L’innegabile comodità dei viaggi in aereo si scontra con la loro scarsa sostenibilità: nonostante le misure adottate finora, ogni volo ha un impatto enorme sull’ambiente. La Francia ha deciso di fare un passo avanti nella lotta contro le emissioni di carbonio, ufficializzando il divieto dei voli a corto raggio all’interno dei confini nazionali. Naturalmente, la legge disciplina attentamente le condizioni alle quali è possibile vietare il decollo di un aereo, per evitare disagi ai cittadini. Scopriamo tutte le novità.
Francia, addio ai voli a corto raggio
Sebbene fosse già stata inclusa in una legge sul clima del 2021, la norma riguardante il divieto dei voli a corto raggio è divenuta ufficiale solo nei giorni scorsi: le compagnie aeree avevano infatti chiesto chiarimenti alla Commissione Europea, per verificare se una disposizione del genere fosse legale. Si tratta di un primo passo verso l’abolizione completa delle tratte più brevi, che ovviamente potrà essere portata avanti solo poco alla volta. Al momento, il decreto che ha introdotto il nuovo divieto individua specifiche condizioni affinché un volo possa essere cancellato.
Il requisito principale è che esista un collegamento ferroviario che impieghi meno di 2 ore e mezzo per spostarsi tra le due destinazioni in questione. Inoltre, è necessario che il servizio alternativo sia frequente, ovvero in grado di accogliere i passeggeri extra che finora avevano viaggiato in aereo. L’obiettivo è infatti quello di non causare disagi ai turisti e – soprattutto – a chi si sposta per lavoro: per questo motivo, la legge prevede che ci siano treni sia al mattino che alla sera, per garantire viaggi di andata e ritorno in giornata.
Proprio sulla base di questi requisiti fondamentali, attualmente il divieto coinvolge solamente le tratte tra Parigi e tre importanti città francesi: Bordeaux, Lione e Nantes. L’abolizione dei voli a corto raggio – seppure al momento solamente parziale – fa parte di una più ampia politica volta a combattere il cambiamento climatico. I viaggi in aereo rappresentano un vero problema dal punto di vista della sostenibilità, e le misure finora adottate per ridurre l’impronta di carbonio – come le green fares promosse da alcune compagnie, l’uso di bio-carburanti o addirittura l’idea di pesare i passeggeri – non possono che influire solo in minima parte.
Le polemiche sul nuovo divieto
Naturalmente, l’adozione della nuova legge in Francia ha scatenato numerose polemiche. In particolare, attivisti e organizzazioni per il clima hanno protestato per quella che considerano un’iniziativa pressoché inutile. Innanzitutto a causa delle molteplici limitazioni che la sua applicazione incontra: ad esempio, molti voli a corto raggio continuano a partire perché i servizi ferroviari alternativi non vengono ritenuti sufficienti. Senza contare che la durata stessa del viaggio rappresenta un problema: da Parigi a Bordeaux il treno impiega meno di 2 ore e mezzo, ma se si prende in considerazione la distanza della città di destinazione dall’aeroporto Charles de Gaulle (uno dei due che serve la capitale), occorre più del tempo massimo imposto dalla legge.
Insomma, questo primo passo in avanti sembra poter apportare benefici davvero minimi alla questione dell’inquinamento. Basti pensare che il divieto riguarda solamente 5.000 voli all’anno, rispetto ai quasi 200.000 operati in Francia: ovvero appena il 2,5% del totale delle partenze. Qual è l’impatto di questa norma sulle emissioni di CO2? Secondo gli esperti, annualmente si potranno ridurre solo di 55mila tonnellate, il 2,6% delle emissioni totali prodotte dai voli interni effettuati sul territorio francese. Ci sarà comunque tempo per le valutazioni: il governo manterrà la legge in vigore per tre anni, prima di capire se vale la pena proseguire su questa strada.