Il Paese europeo in cui ci sono più turisti che abitanti

Tra le tante mete europee che soffrono per l'overtourism, c'è un bellissimo Paese che conta più turisti che abitanti: scopriamolo insieme

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Giulia Sbaffi

Web Content Editor

Web content writer, da sempre appassionata di storie e di viaggi.

L’overtourism è un problema che affligge moltissime, splendide mete turistiche: sono luoghi dove la presenza di visitatori è diventata così “ingombrante” da mettere addirittura a rischio l’ambiente e l’incolumità degli ecosistemi locali. In Italia ne abbiamo diversi esempi, e Venezia è forse il caso più emblematico. Ma a livello europeo c’è un Paese che supera ogni aspettativa, sebbene a prima vista potrebbe sembrare incredibile. Si tratta dell’Islanda, dove i turisti sono più numerosi persino degli abitanti.

Islanda, le statistiche drammatiche

Potremmo pensare l’Islanda come un luogo remoto e gelido, dove è impossibile trovare troppi turisti. Eppure, nel corso degli ultimi anni il Paese ha iniziato a soffrire per l’overtourism, quel fenomeno che vede quantità eccessive di visitatori affollare particolari località turistiche. A rivelarci il dato più drammatico è l’Organizzazione Mondiale del Turismo delle Nazioni Unite (UNWTO), le cui statistiche – aggiornate al 2019 – rivelano che l’Islanda ha più turisti che residenti. Addirittura, ci sono ben 5 visitatori per ogni abitante.

Chiunque immagini il Paese una landa desolata di ghiaccio, dunque, dovrà ricredersi: dal 2010 al 2018, il numero di turisti è aumentato del 400%. E se tutto ciò non può che aver giovato all’economia del luogo, ad avere la peggio è stata la fragile natura (una volta) incontaminata che caratterizza l’Islanda. Tanto che il governo, preoccupato per le conseguenze negative dell’overtourism, ha deciso di introdurre una tassa di soggiorno. Proprio come successo a Venezia, dove l’anno prossimo dovrebbe entrare in vigore questa misura di sicurezza.

L’obiettivo è quello di scoraggiare alcuni viaggiatori a scegliere il Paese per le proprie vacanze, allentando la morsa sulle bellezze naturali islandesi e riportando il numero di turisti ad un livello più accettabile per l’ecosistema locale. Non sappiamo ancora quando verrà introdotta la tassa di soggiorno, né a quanto ammonterà. Il primo ministro Katrin Jakosdottir ha annunciato che, almeno per iniziare, non sarà particolarmente alta. E il denaro ricavato verrà utilizzato per sviluppare al meglio le infrastrutture e i servizi pubblici, oltre che per migliorare la rete di trasporti.

Il problema dell’overtourism in Islanda

Quello dell’overtourism, insomma, è diventato un vero problema anche per l’Islanda. A fronte della maggior parte dei visitatori che si comporta in maniera responsabile, cercando di rispettare l’ambiente e le comunità locali, ci sono stati casi che hanno scatenato l’opinione pubblica. Come quei turisti che, ignorando i divieti, hanno noleggiato un’auto per guidare fuoristrada (rimanendo bloccati nel fango) e hanno rischiato di danneggiare pesantemente la fauna selvatica e la natura. Nel corso degli anni, questi casi si sono moltiplicati.

Turisti irrispettosi sono stati sorpresi a farsi selfie seduti sui ghiacciai, a camminare in zone incontaminate e a far volare droni in luoghi dove avrebbero potuto mettere in pericolo gli animali selvatici. Tuttavia, non c’è bisogno di arrivare a queste situazioni emblematiche: affollare il Paese oltre misura può già rivelarsi dannoso per l’ambiente. Questo non significa rinunciare definitivamente ad un viaggio alla scoperta delle meraviglie dell’Islanda: gli esperti consigliano di evitare una vacanza nei mesi più popolari, che sono generalmente giugno, luglio e agosto, prediligendo i periodi in cui il flusso turistico diminuisce nettamente.