Pyramiden, la città fantasma delle Svalbard conosciuta come la Pompei artica

Tra le distese estreme della Norvegia e il Polo Nord, si trova un villaggio fantasma sovietico: un luogo surreale dove il tempo sembra essersi fermato

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Elena Usai

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La scrittura, il viaggio e la fotografia sono le sue grandi passioni e quando parte non dimentica mai di portare un libro con sé.

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Un viaggio alle Svalbard regala panorami artici di rara bellezza, ma tra fiordi ghiacciati e silenzi polari c’è qualcosa che nessuno si aspetta: una città fantasma che sembra uscita da un film di spionaggio. È Pyramiden, l’ex insediamento minerario sovietico che permette di sbirciare dentro un passato rimasto sospeso nell’ultimo secolo.

La sua storia, fatta di ascesa, abbandono e un fascino irresistibile, è uno dei capitoli più sorprendenti dell’arcipelago. Il nome “Pyramiden” deriva dalla montagna triangolare e perennemente innevata che domina la valle di Spitsbergen, diventando la scenografia perfetta di questo luogo fuori dal tempo. La sua silhouette, infatti, richiama proprio quella di una piramide.

A sud, il maestoso ghiacciaio Nordenskiöld si apre sul Billefjorden, amplificando la sensazione di trovarsi davvero ai confini del mondo.

La storia di Pyramiden

La vicenda di Pyramiden è uno dei capitoli più sorprendenti delle Svalbard e intreccia geopolitica, risorse naturali e vita quotidiana ai confini del mondo.

Tutto è cominciato a causa del carbone, scoperto dagli svedesi nel 1910 quando Spitsbergen, come allora veniva chiamato l’arcipelago, era considerato terra nullius, ossia un territorio senza sovranità. Solo con il Trattato delle Svalbard del 1925 la regione passò sotto la Norvegia, pur mantenendo un principio unico: tutti i Paesi firmatari avevano il diritto di accedere alle isole e sfruttarne le risorse. Fu proprio questa clausola a permettere all’Unione Sovietica di arrivare qui nel 1927.

La vera e propria attività mineraria, però, iniziò solo dopo la Seconda Guerra Mondiale. Nel 1943, molte città dell’arcipelago furono distrutte durante l’operazione tedesca Zitronella, ma Pyramiden si salvò grazie ai ghiacci che impedirono alle navi di raggiungerla. Tra gli anni ’50 e gli anni ’80, il carbone estratto veniva spedito in Russia e la produzione toccò il suo apice: la popolazione raggiunse circa 1.000 residenti e Pyramiden divenne una vetrina ideale del sistema sovietico oltre la Cortina di Ferro. Scuole, un ospedale, un cinema, studi musicali e persino una piscina con acqua salata garantivano uno standard di vita più alto rispetto a molte città della madrepatria.

Tuttavia, la crisi economica degli anni ’90 e un tragico incidente aereo nel 1996, segnarono l’inizio della fine. Con l’ultimo carico di carbone estratto il 31 marzo 1998, la città venne abbandonata. Nel giro di pochi mesi si trasformò in una silenziosa città fantasma, ancora perfettamente intatta.

La città abbandonata di Pyramiden alle Svalbard
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L’entrata alla città abbandonata di Pyramiden

Dove si trova e come raggiungere Pyramiden

Pyramiden si trova sull’isola di Spitsbergen, l’unica stabilmente abitata dell’arcipelago delle Svalbard, a circa 1.000 chilometri dal Polo Nord. Il periodo migliore per visitare la città fantasma è la tarda estate: tra luglio e agosto il paesaggio è in gran parte privo di ghiaccio, le temperature più miti e il sole di mezzanotte illumina le giornate per 24 ore consecutive, regalando condizioni perfette per fotografare l’insediamento e i suoi panorami mozzafiato.

In inverno, l’avanzare del ghiaccio marino rende quasi impossibile raggiungere Pyramiden via mare. Per questo le escursioni si concentrano tra giugno e settembre e possono essere effettuate solo con una guida locale qualificata, necessaria sia per la sicurezza degli edifici potenzialmente instabili che per l’elevata presenza di orsi polari.

I viaggiatori più temerari possono anche trascorrere la notte al celebre Hotel Pyramiden, un grande edificio residenziale un tempo occupato dai minatori e trasformato in albergo alla fine degli anni Ottanta. Dopo anni di chiusura successivi all’abbandono della città nel 1998, l’hotel è stato ristrutturato e riaperto nel 2013, diventando oggi uno dei luoghi più suggestivi in cui immergersi nell’atmosfera sospesa della Guerra Fredda.