Cammino delle Pievi: 20 tappe tra spiritualità e natura in Friuli

Il Cammino delle Pievi: 260 km tra natura, borghi e pievi storiche. Scopri tutte le 20 tappe con info pratiche, durata, dislivelli e consigli utili

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Greta Lomaestro

Content Advisor & Travel Expert

Laureata in Lingue, Letterature e Civiltà Euroamericane, è specializzata nella redazione di contenuti. Da sempre appassionata di viaggi e di montagne, ha nel cuore le nostre Alpi ma anche l'Islanda, il Nepal e i Grandi Parchi dell'Ovest americano.

Pubblicato: 22 Maggio 2025 17:00

Il Cammino delle Pievi è un itinerario in una zona molto poco nota ai più: la suggestiva Carnia, in Friuli-Venezia Giulia. Ispirato al Cammino di Santiago de Compostela, si presenta come un sentiero escursionistico di lunga percorrenza a tappe che attraversa un territorio con una forte individualità geografica e storica.

Il percorso assume una particolare rilevanza storico-religiosa per i pellegrini, oltre che prettamente escursionistica, perché si snoda tra natura, storia e spiritualità, toccando le cosiddette “pievi”, luoghi di silenzio e riflessione spirituale.

Dove si trova e perché sceglierlo

Questo itinerario in provincia di Udine, nel cuore del Friuli-Venezia Giulia, attraversa valli e diverse cime montuose della regione. Scegliere questo cammino significa innanzitutto immergerti nella natura incontaminata della Carnia, ma anche scoprire la sua storia millenaria attraverso le antiche pietre e i racconti dei locali, oltre che intraprendere un viaggio di spiritualità e riflessione. Il percorso è transitabile sia a piedi che in bicicletta, ma persino a cavallo per molti tratti, adattandosi ai gusti di tanti tipi diversi di pellegrini.

La storia e le origini del cammino

Le Pievi della Carnia sono considerate la memoria dell’evangelizzazione delle antiche popolazioni alpine: queste architetture, spesso isolate su colli e alture, sono sopravvissute a secoli di cambiamenti e rappresentano istituzioni che governavano la vita dei locali, non solo spiritualmente ma anche dal punto di vista normativo e comunitario.

Il percorso nasce articolato in diciotto tappe, ma nel 2013 è stato esteso a venti, includendo le comunità e i territori dell’alta Val But, della Val Pontaiba e della Val Chiarsò.

Il tradizionale luogo di inizio del cammino è Imponzo di Tolmezzo, specificamente presso Casa Emmaus. Il punto di arrivo è la Pieve Madre, a San Pietro in Zuglio, l’antica Julium Carnicum romana.

Le tappe principali

Il Cammino aggiornato si compone di venti tappe complessive, per un totale di circa 260 km, con un dislivello positivo totale di circa 9.834 metri. Il che lo rende un percorso impegnativo, adatto ad escursionisti ben allenati, anche se può essere suddiviso in porzioni più brevi o percorso solo in parte, tenendo presente che la lunghezza media di ciascuna tappe è circa 14 km.

Ecco l’elenco delle venti tappe:

  • Tappa 1, Imponzo – Illegio (3.6 km, 326 D+, 0 D-, 1h 20′): si parte da Casa Emmaus e si sale dolcemente tra sentieri in pietra, boschi e muretti a secco, in un tratto breve ma già ricco di fascino, con alcuni strappi più ripidi che conducono alla Pieve di San Floriano.
  • Tappa 2, Illegio – Santa Maria Oltrebut (7.5 km, 300 D+, 200 D-, 2h 20′): il percorso, semplice e scorrevole, attraversa prati e tratti boscosi; è adatto anche a bici e cavalli, e regala scorci aperti sulla valle del But.
  • Tappa 3, Tolmezzo – Cesclans (9.5 km, 350 D+, 250 D-, 3h): si cammina lungo antichi ponti sul fiume Tagliamento, tra passaggi ombreggiati e angoli rurali che conservano intatta la memoria storica del territorio.
  • Tappa 4, Cesclans – Villa di Verzegnis (12.2 km, 430 D+, 400 D-, 5h): il sentiero alterna salite tra i boschi a tratti su asfalto, con rilievi dolci modellati dall’erosione e panorami suggestivi che accompagnano fino alla pieve di San Martino.
  • Tappa 5, Villa di Verzegnis – Invillino (8.5 km, 280 D+, 300 D-, 3h): l’ombra dei boschi di conifere e le pendenze moderate rendono questa tappa particolarmente piacevole e rilassante.
  • Tappa 6, Invillino – Enemonzo (10.2 km, 150 D+, 120 D-, 3h 40′): si cammina agevolmente su asfalto tra borghi ordinati e paesaggi rurali, in una delle sezioni più facili dell’intero cammino.
  • Tappa 7, Enemonzo – Socchieve (6.1 km, 200 D+, 150 D-, 2h 20′): un percorso vario tra tratti di sentiero e strade secondarie, che offre scorci sulla valle e attraversa l’affascinante borgo di Nonta.
  • Tappa 8, Socchieve – Forni di Sotto (19.6 km, 700 D+, 600 D-, 6h 30′): tappa lunga e impegnativa, con una prima metà in salita tra faggete ombrose e una seconda parte più dolce che scende verso Forni di Sotto.
  • Tappa 9, Forni di Sotto – Forni di Sopra (10.8 km, 200 D+, 150 D-, 3h 15′): un cammino tranquillo tra prati verdeggianti, acque limpide e la biodiversità rigogliosa della Valle del Tagliamento.
  • Tappa 10, Forni di Sopra – Sauris di Sotto (18.3 km, 650 D+, 500 D-, 7h): itinerario panoramico tra pascoli d’alta quota e viste aperte; lungo ma non difficile, con la possibilità di accorciarlo grazie alla seggiovia.
  • Tappa 11, Sauris di Sotto – Rifugio Tenente Fabbro (15.7 km, 780 D+, 480 D-, 5h): una salita iniziale decisa lascia presto spazio a boschi silenziosi e pascoli aperti, con ampie vedute sull’Alta Carnia.
  • Tappa 12, Rifugio Tenente Fabbro – Sappada (21.4 km, 650 D+, 950 D-, 7h): tra le tappe più lunghe, attraversa le Alpi Carniche e il gruppo dei Brentoni, offrendo un’esperienza alpina autentica e scenari spettacolari.
  • Tappa 13, Sappada – Prato Carnico (19.3 km, 800 D+, 1000 D-, 7h 30′): una tappa faticosa ma memorabile nella Val Pesarina, con panorami continui sui monti Peralba e Cogliàns. L’ascesa al Monte Talm è una deviazione consigliata per la vista mozzafiato.
  • Tappa 14, Prato Carnico – Cella (13.2 km, 420 D+, 350 D-, 3h 45′): un piacevole saliscendi tra boschi e prati della Val Pesarina, con belle vedute sui gruppi del Crostis e dello Zoncolan.
  • Tappa 15, Ovaro – Zovello (12.3 km, 500 D+, 400 D-, 4h): si cammina tra i panorami aperti della Val Degano e le prime pendenze verso la Val Calda, in un tratto soleggiato e arioso.
  • Tappa 16, Zovello – Timau (17.3 km, 700 D+, 600 D-, 5h 20′): lunga ma mai difficile, si sviluppa tra boschi fitti e mulattiere comode, con una salita centrale più impegnativa.
  • Tappa 17, Timau – Treppo Carnico (8.2 km, 250 D+, 300 D-, 2h 20′): cammino breve e rilassato tra colline erbose e qualche tratto asfaltato, ideale per recuperare energie.
  • Tappa 18, Treppo Carnico – Dierico di Paularo (11.8 km, 450 D+, 380 D-, 4h): attraverso le valli di Pontaiba e dell’Alta Incarojo, si scoprono angoli selvaggi e paesaggi sospesi nel tempo.
  • Tappa 19, Dierico di Paularo – Piano D’Arta (23.4 km, 850 D+, 920 D-, 8h): una delle tappe più lunghe e dure, con fondo irregolare e durata prolungata, ma panorami grandiosi e atmosfera solitaria ripagano ogni sforzo.
  • Tappa 20, Piano di Arta Terme – San Pietro (7.2 km, 300 D+, 250 D-, 2h 40′): un’ultima tappa breve e rigenerante, che culmina alla magnifica Pieve di San Pietro di Zuglio, cuore spirituale dell’intero cammino.

Le pievi e i santuari migliori lungo il percorso

Tra le pievi e i santuari che si possono ammirare lungo il percorso sono:

  • Pieve di San Floriano di Illegio: risalente al IX secolo, è uno dei primi luoghi di culto cristiano della zona. Situata in posizione panoramica, domina la Valle del But e offre una vista mozzafiato sul paesaggio circostante.
  • Pieve di Santa Maria Oltrebut: costruita nel VI secolo su uno spuntone roccioso, offre anch’essa un’ampia vista sulla Valle del But. La sua collocazione strategica lungo l’antica strada romana Julia Augusta ne faceva un rilevante punto di controllo.
  • Pieve di Santo Stefano di Cesclans: fondata nell’VIII secolo, rappresenta un significativo esempio di architettura religiosa antica. La sua storia è strettamente legata ai patriarchi di Aquileia, che la donarono all’Abbazia di San Gallo, testimoniando l’importanza del luogo nel contesto ecclesiastico dell’epoca.
  • Pieve di San Martino: situata a Villa di Verzegnis, venne fondata anch’essa nell’VIII secolo. L’edificio che oggi possiamo ammirare è il risultato di un rifacimento settecentesco, che ha preservato la memoria dell’antica costruzione integrandola in una nuova veste architettonica.
  • Pieve di Santa Maria Maddalena: sorge sul Col Santino, un antico insediamento paleocristiano. È considerata erede di una basilica missionaria fondata dalla sede patriarcale di Aquileia, testimoniando la diffusione del cristianesimo nelle aree montane.
  • Pieve dei Santi Ilario e Taziano: costruita tra l’XI e il XII secolo, è una delle principali testimonianze della storia religiosa locale. La sua fondazione si inserisce nel quadro della riorganizzazione ecclesiastica voluta dal Patriarcato di Aquileia, che puntava a consolidare la presenza cristiana sul territorio.
  • Pieve di Santa Maria Annunziata: arroccata in una posizione dominante, offre una vista spettacolare sui dintorni. Nelle vicinanze sorgeva l’importante castello di Nonta, uno dei principali presidi fortificati della Carnia.
  • Pieve di Santa Maria del Rosario: situata ai piedi delle Dolomiti Friulane, rappresenta un interessante esempio di architettura religiosa alpina. La sua storia è intrecciata con le tensioni e i conflitti con la vicina comunità di Forni di Sopra.
  • Pieve di Gorto: le sue origini risalgono al V secolo, rendendola una delle più antiche della regione. L’attuale edificio, frutto di numerose ricostruzioni, fu probabilmente eretto tra il VII e il IX secolo e conserva una storia ricca di eventi e trasformazioni.
  • Pieve di San Pietro in Carnia: fondata nell’VIII secolo, è legata a una delle più antiche tradizioni di evangelizzazione dell’area. Era retta da un Capitolo di otto canonici, ciascuno dei quali disponeva di un proprio appartamento annesso all’edificio, a testimonianza della sua rilevanza ecclesiastica e amministrativa.

Altre chiese o luoghi di interesse includono la chiesa di San Leonardo ad Osais, la chiesa di San Canciano martire a Prato Carnico, la chiesa di San Martino a Ovaro, il Monte Talm e la “Campana dell’amicizia” sulla sua vetta, nonché il “Clap dal Ors” (la pietra dell’orso) lungo la prima tappa.

Regolamento e permessi

Presso Casa Emmaus a Imponzo, i camminatori possono richiedere la Credenziale del Pellegrino: questo documento funge da diario del percorso, sul quale viene apposto un timbro ad ogni Pieve raggiunta. Al termine del cammino, la Credenziale timbrata consente di ricevere la pergamena dell’Indulgenza Plenaria.

Prima di partire, è consigliabile recarsi presso il punto informativo, sempre nella località di partenza, per reperire materiale informativo, gadget e aggiornamenti sui percorsi, le località attraversate, le pievi, le visite guidate e gli accompagnatori. I percorsi sono generalmente considerati facili e sempre percorribili, ma temporali violenti possono renderli dissestati. Si consiglia di consultare gli aggiornamenti sul sito e chiedere informazioni ai valligiani, guardie forestali o sezioni CAI locali.

Dove dormire sul Cammino Delle Pievi

Rifugi, malghe e agriturismi lungo il cammino sono generalmente aperti durante la stagione estiva e autunnale, tra il 15 giugno e il 30 settembre, salvo diverse indicazioni. Le prime otto tappe non necessitano di punti di ristoro.

Lungo il Cammino, sono disponibili diverse opzioni di alloggio come alberghi, B&B, agriturismi e alberghi diffusi, soprattutto in cittadine più grandi, come nella zona tra Ovaro e Piano d’Arta.

Cosa mangiare lungo l’itinerario

Qui, il camminatore incontra una cucina montana schietta e generosa, profondamente legata alla tradizione contadina e pastorale. I sapori di queste terre si esprimono nei cjarsòns, ravioli tipici dal ripieno agrodolce che varia da valle a valle, nei salumi affumicati come il prosciutto di Sauris o la pitina, e nei formaggi d’alpeggio, tra cui spiccano il formadi frant e il formadi salât. Zuppe rustiche, gnocchi di zucca o di pane, e selvaggina come cervo o cinghiale accompagnano spesso i pasti nei rifugi o nelle osterie di paese.

Non mancano i dolci della tradizione, come la gubana friulana o le crostate con confetture fatte in casa. Il tutto è sempre accompagnato da un buon bicchiere di vino friulano o, più tipicamente in quota, da una grappa aromatizzata alle erbe di montagna.

Perché scegliere questo percorso

Scegliere il Cammino delle Pievi significa intraprendere un viaggio immersivo nella natura, nella storia e nella spiritualità della Carnia. È un percorso che permette di collegare e riscoprire le antiche Pievi, testimoni della storia e della fede delle popolazioni alpine. Sia per pellegrini in cerca di riflessione sia per semplici amanti della natura, il cammino fornisce un’esperienza unica per rallentare, ritrovare se stessi e scoprire la bellezza selvaggia di questa regione, seguendo le tracce di pellegrini e viandanti di un tempo.

È un percorso accessibile che può essere affrontato per intero o per tappe, adatto anche alle famiglie: basta scegliere le tappe più breve e meno faticose per far partecipare anche i bambini a questo cammino di scoperta!