Nel nel 1972 è stato mandato in onda “Le avventure di Pinocchio”, un film indimenticabile in cinque puntate diretto da Luigi Comencini. Racconta del burattino più famoso del mondo, una storia tratta dall’omonimo romanzo di Carlo Lorenzini, meglio conosciuto con il cognome di Collodi. Il grazioso borgo della provincia di Pistoia, infatti, è colui che ha dato lo pseudonimo all’autore di questa storia indimenticabile, un paese strettamente legato alla figura di Pinocchio tanto che vi è addirittura un Parco monumentale a lui dedicato.
Ma la verità è che non è l’unico borgo italiano particolarmente connesso al protagonista di uno dei capolavori della letteratura per l’infanzia. Seppur ambientato in Toscana, infatti, il film in più puntate è stato girato in una perla della Tuscia, un borgo in cui è ancora possibile camminare nei luoghi che sono poi stati portati sul piccolo schermo da Nino Manfredi, Gina Lollobrigida, Vittorio de Sica e Franco e Ciccio.
Indice
Farnese: l’itinerario di Pinocchio
Il borgo in questione si chiama Farnese e si distingue per essere un paesino arroccato su uno sperone tufaceo della provincia di Viterbo. Di origine medievale, sorge nel cuore della Selva del Lamone, un’area protetta formatasi su una colata lavica, e ospita diversi siti naturalistici e archeologici.
Numerose sono le attrazioni da visitare, ma gli appassionati di cinema non possono di certo perdersi l’itinerario che ripercorre le orme di Pinocchio: cinque tappe che attraversano tutto il borgo.
Ogni tappa è arricchita da un piccolo cartello che descrive la scena del film che è stata girata in quel posto specifico, comprensivo di immagini del lungometraggio stesso.
Set numero uno
Il set numero uno è situato in Via Circonvallazione 21. Decorato con opere di Street Art che spesso raffigurano lo stesso Luigi Comencini, è il punto in cui prende vita la prima scena del film: quella in cui Mangiafuoco arriva in paese per promuovere il suo spettacolo e Mastro Ciliegia cede a Geppetto il pezzo di legno che nel breve tempo sarebbe diventato lo stesso Pinocchio.
Set numero due e tre
I set numero due e tre, invece, si trovano entrambi in Corso Vittorio Emanuele 10. Nello specifico sono un lavatoio, attualmente chiuso e diverso rispetto a come appare nel film, e un vecchio palazzo.
Nel lavatoio Pinocchio viene arrestato dai carabinieri per aver rubato un pesce, mentre nell’edificio accanto va a chiedere qualcosa da mangiare, ma in cambio riceve solo una secchiata d’acqua sporca.
Set numero quattro
Il set numero 4 è situato in Colle San Martino 10 e nel film rappresenta la scuola di Pinocchio. Nei fatti è il bellissimo Palazzo Ceccarini-Chigi, costruito intorno al 1700 e oggi sede del Comune di Farnese. Scuola che, tra le altre cose, il burattino decide di marinare.
Set numero 5
Poi l’ultimo set: il numero 5. Si trova in Via Principe Amedeo e nel lungometraggio rappresenta la caserma dei Carabinieri. In realtà non è altro che la Rocca Farnese, un tempo residenza dell’omonima famiglia.
Cosa vedere a Farnese
Farnese non è di certo solo il borgo de “Le avventure di Pinocchio”, anzi, regala un centro storico ricco di siti di interesse e una natura che sa emozionare.
L’antico abitato si caratterizza per essere percorso da un’unica strada principale che fa il giro del borgo. Per accedervi basta entrare dalla “Porta Nuova”, realizzata nel 1613, dove si snoda un viadotto che collegava la Rocca alla Selva.
Poco dopo si fa spazio una piazzetta dove è presente l’ingresso principale della Rocca con il portale del Vignola, mentre dal lato opposto svetta la chiesa parrocchiale dedicata al Santissimo Salvatore. Da qui si dirama un numero pressoché infinito di viuzze laterali o stretti vicoli cechi, arcate in blocchi di tufo, piccole scalinate, angoli suggestivi e scorci fotografici impreziositi da piante e fiori.
La Rocca è senza ombra di dubbio l’elemento di spicco del borgo e il suo interno è un susseguirsi di rampe, corridoi, scale e cortili. Vi è custodita anche una cappella con una cupola visibile dalla coorte. La Chiesa del Santissimo Salvatore, invece, è il principale luogo di culto del paese e, al contempo, un vero scrigno d’arte.
Proseguendo la passeggiata tra le antiche case e atmosfere medievali, si incontra la Chiesa di Santa Maria della Neve risalente al X secolo. Poi ancora il monastero delle Clarisse, la vicina Chiesa Santa Maria delle Grazie (1560) e la Chiesa di Sant’Anna, realizzata verso la fine del XVI secolo.
Di particolare interesse a Farnese sono i caratteristici “pozzi a Butto” che in passato venivano utilizzati per la raccolta di grano o di acqua piovana.
Dalla Chiesa del Santissimo Salvatore si arriva al Giardino di “Sottocolonne”, per poi oltrepassare il viadotto e attraccare presso il Palazzo Chigi che risale al XVIII secolo. A completare questo viaggio che sembra portare indietro nel tempo sono edifici storici di un certo rilievo come il Palazzo Platonio, edificio che sfoggia un poderoso portale, che una volta era la residenza degli amministratori dei Farnese.
L’atmosfera che si percepisce in questi vicoli possiede un velo di magia, ad ogni angolo si fanno strada piccoli e graziosi cortili, stretti vicoli cechi e curiose scale esterne utili ad accedere ai piani superiori delle case. E a rendere il tutto ancor più raffinato ci sono tantissime piante verdi e/o con fiori, ambienti che ormai sono difficili da trovare altrove.
La Riserva Naturale Selva del Lamone
Farnese è anche uno scrigno di natura: il borgo sorge tra le meraviglie della Riserva Naturale Regionale Selva del Lamone che ha l’onore di tutelare uno dei boschi più integri e selvaggi di tutto il Lazio. Cresciuta su un’antica colata lavica formatasi tra 150.000 e 50.000 anni fa, vanta la presenza di numerose specie arboree e faunistiche.
Non meno importanti sono le testimonianze storiche e archeologiche che custodisce. Tra queste annovera ponti, villaggi fortificati, strade romane, luoghi di culto, necropoli e molto altro ancora.
Tra le maggiori attrazioni della Selva del Lamone è impossibile non citare le sue due spettacolari cascate: Pelicotonno, e la più celebre Cascata del Salabrone.
Per visitare tutte queste meraviglie è necessario seguire scrupolosamente i sentieri segnati, magari accompagnati da una guida esperta in grado di descrivere anche le bellezze naturalistiche e storiche della Riserva.
Insomma, questo borgo del Lazio è un incredibile set cinematografico, ma anche un luogo dove storia e natura si fondono in maniera egregia.