Lago del Sabbione, una perla tra le Alpi italiane

Tra le innumerevoli meraviglie dell'Alta Val Formazza va senz'altro nominato il Lago del Sabbione, specchio di magnifiche cime che superano i 3000 metri

Foto di Flavia Cantini

Flavia Cantini

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Content Writer specializzata nel Travel. Per me il successo è fare da grandi ciò che si sognava da bambini e se scrivo ed emoziono l’ho raggiunto.

Tra le innumerevoli meraviglie della provincia del Verbano-Cusio-Ossola e dell’Alta Val Formazza va senz’altro nominato il Lago del Sabbione, specchio di magnifiche cime quali il Corno di Ban dai suoi 3028 metri di altitudine, la Punta d’Arbola e il Blinnenhorn.

Dall’acqua color turchese, si tratta di un laghetto artificiale a 2500 metri sul livello del mare, la diga più alta della valle nonché il bacino idroelettrico più grande del Piemonte.

Un lago alpino da film

La sua costruzione fu ultimata dall’allora Edison nel 1953 per sbarrare la conca naturale e raccogliere così le acque del ghiacciaio dell’Arbola: durante i lavori, il regista Ermanno Olmi realizzò “La diga del ghiacciaio“, il suo primo cortometraggio per immortalare le fatiche dei 120 uomini che contribuirono a portare l’energia elettrica nell’Italia del Dopoguerra.

Ancora oggi, l’acqua del Lago del Sabbione, convogliata mediante una condotta, viene sfruttata dalla centrale idroelettrica di Morasco.

Meta prediletta da chi ama la montagna e dagli escursionisti, è attorniato da tre rifugi e punto di partenza privilegiato per emozionanti escursioni al cospetto di un panorama alpino che incanta e fa sognare.

Escursione al Lago del Sabbione da Riale

Una bellissima escursione parte dal piccolo borgo Walser di Riale, frazione di Formazza, e in particolare dalla diga del Lago di Morasco.

Lasciata l’auto, si costeggia tutto il lago fino ad arrivare dinanzi alla stazione di partenza della funivia ENEL: seguendo il sentiero, si attraversa un guado in tubi e, arrivati alla deviazione, si segue l’indicazione per Alpe Bettelmatt – Passo del Gries.

Arrivati alla piana del Bettelmatt a 2090 metri, nei pressi del rinomato alpeggio dove si produce l’omonimo e pregiato formaggio, si imbocca il sentiero ben tracciato che conduce, in circa 45 minuti, al Rifugio Città di Busto e a un campo da calcio a 2600 metri, il più alto d’Italia: da qui, scendendo leggermente, ecco il suggestivo Piano dei Camosci che si costeggia sul lato sinistro.

Arrivati al fondo, sempre a sinistra, occorre seguire la stradina sterrata in discesa e, superato un torrentello, si apre il sentiero sulla destra che, salendo, porta al muro della diga del Lago del Sabbione.

Per il ritorno, raggiunto il Rifugio Città di Busto, occorre prendere il sentiero per escursionisti esperti che, con una buona pendenza, scende al piazzale della funivia ENEL.

È un emozionante itinerario di grado E, con un dislivello di 750 metri, ideale per chi ha già dimestichezza con le escursioni in quota, che sa ripagare della fatica con vedute di rara bellezza.

Una vista mozzafiato e piacevoli rifugi

Una volta raggiunto il Lago del Sabbione, il panorama è strepitoso, con i ghiacciai dell’Arbola e dei Sabbioni che, purtroppo, negli ultimi decenni hanno subito un brusco ritiro, e le magnifiche vette che è davvero difficile smettere di contemplare. I rifugi a disposizione per una sosta ristoratrice in un ambiente rilassato sono tre, il Rifugio Claudio Bruno, il Rifugio CAI Città di Busto e il Rifugio 3A.

Per rendere l’esperienza ancora più magica, è consigliabile pernottare e avere così l’opportunità di ammirare il tramonto e l’alba in uno scenario che sembra provenire da un libro di fiabe.