Una campagna incantevole costellata qua e là da stupende cittadine d’arte dalle tradizioni secolari, il tutto lontano dai grandi circuiti turistici che recano sì benefici all’economia ma un po’ meno alla quiete di queste terre bagnate dal sole e immerse in una tranquillità che sembra trarre origini dalla storia.
E’ la Val d’Orcia, un piccolo paradiso il cui nome deriva dal fiume che nasce dai colli di Radicofani e Sarteano per poi continuare il suo viaggio nell’alta Maremma fino a immettersi nell’Ombrone. Il fascino discreto della Val d’Orcia deriva dalla fusione armoniosa di storia e natura, tutte caratteristiche che l’hanno premiata e le hanno valso il prestigioso riconoscimento dell’Unesco come Patrimonio dell’Umanità.
Qui troneggia Pienza, il cui centro storico costituisce un esempio di urbanistica rinascimentale portata a compimento. Oggi la cittadina fa parte del Parco Artistico, Naturale e Culturale della Val d’Orcia che ha come obiettivo la conservazione del ricco patrimonio artistico dei cinque Comuni che ne fanno parte: Castiglion d’Orcia, Montalcino, Pienza, Radicofani e San Quirico.
Tra le attrazioni di queste magnifiche terre spicca il suggestivo borgo di Bagno Vignoni e la sua acqua termale, conosciuta fin dall’antichità dagli etruschi e dai romani. Oggi uno stabilimento termale offre una serie di servizi, dalle cure inalatorie alla fangoterapia, dai massaggi alla balneoterapia. Ma se la Val d’Orcia rappresenta un invito a godersi la dolcezza della natura e la bontà dei prodotti del territorio non per questo si dimentica della sua vocazione culturale.
Al bando il turismo frettoloso, questa zona non è fatta per essere attraversata di corsa. Molto meglio assaporarla lentamente, magari a piedi, a cavallo o in bicicletta. E, se dopo una meravigliosa passeggiata attraverso i suoi inconfondibili paesaggi, un certo languorino si fa sentire la gastronomia locale è prodiga nel sodisfare le voglie più golose: l’olio d’oliva, vero principe dell’agricoltura toscana, il profumo speziato dello zafferano coltivato ed esportato fin dal Medioevo, i formaggi tra cui troneggia il Pecorino di Pienza, senza dimenticare, naturalmente, quel bouquet inconfondibile che ha reso celebre la Toscana e il suo territorio: il Brunello di Montalcino. Rosso a Denominazione di origine Controlatta e Garantita (DOCG), può essere considerato, insieme al Barolo, come il vino rosso italiano dotato di maggiore longevità. Ma se il Brunello è il vino che meglio rappresenta la Val d’Orcia nel regno dell’enogastronomia, altrettanto importante è il cipresso nei suoi paesaggi. Ve ne sono dappertutto, costeggiano sentieri o abelliscono la cima di una collina e sono un po’ il simbolo di questa campagna tutta all’insegna della serenità e dell’armonia.
Un modo aternativo di visitare la Val d’Orcia pur rispettando la dolcezza dei suoi paesaggi è il treno. Chi ama il trekking e vuole riempirsi gli occhi con paesaggi di rara bellezza può salire sul Treno Natura. Si sale alla stazione di Siena e si scende a una delle numerose fermate che si trovano sulla linea Siena-Asciano-Torrenieri-Monte Amiata-Monte Antico. Camminare, respirare aria pura e guardarsi intorno per ammirare flora e fauna in un caleidoscopio di colori che cambiano a ogni stagione, in un alternasi i campi coltivati, dolci colline e macchia mediterranea, per poi ripartire verso sera. I più nostalgici potranno optare per un treno a vapore, il mezzo di trasporto che meglio di ogni altro esalta la lentezza e si sposa a meraviglia con la dolcezza dei paesaggi essenziali di questa terra.