A novembre verrà lanciato il sistema di ingresso/uscita (Ees) dell’Unione Europea

Scopriamo come funziona il nuovo sistema biometrico che automatizzerà i controlli alle frontiere internazionali dell’area Schengen

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Maria Grazia Casella

Giornalista specializzata in Travel

Giornalista esperta di viaggi e turismo, ha fatto della passione per il viaggio una professione, che l’ha portata a visitare oltre 80 paesi in tutti i continenti.

Dopo vari rinvii, finalmente è stata fissata la data: il prossimo 10 novembre l’Unione Europea inaugurerà il tanto atteso sistema di ingresso/uscita (EES). La conferma è arrivata direttamente dalla Commissaria europea per gli Affari Interni, Ylva Johansson, durante una visita all’agenzia eu-LISA a Tallinn, sede dell’infrastruttura tecnologica che gestisce il nuovo sistema biometrico che utilizzerà fotografie digitali e impronte digitali per registrare i viaggiatori provenienti da paesi extra-UE alle frontiere esterne dell’Unione Europea.

Inizialmente previsto per il 2022, il lancio è slittato più volte a causa di problemi tecnici e ritardi nell’installazione delle barriere automatizzate necessarie per i controlli alle frontiere internazionali dell’area Schengen. Sottolineando l’importanza e la complessità del progetto, Johansson ha dichiarato: “Il momento è finalmente arrivato. Ci sono stati momenti in cui avete creduto che non sarebbe mai successo, ma sta per accadere”.

Tutto si sta mettendo a punto. Siamo nella fase finale di test. Ora c’è un vero e proprio slancio. Vettori, operatori, stazioni ferroviarie, aeroporti, tutti si stanno preparando per il grande giorno, quando tutti i posti di frontiera saranno connessi in tempo reale. Diremo addio ai timbri sul passaporto per dare il benvenuto ai controlli digitali per tutti i viaggiatori in arrivo dai paesi extra-UE, facilitando i viaggi e velocizzando i controlli alle frontiere.”

Come funziona il sistema EES

L’EES sarà adottato da tutti gli Stati membri dell’UE, con l’eccezione di Cipro e Irlanda, e sarà attivato anche in Islanda, Lichtenstein, Norvegia e Svizzera, che pur non essendo membri dell’UE fanno parte dell’area Schengen. Una volta operativo, rappresenterà un significativo cambiamento per i circa 700 milioni di viaggiatori extracomunitari che ogni anno attraversano le frontiere europee. Per contro, dovrebbe far sentire più sicuri i 450 milioni di cittadini che vi risiedono.

Al momento del passaggio alle frontiere esterne dell’UE, i viaggiatori dovranno scansionare il proprio passaporto o altro documento di viaggio presso chioschi self-service. L’EES registrerà informazioni dettagliate come nome del viaggiatore, dati biometrici, data e luogo di ingresso e di uscita. Le scansioni facciali e le impronte digitali saranno rilevate ogni tre anni e rimarranno valide per più viaggi durante questo periodo.

Il sistema sarà automatizzato e obbligatorio per coloro che non necessitano di un visto per entrare nell’area Schengen, come per esempio i britannici. Mentre invece non si applicherà ai cittadini o residenti nell’UE, né a chi è in possesso di un visto per soggiorni di lunga durata.

Obiettivo sicurezza

Il principale obiettivo dell’EES è rafforzare la sicurezza delle frontiere dell’area Schengen, permettendo di identificare più facilmente i viaggiatori che superano il periodo di permanenza consentito, che è di 90 giorni su 180. La Commissaria Johansson ha sottolineato l’importanza di questa nuova misura affermando: “Con l’EES sapremo esattamente chi entra nell’area Schengen con un passaporto straniero. Sapremo se le persone rimangono troppo a lungo e potremo contrastare l’immigrazione irregolare. L’EES renderà più difficile per i criminali, i terroristi o le spie russe usare passaporti falsi grazie all’identificazione biometrica, alle foto e alle impronte digitali”.

Il Sistema di Ingresso/Uscita (EES) rappresenta un passo fondamentale negli sforzi dell’Unione Europea per potenziare la sicurezza delle frontiere, mantenendo al contempo l’apertura della regione. Registrando in modo sistematico i dati di ingresso e uscita dei viaggiatori non appartenenti all’UE, l’EES offre un meccanismo più efficace per il controllo delle frontiere e facilita il monitoraggio dei soggiorni irregolari, contribuendo alla lotta contro l’immigrazione irregolare.