Il Castello di Fosdinovo (conosciuto anche come Castello Malaspina) ha avuto tanti ospiti illustri, ma uno su tutti ha lasciato il segno: Dante Alighieri. Vi soggiornò per lunghi mesi nel 1306, dopo essere stato esiliato da Firenzxe e dopo aver peregrinato in lungo e in largo per lo Stivale.
Dante era molto amico dei Malaspina, i cui discendenti sono tuttora proprietari dello splendido maniero che si erge tra le Alpi Apuane e il Mar Tirreno.
Scrisse Gabriele D’Annunzio a proposito del castello: “Degno rifugio di Dante quel castello di Fosdinovo, su l’altura ventosa, con le sue torri rotonde, con i suoi spaldi invasi dall’erbe selvagge, con le sue gradinate, con i suoi androni, con le sue corti di fosca pietra, con tutta quella sua ferrigna ossatura guerresca che i secoli non hanno incurvata”.
Il primitivo Castro di Fosdinovo fu eretto nella seconda metà del XII secolo e, dopo diversi ampliamenti e abbellimenti, è giunto intatto fino ai giorni nostri. Oggi infatti il Castello di Fosdinovo, caratterizzato da una pianta quadrangolare, vanta quattro torri rotonde, un bastione semicircolare, due cortili, i camminamenti di ronda sopra i tetti, dei bellissimi giardini pensili, loggiati e terrazze. Un tempo c’era anche il ponte levatoio. È il più bel castello della Lunigiana.
Ed è proprio in una delle quattro torri che avrebbe soggiornato Dante, portando a termine la sua “Divina Commedia” che aveva lasciato inconclusa per via delle vicende politiche che lo avevano distratto dall’opera.
Attraverso l’elegante porticato rinascimentale con le colonne di pietra, si accede alle sale del castello, arredate e affrescate solo alla fine del 1800, perché di fatto in origine si trattava di una fortezza a scopo difensivo. Si possono visitare la Sala d’ingresso, la Sala da pranzo col grande camino settecentesco e le ceramiche da farmacia del ‘600, la Sala del trono, la stanza di Dante, il grande Salone con gli attigui salotti e la camera del trabocchetto con la sala delle torture. Dalla sala del trono delle piccole scale conducono ai camminamenti di ronda e alla torre merlata. C’è persino la Stanza del fantasma.
La più famosa leggenda del castello, infatti, è quella che riguarda la giovane Bianca Maria Aloisia, figlia di Jacopo Malaspina. La bellissima fanciulla si era perdutamente innamorata di un giovane stalliere. I genitori, contrari a quell’amore infamante per il blasone dell’intera famiglia, avevano minacciato la poveretta di rinchiuderla a pane e acqua nelle segrete del castello. La giovane, affatto impaurita da quelle minacce, non aveva desistito dai propri propositi d’amore e il suo atteggiamento ribelle aveva costretto i genitori a prendere una severa decisione: allontanare lo stalliere dal paese e rinchiudere la giovane in un convento. Ma la ragazza si ribellò e fu riportata al castello, rinchiusa nelle prigioni e torturata finché non fosse rinsavita. Ma la sua volontà non fu piegata, pertanto fu murata viva in una cella, insieme a un cane, simbolo di fedeltà, e a un cinghiale, emblema della ribellione.
Il castello oggi è un museo, un centro culturale dedicato alla produzione e alla diffusione delle arti contemporanee, una residenza per artisti e scrittori e ospita anche un piccolo bed & breakfast.
Se vi sentite ispirati e avete intenzione di scrivere la vostra personale “Divina Commedia”, potete chiedere osptalità gratuita, altrimenti potete soggiornarvi o semplicemente visitare il castello che è un vero gioiello della Toscana.
Il borgo di Fosdinovo che ospita il castello si erge sulle alture che dominano le piane della Val di Magra e di Luni. È piacevole passeggiare tra le strade del borgo che, per la sua ospitalità e le sue bellezze, ha ottenuto la Bandiera Arancione del Touring Club.