Cosa visitare nei dintorni della città di Torino

Voglia di una gita fuori porta vicino alla città di Torino? Ecco le migliori idee per una fuga

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Paola Barni

Giornalista e web content editor

Giornalista professionista, ama le parole scritte quanto i viaggi. Il mondo è un posto bellissimo, e ogni occasione è buona per scoprirne un pezzettino e raccontarlo.

Riscoperta negli ultimi anni come meta turistica, Torino ha davvero un fascino speciale. I suoi palazzi eleganti in stile Liberty, i larghi viali, i portici e l’atmosfera chic ricordano un po’ lo stile parigino. D’altronde, la città piemontese è stata anche capitale d’Italia, dal 1861 al 1865, e quell’allure regale si respira ancora oggi. Un’aria chic che si ritrova pure nei caffè e nella ricchezza dei musei, come il celeberrimo Museo Egizio e Palazzo Reale che sorge in Piazza Castello.

E poi ci sono lo spettacolo delle Alpi, che la racchiudono come a proteggerla, e del Po, che scorre lento e maestoso proprio nel centro. Insomma, la città è una destinazione perfetta per una piccola vacanza, in tutte le stagioni dell’anno. Ma è anche la base ideale per una gita fuori porta da Torino.

Cosa visitare nei dintorni della città di Torino  

È facile organizzare una gita fuori porta a Torino, dato che le bellezze – e le bontà – a breve distanza dal capoluogo non mancano di certo. Nell’arco di pochi chilometri di viaggio si trovano famose testimonianze storiche e culturali, come la Sacra di San Michele, e territori legati a doppio filo con la migliore enogastronomia italiana. È un peccato mortale non concedersi un tour nelle Langhe, alla scoperta dei vitigni del Barolo e del Barbaresco, così come privarsi di un assaggio del pregiato tartufo. Alba, Monforte d’Alba, la regione del Canavese sono solo alcuni dei luoghi da visitare nel corso di escursioni giornaliere o addirittura da declinare in un weekend fuori porta Torino.

Idee per una gita fuori porta Torino

Cultura o gola? Sacro o profano? Per una gita fuori porta a Torino non c’è davvero che l’imbarazzo della scelta. Certo, a brevissima distanza dal centro città ci sono tesori incredibili come la Venaria Reale, l’immenso complesso di palazzi e giardini dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’Unesco nel 1997 o il Parco del Valentino, polmone verde di Torino e primo parco pubblico d’Italia, con il romanticissimo Castello del Valentino.

Ma è spostandosi un po’ di più che ci si può immergere nel cuore del Piemonte, quando le colline non sono ancora montagne e regalano bellissimi panorami, ottimi vini e testimonianze risalenti al Medioevo. Le distanze sono relativamente contenute e tanto si può fare e vedere anche in poco tempo. Con un minimo di organizzazione, un tour enogastronomico nelle Langhe o una salita alla Sacra di San Michele diventano un bellissimo tema per una gita fuori porta a Torino.

La Sacra di San Michele, nel mondo de Il Nome della Rosa

Chi non ha letto – o almeno visto il film con Sean Connery – de Il Nome della Rosa, il capolavoro di Umberto Eco? Ecco, la Sacra di San Michele è l’abbazia che ha ispirato l’intera ambientazione, e già per questo merita la visita. Al di là delle passioni di bibliofili o cinofili, questo monastero situato a una quarantina di chilometri da Torino è un autentico spettacolo. Considerata uno dei più fulgidi esempi di architettura romanica in Europa, la Sacra di San Michele sorge sulla vetta del Monte Pirchiriano e domina la vallata della Val di Susa con panorami mozzafiato sulle Alpi.

La sua costruzione ebbe inizio a partire dal 983 e nel corso dei secoli ha accolto le tombe di diversi membri di casa Savoia. Come la sua omologa a Monte Sant’Angelo, sul Gargano, è consacrata all’arcangelo Michele. Pare che facesse parte di un lungo pellegrinaggio dedicato all’arcangelo che dalla Puglia toccava appunto il Piemonte per poi concludersi dopo 2.000 chilometri a Mont Saint Michel, in Francia.

Per circa duecento anni, e sino alla fine del XIV secolo, la Sacra ha ospitato un monastero benedettino. Il primo impatto con l’abbazia è davvero mozzafiato: vuoi per la posizione – sopraelevata ad abbracciare l’intera valle, con la Dora Riparia che la attraversa fra boschi e foreste – vuoi per la maestosità dell’edificio.

Una delle principali particolarità della costruzione è la Porta dello Zodiaco, un portale in marmo del XII secolo riccamente decorato con immagini di putti. Per raggiungere la porta, però, occorre superare i 243 gradini della cosiddetta Scala dei Morti. Deve il suo nome al fatto che è bordata da nicchie e tombe nelle quali un tempo erano conservati i corpi dei monaci benedettini defunti. Comunque sia, l’esperienza merita sicuramente una gita fuori porta da Torino. Per non perdersi nella valle, è interessante l’opzione dei tour guidati che partono direttamente dal capoluogo piemontese. Niente stress, solo belle scoperte!

Monforte d’Alba, a caccia di tartufi 

Le Langhe sono un’autentica fucina di bontà. Questo territorio, che di dipana tra le colline comprese tra le province di Cuneo, Asti e Alessandria, regala tesori come i tartufi e i celebri vini piemontesi. Merita almeno una gita fuori porta da Torino, o ancora meglio un weekend, per scoprirlo e “degustarlo”.

Per chi ha poco tempo, l’indicazione migliore è quella di prenotare un’escursione da Monforte d’Alba che abbini sia l’esperienza della caccia al tartufo con esperti “cacciatori” locali a una degustazione di Barolo. In poche ore sarà possibile concedersi il meglio: imparare a scovare e a recuperare i tartufi seguendo i segreti dei professionisti, con gli immancabili cani addestrati, per poi ascoltare dalle loro parole tutti i misteri su questo prezioso frutto della terra.

I cacciatori, durante l’esplorazione nel bosco, spiegano come, dove e perché crescono i tartufi in questa zona del Basso Piemonte e quali sono le differenze fra tartufo nero e bianco. Dopo questa lunga passeggiata, sarà piacevolissimo concedersi una pausa rigenerante in una tipica azienda vitivinicola, dove partecipare a una visita dei vigneti con un enologo. Per finire in bellezza, niente di meglio che una degustazione in cantina per assaggiare i più famosi vini locali, compreso l’immancabile Barolo.

Nelle terre del Barolo e del Barbaresco

Un classico dei classici: la gita fuori porta da Torino che conduce fra i vigneti del Barolo e del Barbaresco, per una full immersion in questi pregiati “rossi”. Basta meno di un’ora di viaggio dal capoluogo per immergersi nei bellissimi centri delle Langhe dove vengono prodotti questi due celebri vini. Che, nonostante provengano dallo stesso vitigno – il Nebbiolo – e da due aree geografiche contigue, sono però diversi per gusto, struttura, profumo e “carattere”.

Il Barolo, infatti, viene prodotto esclusivamente sulle colline di 11 comuni delle Langhe occidentali: Barolo, Castiglione Falletto, Serralunga d’Alba, Monforte d’Alba, Novello, La Morra, Verduno, Grinzane Cavour, Diano d’Alba, Cherasco e Roddi. Il Barbaresco, invece, nasce in un territorio piccolissimo, quello compreso tra tre comuni – Barbaresco, Treiso, Neive e San Rocco frazione di Alba.

La differenza fra i due è data appunto dalla composizione del terreno: vale la pena assaggiarli a casa loro, nelle cantine dove vengono prodotti e fatti invecchiare in enormi botti. Una degustazione dei vini piemontesi è un’ottima idea per una gita fuori porta da Torino, anche per scoprire i bellissimi centri medievali della zona, quasi tutti punteggiati da antiche torri. Dovunque si decida di fermarsi per una sosta golosa, c’è una certezza: si mangerà e si berrà benissimo!

Nel Canavese, castelli e buona tavola

Castelli, fortezze, la collina che diventa montagna e una cucina tradizionale che sa accontentare tutti: è quello che promette, e mantiene, il Canavese. Ancora poco battuto dal grande turismo, il Canavese è una regione storico-geografica che si sviluppa fra Torino e la Valle d’Aosta e, verso est, il Biellese e il Vercellese. In una giornata è possibile effettuare una gita fuori porta da Torino: la zona è molto interessante sotto il profilo geografico e paesaggistico, perché è ricca di laghi, colline, boschi e castelli. Inoltre, vanta una storia antichissima, dato che è stata un crocevia per gli eserciti, i mercanti e i pellegrini lungo la Via Salaria e la Via Francigena attraverso la valle del Monte Bianco e delle Alpi Graie per raggiungere Torino.

Una delle meraviglie della regione è la Serra Morenica di Ivrea, una delle più grandi colline moreniche del mondo, dove prosperano i vitigni che danno origine ai vini Carema Nebbiolo e Caluso Erbaluce. Anche la città di Ivrea merita una sosta: il borgo storico, di impianto medievale su una collina, è perfettamente conservato ed è patrimonio dell’Unesco. Il monumento simbolo è sicuramente il Castello Sabaudo o Castello delle Tre Torri, celebrato anche dal Carducci.

Ma l’intera zona è punteggiata di fortezze e manieri, come il Castello Ducale di Agliè o il Castello di Masino. Dopo il bello, ci si merita anche il buono: i tour privati alla scoperta del Canavese prevedono soste golose in cantine e ristoranti tipici per assaggiare le specialità tradizionali. Nel menù non possono mancare salumi e formaggi di pascolo alpino, gli involtini “Caponet” di verza con carne, cipolle ripiene con amaretto, la zuppa di erbe selvatiche “ajucche” servita con pane e la “bagna càuda”, la rinomata salsa a base di acciughe utilizzata come intingolo per le verdure fresche. Altrettanto immancabili gli assaggi di vino, con degustazioni guidate da enologi esperti: quando si dice viaggiare per piacere!