In viaggio dal Brennero alla Sicilia con i treni regionali

Una guida ricca di racconti, esperienze e consigli autobiografici, descrive un'Italia autentica e lontana dalle rotte turistiche più battute

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Ilaria Santi

Giornalista & reporter di viaggio

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Pubblicato: 5 Agosto 2024 16:21

Scrittore di viaggi e già autore di un altro libro dedicato agli itinerari ferroviari turistici italiani, “Binari. Racconti di viaggi e di treni sulle ferrovie minori italiane”, Fabio Bertino ha da poco pubblicato tramite piattaforma di selfpublishing “Italia ad altra velocità. In viaggio dal Brennero alla Sicilia con i treni regionali”. Una passione, la sua, per i treni e per quelle tratte lente e poco conosciute che permettono non soltanto un’esperienza di viaggio alla portata di tutti, ma di scoprire il nostro territorio nei minimi dettagli e nelle migliaia di sue sfaccettature.

Il suo ultimo libro, una guida ricca di racconti, di esperienze, di consigli autobiografici, descrive un’Italia autentica, lontana dalle rotte turistiche più battute, tra borghi, paesaggi e tanti tesori nascosti, perfetta per chi è sempre alla ricerca di nuove esperienze e di itinerari fuori rotta.

Perché hai sentito il bisogno di scrivere questo libro?

I viaggi in treno sono una mia passione da sempre. Ho avuto la fortuna di percorrere le “grandi” linee, dalla Transiberiana alla Transmongolica, dalla Tazara in Africa al Ghan in Australia, ma vivendo in uno dei Paesi con la rete ferroviaria più estesa al mondo (pensa che siamo il quarto Stato per densità ferroviaria per chilometro quadrato, prima di Stati Uniti, Russia, India e così via) non potevo non approfittarne! In particolare, ho deciso di dedicarmi alle linee regionali perché le trovo il modo più affascinante per andare alla scoperta dell’infinita varietà delle bellezze della provincia italiana, condividendo questa esperienza con le migliaia di persone che ogni giorno, per un motivo o per un altro, salgono su un vagone.

Tre anni fa, in un mio libro precedente, ho raccontato una serie di itinerari sulle ferrovie “minori” più conosciute ed amate (dalla Cuneo-Ventimiglia alla Circumetnea), percorrendo quindi l’Italia un po’ a macchia di leopardo. E, proprio in quell’occasione, è nata la voglia di un viaggio più ampio ed ambizioso, che mi portasse ad attraversare tutta la penisola, dalla stazione più a Nord a quella più a Sud, dalle Alpi allo Ionio, dall’Adriatico al Tirreno, dalle città ai piccoli paesi. E così… ecco “Italia ad altra velocità”.

“Preparatevi ad un viaggio straordinario. Non un viaggio qualunque, ma un’avventura che vi porterà a scoprire l’anima autentica dell’Italia” (Fabio Bertino)

Dei tanti itinerari che hai descritto, quale metteresti al primo posto e perché?

Domanda difficilissima, proprio perché attraversando l’Italia intera ciò che più mi ha colpito è la sua favolosa ricchezza. Lasciamene indicare due, non perché più belli ma perché sono uno a Nord e l’altro a Sud e quindi ricomprendono idealmente nel mezzo anche gli altri. Il primo è il Rovigo-Chioggia, perché porta alla scoperta di quella meravigliosa “terra d’acqua”, la terra dei gradi fiumi che nel libro ho definito la “Mesopotamia d’Italia”; e perché Chioggia esprime bene quel che ti accennavo sulle bellezze della provincia italiana.

Un luogo splendido, che ovunque sarebbe fra le attrattive principali dell’intero Paese, ma in Italia abbiamo tali capolavori assoluti (in questo caso Venezia) che in un certo senso mettono un po’ in ombra qualunque altra località. Il secondo è, invece, la linea che lungo la costa orientale della Sicilia porta fino a Pozzallo. In particolare, la tratta Catania-Siracusa-Pozzallo, semplicemente perché lungo l’intero tragitto tutto ciò che si incontra è pura meraviglia, dal mondo di lava di Catania e delle Aci a quello di luce del barocco siciliano delle province di Siracusa e di Ragusa.

Quale itinerario consiglieresti per chi ha un solo giorno?

Per un giorno suggerirei la Napoli-Portici, anche perché è stata la prima ferrovia d’Italia e in assoluto una delle prime al mondo. Perché si parte dalla favolosa densità di umanità, storia, architettura, cibo ecc. del Capoluogo campano e, sempre accompagnati dal Golfo di Napoli, si arriva in pochi minuti a Pietrarsa, dove si può dedicare parte della mattinata al Museo Nazionale Ferroviario, talmente bello e talmente ben organizzato da riuscire ad affascinare anche chi non è particolarmente appassionato di treni e viaggi in treno, per trascorrere poi il resto della giornata agli scavi archeologici di Ercolano, che non hanno bisogno di presentazioni. Davvero una giornata densa di emozioni e scoperte.

Per chi può dedicargli un weekend, invece?

Per un weekend, per uscire un po’ dagli itinerari più battuti, penso invece ad un breve tratto della ferrovia Adriatica. Di nuovo accompagnati dall’azzurro del mare, si può trascorrere una mezza giornata a Termoli, un piccolo gioiello che si è rivelata una delle scoperte più piacevoli di tutto il mio viaggio, dedicare poi un paio d’ore al paese di Campomarino (l’unica altra fermata in territorio molisano), uno dei quattro paesi molisani di tradizione arbereshe (gli italo-albanesi stabilitisi qui nel XV secolo) con la sua storia e i suoi bellissimi murales che raccontano, appunto, le tradizioni di questa comunità, per finire a Foggia, forse meno nota come meta turistica rispetto ad altre località pugliesi, ma che merita assolutamente una visita.

E per chi ha più tempo a disposizione?

Con più tempo c’è, invece, l’imbarazzo della scelta. Da Bolzano a Trento si godono tutte le bellezze e i paesaggi dell’Alto Adige e del Trentino, da Bolzano a Vipiteno, da Bressanone a Salorno a Trento; con la Terontola-Foligno si attraversa il cuore d’Italia, dal Trasimeno a Perugia, ad Assisi, a Spello fino a Foligno dove (il perché lo racconto nel libro) ci si trova letteralmente “al centro del mondo“; percorrere la costa tirrenica della Calabria in treno, dove ancora una volta i binari corrono di fianco al mare, significa rimanere senza parole per la bellezza continua di quel che scorre dal finestrino; della Catania-Siracusa-Pozzallo ti ho già detto, e così via.

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Fonte: IDM Südtirol Alto Adige - @Manuel Ferrigato
Viaggio in treno in Alto Adige

Il tuo non è solo un viaggio in treno, ma anche l’esplorazione del territorio che attraversi. Quali consigli ti senti di dare a chi legge il tuo libro?

Il consiglio è quello di approfittare in pieno del fatto di muoversi su un mezzo “lento” e, anzi, di fare di questo aspetto il punto di forza del proprio viaggio. C’è così tanto da vedere e da scoprire, e troppo spesso muovendoci solo fra le località più famose e frequentate sfioriamo meraviglie assolute, località affascinanti, piccole perle, e non ce ne accorgiamo neppure.

Oltre ai pregi, quali sono i difetti di viaggiare sui treni di cui hai scritto?

Riguardo ai pregi, credo che quel che penso al riguardo traspaia già da quanto ti ho raccontato finora. I difetti sono quelli noti: i ritardi, a volte l’affollamento e così via (lo so bene perché sono stato anche pendolare per quindici anni). Purtroppo, le linee regionali non sono valorizzate quanto si dovrebbe, e risentono quindi di questa scarsa attenzione. Però per me il viaggio in treno mantiene il suo fascino unico. Non solo quello romantico dei velluti dell’Orient Express o delle foreste senza fine della Transiberiana. Ma anche un fascino più concreto e reale, quello delle esperienze più vere ed autentiche di un viaggio.

Come lo stesso autore ricorda nella prfazione, questo libro non è solo un diario di viaggio, ma un invito a guardare con occhi nuovi il nostro Paese. Se siete viaggitori curiosi, non potete non farvi intrigare da questa lettura.