Le Langhe artistiche: tour di un Piemonte insolito

Ci sono alcuni angoli delle Langhe che spiccano sul caldo paesaggio per le tonalità accese di alcuni edifici d'arte moderna

Foto di Ilaria Santi

Ilaria Santi

Giornalista & reporter di viaggio

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

La zona delle Langhe è Patrimonio dell’Unesco dal 2014, insieme al Roero e al Monferrato e spesso è identificata dai borghi che dominano tranquillamente dall’alto delle dolci colline tappezzate da infiniti filari di vigneti. I colori di questo pittoresco paesaggio sono le diverse sfumature di verde, di giallo e di marrone.

Ma ci sono alcuni angoli delle Langhe che spiccano su tutto questo caldo paesaggio per le tonalità accese e quasi fluo. Sono quelli in cui è intervenuto l’estro di David Tremlett, artista che ha saputo dare una nota inaspettata a questi luoghi delle nostra millenaria tradizione.

La più rappresentativa di tutte le sue opere nelle Langhe è la Cappella del Barolo, a La Morra, che si trova sulla proprietà dell”azienda vitivinicola Ceretto, realizzata da Tremlett e da quel genio di Sol LeWitt. È la chiesa più colorata d’Italia, immersa tra i vigneti piemontesi.

Costruita nel 1914 come riparo per i lavoratori dei vigneti in caso di temporali o grandinate, la Cappella di SS. Madonna delle Grazie, mai consacrata, fu acquistata dalla famiglia Ceretto nel 1970 insieme ai 6 ettari del prestigioso vigneto di Brunate. Diroccata e abbandonata per anni, la chiesa è stata ristrutturata alla fine degli Anni ’90:  LeWitt si è occupato dell’esterno mentre e Tremlett dell’interno, trasformando un edificio in rovina in una splendida testimonianza di arte contemporanea.

Poi c’è la Chiesetta di Coazzolo, un minuscolo borgo di 300 abitanti in provincia di Asti, dove l’artista, nel 2019, vent’anni dopo la realizzazione della Cappella del Barolo, ha creato un nuovo “wall drawing” sulla chiesetta, tuttora consacrata, della Beata Maria Vergine del Carmine, edificata alla fine del ‘600 in aperta campagna, con una vista che spazia sulle colline del Moscato fino al Monviso. Anche la chiesetta di Coazzolo è merito di un nuovo trend di mecenatismo, voluta da Silvano Stella che ha pensato di lanciare un messaggio di rinascita del territorio attraverso l’arte.

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Fonte: Ufficio stampa
La Chiesetta di Coazzolo

La terza opera si chiama Open Space San Maurizio 1619 ed è stata realizzata nel monastero San Maurizio, un antico complesso cistercense del XVII secolo, per celebrare i 400 anni dalla fondazione. Lo spazio si trova a Santo Stefano Belbo, in provincia di Cuneo, all’interno di un Relais & Chateaux, il Relais San Maurizio, di proprietà della famiglia Gallo a Santo Stefano Belbo, terra di Cesare Pavese.

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Fonte: Ufficio stampa
L’Open Space San Maurizio 1619

L’ultima opera di Tremlett è stata inaugurata a fine luglio e si intitola Per Le Langhe. Si trova a Serravalle Langhe, all’interno dell’ex oratorio di San Michele, nel centro del paese. È stata commissionata dal Sindaco Davide Falletto. Si tratta di uno straordinario connubio tra arte antica e moderna in quanto una parte dell’ex oratorio mantiene un ciclo di affreschi quattrocenteschi d’impronta tardo-gotica e poi c’è il murale che, insieme alle altre tre chiese, diventa un nuovo itinerario turistico sulle orme di David Tremlett nelle Langhe.

Il tour getta le basi per un progetto più ampio dell’Ente del turismo Langhe Monferrato Roero che prevede la creazione di itinerari legati all’arte contemporanea e al design e che permetteranno di apprezzare non solo il patrimonio artistico del territorio, ma anche paesaggistico, enogastronomico, culturale e della tradizione. E i colori di Tremlett aggiungono una pennellata al paesaggio delle Langhe che appare, nelle sue forme e nelle sue geometrie, già un’opera d’arte.

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Fonte: Ufficio stampa
L’opera “Per Le Langhe” nell’ex oratorio di San Michele a Serravalle Langhe