Sono tanti i luoghi abbandonati sparsi per il mondo, carichi di suggestioni speciali e per questo diventati delle attrazioni irrinunciabili per molti viaggiatori. Tra questi, uno dei più affascinanti al mondo, secondo la CNN, si trova in Italia. Parliamo di Craco, splendido paese fantasma immerso nei calanchi della Basilicata, custode antico di una storia rimasta cristallizzata all’episodio che ne ha stravolto le sorti.
Craco, un viaggio indietro nel tempo
Nel 1963, il centro storico di Craco fu evacuato a seguito di una frana di vaste proporzioni che l’ha reso il borgo fantasma celebrato anche dai media stranieri. Gli abitanti furono costretti a trasferirsi nella valle sottostante, nella località di Craco Peschiera. Purtroppo, l’alluvione del 1972 peggiorò ulteriormente la situazione, impedendone un’eventuale ripopolazione, fino al colpo di grazia inferto dal terremoto del 1980. Craco vecchia venne completamente abbandonata, trasformandosi in un presepe senza vita.
Del borgo antico resta oggi uno scenario di bellezza quasi irreale, una storia rimasta in sospeso e una leggenda inquietante. Abbarbicato su una collina di roccia biancastra, a metà strada tra le montagne e il mare, Craco dista circa 50 km da Matera. In origine si chiamava “Graculum”, che sta per “piccolo campo arato”. Nel Medioevo, fu prima un importante centro strategico militare, grazie al suo celebre torrione che domina la valle dei fiumi Cavone e Agri, poi sede di una universitas. Nel 1881, la popolazione aveva superato la soglia dei 2.000 abitanti. Verso la fine del XIX secolo, il perimetro urbano aveva raggiunto la sua massima espansione, contando numerosi palazzi nobiliari in vari punti del paese, di particolare bellezza architettonica, così come il municipio, le scuole, il cinema, le botteghe artigiane e il convento dedicato a San Pietro, edificato nel 1630.
Purtroppo, però, il territorio di Craco è stato da sempre interessato da un complesso sistema franoso. Ma i crachesi, nonostante le difficoltà che mostrava questa terra, non abbandonarono mai il loro paese, fino a che non furono costretti dall’enorme smottamento del 1963, determinato soprattutto dall’espansione urbanistica. Attualmente la popolazione, spostatasi a valle, conta circa 700 abitanti. Tuttavia, il fascino spettrale del borgo disabitato continua a fare da richiamo a turisti e registi di ogni parte del mondo.
Da borgo fantasma a location cinematografica
Il contesto paesaggistico, i colori e l’armoniosità della particolare e unica geomorfologia che ha reso celebre Craco in tutto il mondo, uniti al fascino dell’abbandono, hanno fatto del borgo fantasma lucano uno dei set naturali più ricercati dal grande cinema italiano e internazionale.
Tanti i film che sono stati ambientati in questo scenario surreale. Nel 1979, ad esempio, Francesco Rosi girò qui alcune scene del film “Cristo si è fermato a Eboli”. Il fascino dei luoghi ha ispirato anche Mel Gibson, che nel 2004 vi ha ambientato il suicidio di Giuda, scena topica del suo film “La passione di Cristo”. Fino ad arrivare a “Basilicata coast to coast” di Rocco Papaleo, girato in questi luoghi nel 2010.
Ciò ha contribuito ad accrescere l’interesse dei visitatori, spinti dalla curiosità di ammirare dal vivo il borgo fantasma immortalato sul grande schermo, portando alla creazione del Museo Emozionale di Craco (MEC), allestito all’interno dell’antico convento, che include una sala proiezioni e un archivio digitale storico, cinematografico e della memoria.
Riscoprire Craco attraverso un suggestivo itinerario
Nella primavera del 2011, il Comune di Craco ha inaugurato un breve itinerario che permette di esplorare il borgo in sicurezza, percorrendone il corso principale fino a quello che rimane della vecchia piazza, sprofondata a causa della frana. Successivamente, l’itinerario è stato arricchito con la visita nel cuore del paese fantasma, allungandosi sotto l’imponente Torre Normanna dell’XI secolo.
Da qui, nel silenzio interrotto solo dal canto degli uccelli, lo sguardo abbraccia la suggestiva distesa di calanchi, fino a scorgere il Mar Ionio. Ed è impossibile non lasciarsi sopraffare dalla sensazione di aver compiuto un incredibile viaggio indietro nel tempo.