Posto su uno sperone roccioso e con pittoresche case di pietra. Ecco come si presenta Chia, il borgo dall’indiscusso fascino misterioso che ormai, nella sua parte antica, è quasi del tutto abbandonato. Una località tanto amata da Pasolini che qui arrivava per prendersi una pausa dalla quotidianità, ritrovare la pace e connettersi di nuovo col mondo.
Chia, infatti, è un piccolo luogo lontano dal trambusto cittadino che fa parte del Comune di Soriano del Cimino, in provincia di Viterbo, e nella sua parte abitata oggi conta circa 400 anime. Il suo centro storico, circondato da una cinta muraria medioevale fortificata, è stato costruito intorno al 1100 e all’interno si trovano case, molte delle quali ormai in rovina e disabitate.
Questo borgo che si fa strada nel cuore della Tuscia entrò subito nel cuore di Pasolini che presto, oltre ad un luogo di fuga ne fece una seconda residenza dove passò i suoi ultimi anni di vita. Qui acquistò e restaurò un antico castello e la Torre di Chia, immersi entrambi nella silenziosa natura viterbese; posti di cui rimase affascinato nel 1964, quando girò le prime sequenze del film “Il Vangelo secondo Matteo”. Una torre che è stata per tantissimi anni il suo studio, dove l’intellettuale scrisse opere come “Petrolio” e le “Lettere luterane”, ed ora – come si legge nelle ultime cronache cittadine – è stata messa in vendita dagli eredi del poeta poiché non riescono più a prendersene cura a causa dei costi eccessivi di gestione. Non solo i privati potrebbero farsi avanti nell’acquisto, ma anche il Comune di Soriano che sogna di realizzare qui un museo per esporre l’archivio di Pasolini.
Un luogo davvero magico, vicinissimo ad un altro posto del cuore del regista e scrittore: le Cascate di Fosso Castello, in cui venne ambientato il battesimo di Gesù ripreso nel film “Il Vangelo Secondo Matteo”. Posti abitati in antichità dagli etruschi, dove dalle grotte ricavate dalla roccia vulcanica si realizzavano altari per omaggiare gli Dei, e poi ripresi negli anni Cinquanta dalla popolazione per macinare il grano (o le olive) con antichi mulini.
Oggi questi posti, proprio come allora, rappresentano ancora un’oasi rilassante tutta da scoprire perfetta per chi ama immergersi in percorsi naturali e ricchi di mistero.