Savogno, il borgo fantasma tra le cascate

Arroccato su un terrazzo naturale che offre panorami straordinari, Savogno è un suggestivo borgo alpino abbandonato che si ripopola solo in estate

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Emma Santo

Giornalista e Web Content Editor

Giornalista pubblicista, web content editor e storyteller, scrive di viaggi, enogastronomia, arte e cultura. Per lei, scrivere è come viaggiare.

Incorniciato da paesaggi straordinari, a 932 metri di altezza, il piccolo borgo fantasma di Savogno si aggrappa alla montagna testimoniando la bellezza della antica vita rurale. Questo gioiello medievale alpino si può raggiungere esclusivamente a piedi, attraverso una splendida mulattiera, e si ripopola solo in estate. Il suo fascino fuori dal tempo l’ha reso una meta irresistibile delle Alpi, per visitatori ed escursionisti: scopriamolo.

Alla scoperta di Savogno, borgo fantasma della Lombardia

Antico villaggio in provincia di Sondrio, nel comune di Piuro, Savogno è arroccato su un terrazzo naturale dove si sviluppa gran parte dell’abitato, appena sopra le Cascate dell’Acquafraggia, in Valchiavenna, gioiello verde da scoprire, circondato da boschi e vicino alla località che, nel gergo dei paesani, prende il nome di Alpigia.

Il borgo ha origini medievali e conserva ancora le interessanti caratteristiche di un’architettura rurale spontanea, con mura in pietra e loggiati in legno. In passato, era diventato un punto di transito obbligato per chi si recava a Coira, capitale delle Tre Leghe Grigie, in Svizzera. Qui si può ammirare l’antica chiesa parrocchiale dedicata ai santi Bernardino da Siena e Antonio Abate, consacrata nel 1465, che presenta interessanti affreschi del periodo ed è impreziosita da un campanile dalle forme rinascimentali, uno dei pochi della Val Bregaglia a conservare immutati nei secoli i suoi tratti architettonici caratteristici. Nella parte alta del paese ci si imbatte, invece, in una seicentesca fontana pubblica, risalente ai tempi delle prime cure igieniche contro la peste manzoniana.

Savogno venne definitivamente abbandonato a partire dal 1968, a seguito di un progressivo spopolamento del villaggio da parte degli abitanti che avevano l’esigenza di trasferirsi nei paesi più a valle, facilmente accessibili. In estate, però, alcuni dei vecchi residenti tornano a ripopolarlo. Ma Savogno è anche una meta molto amata dai turisti, che nei mesi estivi possono soggiornare in rifugio di recente costruzione, godendo appieno di un luogo dalla bellezza indescrivibile.

Come raggiungere Savogno

Altrettanto suggestiva è la strada che conduce al borgo fantasma di Savogno. Per raggiungerlo, infatti, dovete lasciae la macchina e avventurarvi per la bellissima mulattiera in pietra che ha inizio presso la località Sarlone a Borgonuovo di Piuro. In tutto sono 2886 gradini che si inoltrano nel bosco, inerpicandosi sul fianco della montagna, ma il paesaggio che si rivela alla vista e il villaggio che aspetta i visitatori in cima ripagano della fatica.

Prima di intraprendere la salita si possono ammirare le incantevoli Cascate dell’Acquafraggia, che offrono percorsi trekking unici in Valtellina,  che per secoli hanno costituito il filone d’acqua necessario per lo sviluppo del borgo. Il loro maestoso spettacolo impressionò anche Leonardo da Vinci, il quale le descrisse nel “Codice Atlantico” con queste parole: “Su per detto fiume (la Mera) si truova chadute di acqua di 400 braccia le quale fanno belvedere…”. Tutt’attorno lo sguardo si ritrova ad abbracciare gli antichi terrazzamenti, un tempo coltivati a vigneto.

Arrivati a 590 metri, in località “Stalle dei ronchi”, si incontra una caratteristica fontana costituita da tre vasche in pietra, datata 1869. Qui si può effettuare una breve deviazione che permette di raggiungere un edificio interamente in pietra dove è situato un gigantesco torchio da vino, datato 1706.

Lungo il sentiero principale, ci si imbatte in un altro punto di notevole interesse, nei pressi di una cappella, situata in una zona panoramica da cui si può osservare dall’alto l’area dove un tempo sorgeva l’antico borgo di Piuro, cancellato dopo la frana del 4 settembre 1618. Da qui restano ancora 200 metri di dislivello per raggiungere Savogno, dove, una volta arrivati, si può godere di un panorama della vallata strabiliante, da uno dei più suggestivi terrazzi naturali della zona.