L’Appia Antica, la regina delle strade, è candidata all’Unesco

Il ministero della Cultura ha lanciato la candidatura dell'antica strada romana "Regina Viarum"

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Ilaria Santi

Giornalista & Travel Expert

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Il ministero della Cultura ha lanciato la candidatura della via Appia Antica affinché possa essere inserita tra i Patrimoni mondiali dell’umanità dall’Unesco. “La Regina Viarum unisce territori ricchi di uno straordinario patrimonio culturale, archeologico e paesaggistico”, ha spiegato il ministro Dario Franceschini su Repubblica “e ha le caratteristiche per divenire uno dei più grandi cammini europei”.

L’antica strada romana, che collegava Roma con Brindisi – e quindi con gli sbocchi verso l’Oriente allora conosciuto -, era considerata dai Romani la “Regina Viarum”, la regina delle strade.

Un po’ di storia

Quando, verso la fine del IV secolo a.C., fu tracciata, la via Appia era una delle più grandi opere di ingegneria civile al mondo, con un enorme impatto economico, militare ma anche culturale. Questa strada fece da esempio per tutte le successive in quanto era larga poco più di quattro metri – 4,1 corrispondenti a 14 piedi romani – consentendo di essere percorsa in entrambi i sensi, oltre era fiancheggiata da larghi marciapiedi così da poter andare anche a piedi e raggiungere facilmente i villaggi che s’incrociavano.

Lungo l’intero tracciato s’incontrano luoghi che costituiscono un patrimonio culturale importantissimo, tra cui le antiche terme, splendide ville e persino sepolcri. L’Appia fu anche la prima delle grandi strade romane a prendere il nome non dal luogo verso cui era diretta, bensì dal magistrato – Appio Claudio Cieco – che l’aveva costruita.

La via Appia partiva da Porta Capena, nei pressi del Circo Massimo a Roma, e proseguiva fino a destinazione – inizialmente Santa Maria Capua Vetere, in Campania, e solo in un secondo momento fino a Brindisi – seguendo una linea retta.

Percorrere l’Appia antica oggi

Buona parte dell’Appia Antica oggi è scomparsa, ma ne restano ancora ben visibili e percorribili dei tratti, specie nei dintorni di Roma, divenuti meta di turismo archeologico. Nel 2016, infatti, è nato il Parco archeologico dell’Appia Antica, che ha lo scopo di tutelare e valorizzare i monumenti antichi dell’area della Capitale e dei Comuni di Ciampino e di Marino.

Tra i luoghi più iconici e che vale la pena visitare lungo l’Appia ci sono le Terme di Caracalla, il Sepolcro degli Scipioni, l’Arco di Druso, la Porta San Sebastiano, Villa di Massenzio con il Circo di Massenzio, il Mausoleo di Romolo e il Sepolcro dei Servilii, il Mausoleo di Cecilia Metella, i resti della Villa dei Quintili e l’Acquedotto e diverse catacombe.

La candidatura Unesco

La candidatura avanzata dal ministero dei Beni culturali è frutto di un lavoro congiunto sostenuto da ben 74 Comuni attraversati dalla via Appia, da 15 parchi, 12 città, quattro regioni e 25 università.

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Lo scopo è prima di tutto quello di tutelare quest’antica strada, ma anche di valorizzare e promuovere il sito Via Appia. Regina Viarum come itinerario turistico unico al mondo.

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Fonte: 123rf
La via Appia candidata all’Unesco