti, è stata progettata dallo studio italiano Giò Forma Studio e Black Engineering con un solo obiettivo: quello di valorizzare uno dei territori più affascinanti del pianeta. Missione compiuta: la struttura è stata inserita armoniosamente nell’intero paesaggio diventando parte integrante di questo come opera d’arte, per chi la guarda all’esterno, e come teatro per chi visita i suoi interni.
Inaugurata nel 2019, Maraya ha conquistato tutti. Nello stesso hanno, inoltre, si è guadagnata un posto d’onore nei Guinness World Record come edificio a specchi più grande del mondo.
Grazie alla superficie riflettente, che ricopre ogni metro quadro della struttura, il paesaggio naturale circostante appare sullo specchio, regalando una sensazione di continuità con il panorama di AlUla. La visione che si apre davanti agli occhi di chi giunge fin qui è davvero sbalorditiva: un miraggio nel deserto destinato a lasciare senza fiato.