Linderhof, il castello-capolavoro della Germania

Alla scoperta del Castello di Linderhof, il più piccolo, sontuoso e apprezzato dal sovrano bavarese Ludwig II, ispirato alla celeberrima Versailles

Foto di Flavia Cantini

Flavia Cantini

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Content Writer specializzata nel Travel. Per me il successo è fare da grandi ciò che si sognava da bambini e se scrivo ed emoziono l’ho raggiunto.

La Baviera è favolosa terra di castelli e a tutti è ben nota l’inconfondibile immagine del Castello di Neuschwanstein, l’emblema del “castello delle fiabe” per eccellenza.

Eppure, non è stato l’unico a essere voluto dal Re Ludwig II: altrettanto sorprendente (nonché l’unico a venire completato) è il Castello di Linderhof, il più piccolo, sontuoso e apprezzato dal sovrano bavarese che ebbe l’intuizione di trasformare il vecchio padiglione di caccia del padre Maximilian II in una reggia sfarzosa ispirata alla celeberrima Versailles.

L’intento non era quello di realizzare un palazzo di rappresentanza bensì un piacevole rifugio personale dove trascorrere ore liete. Il Castello così come lo possiamo ammirare oggi è frutto di un intenso periodo di lavori e modifiche iniziato nel 1869 con la casetta reale e la successiva aggiunta di due padiglioni, tutte strutture in legno.
Nel 1873 il re approvò il progetto definitivo che includeva un elegante cottage con rivestimento in pietra: i lavori proseguirono fino al 1879, con la realizzazione del giardino l’anno seguente.

Visita al Castello di Linderhof, emozione a ogni passo

Varcare la soglia del Castello di Linderhof significa entrare in un mondo di meraviglie e provare emozioni a ogni sguardo e a ogni passo.

Sì perché, anche se più piccolo rispetto ad altri famosi manieri, è uno dei più sfarzosi che esistano, un susseguirsi di arazzi, velluti, sete, dipinti, ori, specchi, lampadari e pietre preziose con ogni stanza custode di segreti e sorprese.

Durante il tour guidato, è facile rimanere senza parole di fronte a cotanta opulenza.

Ecco, allora, la Stanza degli Arazzi, o Stanza della Musica, con arazzi e decorazioni che raffigurano scene bucoliche e la presenza di un Aeolodion, strumento musicale che unisce l’armonium e il pianoforte.

Proseguendo, è il turno della Sala delle Udienze, una stanza raccolta e intima utilizzata dal re come ufficio personale, tuttavia ricchissima e monumentale, impreziosita da decorazioni dorate e stucchi in stile rococò, e poi della Camera da Letto Reale, con una superficie di ben 100 metri quadri, quasi un intero appartamento: le scenografiche decorazioni sono una riproduzione delle note “camere opulenti” del Residenz di Monaco di Baviera, il soffitto è affrescato e su tutto domina un maestoso letto a baldacchino in velluto blu.

Ancora, dopo aver dato uno sguardo al Gabinetto Giallo, Rosa, Lilla e Blu, piccole stanze a ferro di cavallo con funzioni di accesso ad altre stanze, spogliatoio e salette private dalle pareti finemente decorate, altra meraviglia è la Sala da Pranzo con, al centro, il curioso Tischlein-deck-dich, il tavolo “che si apparecchia da solo” grazie a un movimento a scomparsa con cui i servitori potevano imbandire i pasti senza salire nella stanza per la privacy del re.

Infine, di sicuro impatto è la Sala degli Specchi, interamente ricoperta da specchi per un grandioso effetto di riflessi e luci: non mancano un pregiato tappeto, sculture in marmo di Carrara e caminetti in lapislazzuli.

Gli spettacolari Giardini del Castello

Se la magia degli interni può sembrare abbastanza, i Giardini del Castello non sono da meno, anzi.

Il fiabesco giardino dalla geometria perfetta, ideato dal giardiniere di corte Carl von Effner, è abbellito da statue, fontane, padiglioni e fontane, richiamando il fascino dell’Oriente, della cavalleria medievale e i fasti della corte dei Borboni.

A entusiasmare i visitatori sono, in particolare, la Grotta di Venere, incantata grotta artificiale con stalattiti alte una decina di metri e laghetto sotterraneo, il Chiosco Moresco, struttura in ferro e legno su due piani con all’esterno un tripudio di piante esotiche, la Casa Marocchina acquistata presso l’esposizione mondiale di Parigi nel 1878, e la Capanna di Hunding, riproduzione delle primitive abitazioni delle popolazioni germaniche, eretta nel 1876.