In Italia prende vita una valle assolutamente affascinante ma anche unica dal punto di vista culturale: nella parte bassa è predominante la tradizione latina, mentre in alta valle sopravvivono ancora le usanze degli antichi Walser. Il luogo in questione è la Valle Anzasca, nelle province di Verbano-Cusio-Ossola, che era uno dei giacimenti d’oro più grandi d’Europa, oggi riconvertito in sito turistico.
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La storia della Valle Anzasca
La storia di questo giacimento d’oro non è delle più allegre: nel febbraio del 1961, quattro minatori italiani morirono in un incidente sul lavoro per l’esplosione delle cariche di dinamite che stavano trasportando. Fu così che terminò l’estrazione dell’oro nella Valle Anzasca, ai piedi del Monte Rosa. Un giacimento enorme: era di almeno 20 chilometri quadrati, per circa 60 chilometri di gallerie.
Da quel momento in poi le miniere sono state dismesse e usate soprattutto come sito turistico, in quanto sono luoghi di interesse perché insegnano uno spaccato della storia di questo angolo d’Italia.
Secondo la tradizione, i primi a ricavare oro dai filoni minerari dell’Alta Valle Anzasca sono stati i Romani, soprattutto dai fiumi e nei terrazzamenti. Nei secoli successivi l’attività mineraria crebbe, aumentando l’interesse degli investitori. Ma fu solo con l’arrivo di capitali stranieri, nell’Ottocento, che divenne una vera e propria attività industriale.
La Valle Anzasca oggi
La Valle Anzasca oggi è un ricco connubio di storia e paesaggi mozzafiato. Si sviluppa per 30 chilometri a Ovest della Val d’Ossola con un dislivello di più di mille metri che culmina con il Monte Rosa. È una zona affascinante e che ancora conserva i suoi aspetti rurali e una natura selvaggia e incontaminata.
Non a caso sono tantissimi i percorsi escursionistici a disposizione dei viaggiatori, come altrettanti sono i centri da visitare che lasciano senza fiato. Ma al di là di tutto questo, c’è anche la possibilità di conoscere il suo importante passato per l’attività mineraria. Attualmente, infatti, è possibile visitare la miniera d’oro della Guia, nei pressi di Macugnaga, prima miniera d’oro delle Alpi e prima miniera-museo in Italia.
Cosa vedere in Valle Anzasca
L’incantevole Valle Anzasca si incunea nelle Alpi Pennine e, in particolare, separa la Catena dell’Andolla (a nord) dai Contrafforti valsesiani del Monte Rosa (a sud), mentre la parte alta della valle si affaccia direttamente sul Massiccio del Monte Rosa. Per facilitare l’accesso alle vette e l’escursionismo di alta quota, è dotata di alcuni rifugi e bivacchi. Sono 6, invece, i comuni che ne fanno parte e sono uno più bello dell’altro.
Piedimulera, un luogo di notevole importanza
Piedimulera è un piccolo borgo di poco più di 1000 abitanti che sfoggia un centro storico caratterizzato dalla presenza di numerosi edifici risalenti al Sei-Settecento che testimoniano che questo luogo era un centro di commerci tra le genti ossolane e quelle della Valle Anzasca.
Di particolare interesse è il Palazzo Testoni con ricchi saloni decorati con stucchi e pitture. Molto particolare anche la Parrocchiale dei Santi Giorgio e Antonio Abate, un edificio organizzato in una navata unica di stile classico. Al suoi interno sono conservati interessanti dipinti, opera del pittore Lorenzo Peretti, fra cui un affresco raffigurante il Martirio di San Giovanni Nepomuceno.
Piedimulera ha anche delle frazioni di notevole interesse. Una di queste è Cimamulera che si sviluppa su una roccia. Da queste parti è presente un’antica torre recentemente trasformata in abitazione civile.
Calasca-Castiglione, due borghi in un unico comune
L’altro comune che fa parte della Valle Anzasca è Calasca-Castiglione. In realtà sono si tratta di due borghi che vennero riuniti in un’unica entità amministrativa nell’ormai lontano 1928. Nonostante questo, conservato la loro fisionomia originale di distinti villaggi di montagna.
Degna di nota è anche la frazione di Antrogna dove si trova la Parrocchiale di Sant’Antonio Abate, un edificio a tre navate sormontato da una grande cupola e, nella sua facciata, composto da cinque arcate e da un massiccio pronao. La sua caratteristica principale? Possiede delle dimensioni inconsuete per essere una chiesa di montagna: per questo motivo è pubblicizzata come la “cattedrale tra i boschi”.
Nel territorio di Calasca è molto particolare il Santuario della Madonna della Gurva, una chiesetta eretta nel 1641 sopra un enorme masso a strapiombo su una forra del torrente Anza. Poi ancora Villa Belli, dimora di un’illustre famiglia calaschese ricordata per aver dato i natali al fisico Giuseppe Belli. Colombetti, a sud di Castiglione, è invece un borgo che si distingue per essere un modello esemplare di nucleo rurale in pietra ossolana ancora conservato. Ospita un ecomuseo all’aperto per valorizzare le sue belle abitazioni caratterizzate da logge e muri ad arco.
Macugnaga, il fiore all’occhiello
Macugnaga è un comune italiano sparso che senza ombra di dubbio è il fiore all’occhiello della Valle Anzasca. Si tratta di uno splendido borgo walser dominato dall’imponente parete est del Monte Rosa che si staglia sull’intera vallata con i suoi 4.634 metri di quota.
Cultura e tradizioni walser ancora caratterizzano Macugnaga: basta osservare l’architettura tipica delle sue abitazioni, ammirare i tradizionali costumi indossati dalle donne del posto per le occasioni speciali, udire la lingua Titsch ancora parlata dagli anziani o il tipico “Dorf”, piccolo nucleo abitativo del 1200.
Da non perdere da queste parti è la Casa Museo Walser nella frazione di Borca. Si sviluppa su tre piani e ospita una permanente collezione di riproduzioni, antiche stampe, fotografie e reperti inerenti alla vita quotidiana della colonia Walser di Macugnaga.
Macugnaga è un luogo adatto per soggiorni turistici sia durante l’inverno, grazie ai suoi 35 chilometri di piste, due anelli di fondo, uno snowpark e numerosi sentieri per le ciaspole, sia in estate per fare passeggiare tra i boschi, escursioni alla scoperta degli alpeggi e dell’Oasi Faunistica e praticare alpinismo di alto livello sulle cime del magnetico Monte Rosa.
Bannio Anzino, dagli incantevoli scorci
Il comune di Bannio Anzino è costituito da due paesi distinti, Bannio e Anzino. Il primo è la Capitale millenaria della Valle Anzasca e regala diversi luoghi di interesse come la chiesa parrocchiale di San Bartolomeo che testimonia la trasformazione del tempio preesistente, pochi anni dopo l’ultimazione dell’elegante campanile, monumento nazionale e datato 1592.
Anzino gode invece una certa notorietà per la devozione degli abitanti a sant’Antonio da Padova. Proprio qui, infatti, è conservato un quadro di pregevole fattura situato nell’omonimo santuario. Inoltre, è paese d’origine di importanti personaggi, tra cui Ludovico Quaroni, architetto romano del Novecento.
Vanzone con San Carlo, con insediamenti umani già in epoca romana
In questo comune sono stati trovati numerosi reperti databili attorno al I secolo d.C., rinvenuti in seguito a scavi archeologici di fine Ottocento. Un comune antico e interessante che nacque nel 1875 dalla fusione di San Carlo d’Ossola e Vanzone.
Oggi di particolare interesse è la chiesa parrocchiale di Santa Caterina d’Alessandria che sfoggia un’artistica porta in noce massiccio con scolpito, nelle due formelle centrali, il martirio di Santa Caterina. Non da meno è la torre di Battiggio, detta “dei Cani”, costruita in pietre locali squadrate, un’interessante caratteristica della Valle Anzasca.
Infine, la miniera d’oro, abbandonata nei primi anni del novecento, nota come la miniera dei Cani insieme a sorgente di acqua minerale, ricca soprattutto di ferro e di arsenico che ha caratteristiche curative e terapeutiche, conosciute fin dal Medioevo.
Ceppo Morelli, minor comune anzaschino
Pur essendo il minor comune della Valle Anzasca, Ceppo Morelli regala al visitatore un certo patrimonio storico e culturale. È impossibile non pensare, per esempio, alla chiesa di San Giovanni Battista che ospita un pulpito risalente al Settecento.
La frazione di Mondelli, invece, è il posto in cui scoprire la cosiddetta Casa degli Specchi, una dimora signorile in cui le pareti della sala da pranzo sono completamente ricoperte da specchi.