Il borgo abruzzese di Guardiagrele, la “città della pietra” di D’Annunzio

Situato nel Parco Nazionale della Maiella, in provincia di Chieti, il borgo citato da Gabriele d'Annunzio ospita interessanti musei e splendide architetture

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Redazione

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Pubblicato: 20 Gennaio 2019 08:30Aggiornato: 24 Aprile 2024 13:47

Piccolo comune situato nella provincia di Chieti, in Abruzzo, Guardiagrele si trova nel cuore del Parco Nazionale della Maiella ed è annoverato tra i Borghi più Belli d’Italia.

Esplorato dalle telecamere di “Kilimangiaro”, arrivato quarto nella sfida per la nomina a Borgo dei Borghi 2018, Guardiagrele ancora oggi è noto per le sue produzioni artigianali e per la lavorazione dei metalli: fu questo, insieme ad Agnone, il primo posto in cui si iniziò a produrre la presentosa, gioiello abruzzese femminile usato nelle occasioni di festa.

A rendere famoso Guardiagrele è senza dubbio anche l’appellativo coniato da Gabriele D’Annunzio, che nel suo “Il trionfo della morte” ribattezzò il borgo “città della pietra”, soprannome utilizzato ancora oggi per sottolineare la presenza di numerose architetture in pietra, proveniente proprio dalla Maiella.

La storia di Guardiagrele

L’origine del nome di questo comune abruzzese sembrerebbe essere legato alla storia stessa del luogo e alle influenze che lo hanno attraversato nei secoli: dal nome primitivo Aelion, dedicato al dio Apollo, si sarebbe poi passati a Graelium e Grele, appellativi scelti rispettivamente da Romani e Longobardi. Sempre da questi ultimi deriverebbe al nome quasi definitivo Guardia di Grele, che indicava la presenza di un posto di vedetta militare del quale oggi rimane soltanto un torrione.

Dopo la fondazione avvenuta in epoca medievale, Guardiagrele inizia a svilupparsi e farsi un nome grazie al proprio artigianato locale, e nel 1391, a conferma della sua vivacità civile ed economica, ottiene il permesso di battere moneta dal Re di Napoli, rimanendo piazzaforte militare del Regno di Napoli per tutto il XV secolo, vantando la presenza di ben 33 torri.

Dopo il periodo di maggiore splendore, Guardiagrele vive secoli tribolati caratterizzati da diversi avvenimenti che arrecano pesanti danni al borgo, dal terremoto del 1706 al passaggio delle truppe francesi del 1799, fino ai più recenti bombardamenti degli alleati che tra il 1943 e 1944 presero di mira un luogo all’epoca occupato dai tedeschi durante la Seconda Guerra Mondiale.

La Collegiata di Santa Maria Maggiore a Guardiagrele.
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La Collegiata di Santa Maria Maggiore nel centro di Guardiagrele, in provincia di Chieti.

Cosa vedere

Oggi Guardiagrele rappresenta un piccolo gioiello del centro Italia, con un centro storico tutto da visitare ammirando l’uso, ancora molto evidente, di pietra e mattone che sottolinea il legame con la vicina Maiella, dato che il borgo è situato proprio alle sue pendici.

La Chiesa di Santa Maria Maggiore, risalente all’XI secolo, è certamente tra i punti di interesse principali per le bellezze racchiuse al suo interno, dalle sculture raffiguranti l’incoronazione della Vergine collegate alla scuola di Nicola di Guardiagrele al portale ogivale trecentesco, senza dimenticare l’affresco di San Cristoforo firmato da Andrea De Litio sotto il porticato.

Proseguendo nell’itinerario si possono ammirare altri edifici storici che, al netto delle ristrutturazioni o ricostruzioni avvenute dopo il terremoto di inizio 1700, conservano tracce risalenti ai secoli precedenti: è il caso della Chiesa di San Nicola di Bari, ma anche del complesso monumentale di San Francesco, la cui struttura è stata realizzata nel Trecento e che oggi ospita il Museo del Costume con oltre 300 oggetti dalla fine dell’Ottocento alla metà del Novecento.

Ma a Guardiagrele non mancano anche esempi di architettura più recente, come Palazzo Liberatoscioli, edificio in stile liberty nato negli anni Venti, a Palazzo Vitacolonna, del quale si può apprezzare la realizzazione interamente in mattoni.

Cosa fare

Il profondo legame che unisce Guardiagrele al Parco Nazionale della Maiella non è visibile soltanto negli edifici del centro storico, ma sopravvive oggi anche e soprattutto grazie alle numerose attività in natura che è possibile svolgere nei dintorni del borgo.

È possibile infatti organizzare passeggiate e trekking lungo i sentieri del parco, immersi in una montagna di boschi e d’anfratti, di pascoli e di vallate.

Un buon modo per ricompensarsi dopo la fatica di una camminata è senza dubbio puntare sulla gastronomia locale, che significa soprattutto pasticceria: torroni, marzapane, amaretti e soprattutto le sise delle monache, paste freschi di pan di spagna farcite di crema e cosparse di zucchero a velo.

Una visita Guardiagrele può facilmente diventare un’occasione per allungare l’itinerario ai borghi vicini, da Crecchio, anch’esso in provincia di Chieti, fino a Pacentro e Pescocostanzo, situati invece in provincia dell’Aquila.