Scavi rivelano nuovi segreti per i siti nuragici del Nord Sardegna

Un team di ricercatori e studenti dell'Università di Sassari, insieme ad altri colleghi di altre nazionalità, hanno portato alla luce altri siti nuragici in Sardegna.

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Priscilla Piazza

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Laureata in cinema, teatro e spettacolo multimediale, oggi lavora come redattrice e social media manager freelance

La Sardegna è una delle isole italiane più gettonate per le vacanze durante la bella stagione, soprattutto per le sue coste spettacolari, fatte di spiagge dorate e mare turchese in cui darsi alle immersioni alla scoperta della ricca flora e fauna marina locale, ma non solo. Infatti, oltre a offrire la spettacolare Costa Smeralda e altri svariati km di splendidi litorali, la Sardegna è nota anche per i suoi tesori archeologici e i siti di rilevanza storica.

I famosi nuraghi e i siti nuragici in Sardegna sono testimonianze archeologiche uniche e significative dell’antica civiltà nuragica, un’epoca che riguardò l’isola tra il II millennio a.C. e il III secolo d.C. Oggi, una nuova scoperta: dopo aver terminato tre campagne di scavi, l’Università di Sassari ha ritrovato ulteriori reperti archeologici nei pressi dei siti nuragici di Sos Muros, in zona Buddusò, del sito di Illoi, a Sedilo, e presso il sito di Ponte, in territorio Dualchi. Questi recenti ritrovamenti hanno portato alla luce ulteriori dettagli sul periodo compreso tra il XII e il VIII sec. a.C., ovvero l’arco di tempo che abbraccia la fine dell’Età del bronzo e la prima parte della cosiddetta Età del ferro. 

Cosa sono i nuraghi sardi

Avrete spesso sentito parlare dei nuraghi in Sardegna, ma cosa sono? Si tratta di torri dalla forma tronco-conica, costruite in pietra senza alcun utilizzo di legante, tipiche del territorio sardo. Queste strutture erano in antichità probabilmente utilizzate a scopo difensivo, come torri di avvistamento o come vere e proprie fortezze. Alcuni nuraghi erano davvero monumentali, con più di una torre all’interno dello stesso complesso.

I siti nuragici sono quindi vere e proprie aree archeologiche che includono non solo i nuraghi, ma anche altri tipi di costruzioni come le cosiddette “tombe dei giganti” (sepolture collettive a forma rettangolare o trapezoidale), le capanne circolari, i pozzi sacri e le mura difensive.

I siti nuragici in Sardegna sono distribuiti un po’ su tutta l’isola e rappresentano un patrimonio culturale di inestimabile valore, testimonianza di una civiltà complessa e avanzata che ha dominato la regione per secoli. Alcuni dei siti più famosi includono il complesso nuragico di Barumini (Su Nuraxi), il nuraghe di Santu Antine a Torralba, il complesso di Palmavera ad Alghero e il nuraghe di Losa ad Abbasanta.

Nuraghe Santu-Antine, Torrealba
Fonte: iStock
Il Nuraghe Santu-Antine a Torrealba

La scoperta nel Nord della Sardegna

La scoperta dei ricercatori dell’Università di Sassari ha visto la partecipazione al team per gli scavi archeologici di alcuni tra gli studenti dell’università nei corsi di laurea triennale e di laurea magistrale di Archeologia e della Scuola di specializzazione in Beni archeologici dell’ateneo di Sassari. Il team di Sassari ha collaborato con i colleghi delle Università di Cagliari, Genova, Bologna, Pisa e delle Universitad de Cadiz, Universität Weimar e della University of California di Los Angeles.

I lavori sono stati avviati grazie a una concessione ministeriale, insieme alla Soprintendenza e ai rispettivi Comuni di riferimento di ciascun sito nuragico.  Nel sito nuragico di Illoi sono stati ritrovati alcuni filari e altre tipologie di strutture, dapprima nascosti sotto il terreno e che ora hanno rivelato anche un bastione, insieme ad altri resti di un antico edificio religioso e di materiali in ceramica risalenti all’età del ferro ma individuati come provenienti dall’Oriente.

Il sito archeologico di Sos Muros, invece, ha portato al ritrovamento di una struttura dalla forma circolare nei pressi del santuario e del pozzo sacro, con molta probabilità lasciata a se stessa dopo un incendio. In questa struttura sono stati rinvenuti anche, sempre dallo stesso team di ricercatori, alcuni antichi manufatti per la filatura e la tessitura e ceramiche per l’ambiente cucina. I lavori hanno anche evidenziato quello che è il perimetro dell’edificio di forma circolare che ha le dimensioni di circa 12 metri di diametro, nei pressi del pozzo. Nei nuraghe di Dualchi, invece, gli scavi si sono concentrati negli spazi interni dell’edificio con pianta ellittica, portando al ritrovamento di ceramiche e manufatti in bronzo, testimonianza di quella civiltà.