Le parole che solo chi viaggia può comprendere

Ci sono parole così complesse e profonde che sono impossibili da tradurre

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Sabina Petrazzuolo

Lifestyle editor

Una laurea in Storia dell’arte, un master in comunicazione e giornalismo e una vocazione per la scrittura, scova emozioni e le trasforma in storie.

Ci sono delle parole, legate al viaggio, che sembrano essere lontane dai più tradizionali significati, incomprensibili per molti, ma così facilmente intuibili da parte di chi, questi termini, se li è cuciti addosso.

Quelli che hanno scelto di dare un senso alla propria vita attraverso il viaggio, quelli che partono per innamorarsi di luoghi lontani e sconosciuti o chi ama perdersi nelle città vicine ed eterne. Quelli che prima di viaggiare con il corpo, lo fanno con il cuore e con l’anima, quelli che sanno esattamente di cosa stiamo parlando.

Il vocabolario dei viaggi è ricco di parole che non hanno un corrispettivo esatto in altre lingue e che sono quindi intraducibili. Attorno all’esplorazione ruotano, infatti, dei concetti complessi che non possono essere riassunti in un’unica parola.

La parola Wanderlust, ad esempio, li include un po’ tutti, quegli esploratori nell’anima che hanno fatto del viaggio una vera e propria ragione di vita. Nel nostro Paese, e non solo, si utilizza spesso questo termine per descrivere quel desiderio di viaggiare intriso nel DNA, ma cosa vuol dire esattamente? Lust significa desiderio e wandern vuol dire vagare, ma non nel senso stretto del termine, è qui, infatti, che entra in gioco l’introspezione. Wandern è l’attività dei poeti e dei filosofi, quella dell’anima, quella che fa il Viandante nel mare di nebbia di Friedrich, che infatti è un Der Wanderer über dem Nebelmeer.

La seconda parola che rientra tra le intraducibili, nel vocabolario dei viandanti, è Flâneur. Più che indicare una persona, il termine delinea un atteggiamento legato alla città e alla sua scoperta. Il termine infatti è nato nella Parigi ottocentesca, quando poeti, intellettuali e artisti amavano trascorrere il tempo e perdersi tra le strade cittadine, dalle quali poi trarre le più belle ispirazioni.

Altra parola intraducibile e tormentata è la tedesca Fernweh che, letteralmente, vuol dire lontano. Questo termine però non suggerisce solo la voglia di esplorare terre sconosciute quanto più un vero e proprio dolore che implica il sofferente e sentimentale desiderio di fuggire via.

L’ultima parola di questa nostra lista, forse la più bella e complessa, è Sehnsucht. Tradotta letteralmente vuol dire nostalgia e in effetti si tratta di quel sentimento che ogni viaggiatore conosce bene, quello che si collega al bisogno e alla mancanza di un luogo che è entrato nel cuore.