Laghi di Colbricon, il paradiso segreto del Trentino tra natura incontaminata e avventure alpine

I Laghetti di Colbricon, tra le Dolomiti trentine, offrono natura incontaminata, storia antica, escursioni facili e panorami mozzafiato tutto l’anno

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Serena Proietti Colonna

Travel blogger

PhD in Psicologia Cognitiva, Travel Blogger, Coordinatrice di Viaggio e Redattrice Web di turismo, una vita fatta di viaggi, scrittura e persone

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Tra le imponenti cime delle Dolomiti trentine, i Laghetti di Colbricon si stagliano come due gemme nascoste che custodiscono storie antiche, silenzi profondi e panorami che tolgono il fiato. Camminare lungo i loro sentieri consente di immergersi in un mondo dove la natura mostra i suoi profili più autentici, tra boschi secolari e vette che sfiorano il cielo. Qui ogni passo regala una sorpresa, qualsiasi riflesso sul lago sembra raccontare una leggenda, e l’aria fresca quasi rimette al mondo. Scopriamo insieme cosa rende unici questi due specchi d’acqua tra natura incontaminata, antichi reperti e panorami mozzafiato.

Dove si trovano i Laghi di Colbricon

I graziosi Laghi di Colbricon prendono vita nel cuore delle Dolomiti di Primiero, in Trentino, una meta molto amata dagli escursionisti e dagli appassionati di montagna. Incastonati tra boschi di abeti e maestose pareti rocciose, offrono un’esperienza genuina e rilassante, che cambia volto e caratteristiche in base alla stagione.

Arrivarci  significa immergersi in paesaggi spettacolari dove natura e silenzio dominano, luoghi top per chi cerca un contatto vero con le maestose Dolomiti.

Cosa fare in estate ai Laghetti di Colbricon

Raggiungibili con una piacevole camminata da Malga Rolle, i Laghi di Colbricon sono di origine glaciale e si trovano a più di 1.900 metri di altitudine, in un contesto naturale fatto di boschi, pascoli e cime imponenti che regalano un’atmosfera di pace e autenticità difficile da trovare altrove. È il luogo più indicato per chi vuole staccare dalla frenesia quotidiana e immergersi in un’esperienza di montagna autentica.

L’escursione per arrivarci è adatta a tutti, e si rivela anche un ottimo punto di partenza per chi desidera proseguire verso itinerari più impegnativi. Dal Colbricon, infatti, partono sentieri che conducono a Cima Cavallazza, il Passo Tognazza e alla Forcella di Valmaggiore, mete che offrono panorami spettacolari e permettono di vivere un trekking alpino più intenso e appagante.

Ma anche chi preferisce restare vicino ai laghi può godersi una breve passeggiata panoramica nei dintorni, magari con una pausa picnic sulle sponde erbose, dove l’aria fresca e il silenzio sono interrotti solo dal canto degli uccelli e dal suono dell’acqua che scorre lenta.

Una particolarità affascinante dei Laghi di Colbricon è la loro storia. In questa zona ancora sopravvivono tracce di frequentazione preistorica, al punto che nelle loro vicinanze sono stati rinvenuti reperti mesolitici che testimoniano la presenza di antichi cacciatori che lavoravano la selce proprio in queste valli. Inoltre, il territorio è stato teatro di aspri scontri durante la Prima Guerra Mondiale, quando italiani e austro-ungarici si fronteggiarono proprio tra queste montagne. Una condizione che conferisce al paesaggio una dimensione storica che aggiunge profondità e fascino al contatto con la natura.

L’acqua dei laghi è gelida ed è fondamentale rispettare l’ecosistema delicato che li circonda. Il che vuol dire che fare il bagno non è vietato da ordinanze ufficiali, ma altamente sconsigliato per non alterare il delicato territorio.

Tra i due laghi si trova, inoltre, il Rifugio Colbricon, dove poter assaporare piatti tipici trentini e recuperare energie prima di riprendere il cammino. In alta stagione è meglio prenotare con anticipo, perché è molto apprezzato sia dai turisti italiani che stranieri.

Cosa fare in inverno ai Laghi di Colbricon

L’estate, rispetto ad altri momenti, permette di fare un numero maggiore di attività, ma è in inverno che i Laghi di Colbricon si trasformano in un angolo di magia silenziosa, lontano dalle folle tipica di altre zone ben più note d’Italia. Le escursioni in questa fase dell’anno richiedono un po’ più di preparazione e attenzione, ma nonostante questo regalano esperienze indimenticabili.

Il sentiero che porta ai laghi, percorribile a piedi con ramponcini su neve compatta, o con ciaspole in presenza di neve fresca, muta in un percorso di suggestione, con il bosco che è imbiancato, le cime intorno che scintillano al sole e il silenzio che viene rotto solo dal rumore ovattato dei propri passi sulla neve fresca.

Raggiungere i laghi in inverno è possibile, ma va fatto con le giuste precauzioni. È infatti fondamentale essere equipaggiati con scarponi da neve, abbigliamento tecnico, bastoncini e, per chi vuole spingersi oltre, anche ramponcini o ciaspole per affrontare tratti più impegnativi. La fatica è ripagata da panorami emozionanti, con i laghi che si trasformano in specchi ghiacciati, incorniciati da boschi di abeti carichi di neve.

Chi vuole vivere un’avventura più intensa può proseguire oltre i laghi verso il Passo Colbricon o la Cima Cavallazza, facendo ciaspole o sci alpinismo. Il Rifugio Laghi di Colbricon però è chiuso d’inverno e va quindi verificata la presenza di eventuali bivacchi.

Un’altra attività molto apprezzata è lo sci alpinismo, praticato da chi vuole scoprire i pendii intorno ai laghi e le valli circostanti, con dislivelli e difficoltà varie, adatti a più livelli di esperienza. Le condizioni della neve fresca e la bassa frequentazione rendono i Laghetti di Colbricon una meta ideale anche per gli appassionati di sport invernali più selvaggi.

Come arrivare

Arrivare ai Laghi di Colbricon, sia in estate che in inverno, è un’avventura che comincia già dal viaggio. Partendo da località come Predazzo o San Martino di Castrozza, si segue la strada che si addentra nel cuore delle Dolomiti, verso la Val Canali. In estate, l’accesso più comune parte dal parcheggio a Malga Rolle, circa un chilometro sotto Passo Rolle, un punto strategico da cui prende il via il sentiero il sentiero SAT 348, ben segnalato, che conduce ai laghi con un percorso facile e panoramico tra boschi di conifere, prati e viste sulle Pale di San Martino.

L’itinerario è lungo circa 4-5 km andata e ritorno, con un dislivello di più o meno 150 metri, e richiede 2 ore in totale, chiaramente a seconda del passo. Durante la bella stagione, sono attivi collegamenti in autobus o navetta dalle valli vicine fino a Passo Rolle, utili se non si vuole utilizzare l’auto.

In inverno, la strada fino a Malga Rolle è generalmente aperta e percorribile, salvo condizioni meteo estreme. Dal parcheggio si segue lo stesso sentiero SAT 348, trasformato in un percorso battuto da fare con ciaspole o ramponcini, in base alle condizioni della neve. L’escursione è di difficoltà facile-moderata, ma richiede l’equipaggiamento adatto, come scarponi invernali, abbigliamento tecnico, bastoncini, ed eventualmente, ramponcini o ciaspole.

Prima di partire, è sempre consigliato verificare le condizioni del meteo e della neve presso il Centro Visitatori del Parco Paneveggio – Pale di San Martino o l’APT locale.