Riunito a Nuova Dehli nella 46esima sessione annuale dal 21 al 31 luglio, il Comitato del Patrimonio Mondiale dell’UNESCO ha inserito la Via Appia nella propria lista dei patrimoni mondiali.
La Regina Viarium diventa, così, il 60esimo sito italiano che può fregiarsi dell’ambito riconoscimento da parte dell’Agenzia delle Nazioni Unite che ha il compito di proteggere e conservare tutti quei luoghi che rivestono un importante significato dal punto di vista culturale, storico e ambientale.
La candidatura proposta a gennaio 2023
La candidatura della Via Appia a Patrimonio UNESCO era stata promossa a gennaio 2023 direttamente dal Ministero della Cultura che ha coordinato ogni fase del processo e predisposto la documentazione necessaria per l’inoltro della richiesta d’iscrizione.
Si è trattato di un lavoro di squadra in cui sono state coinvolte molte istituzioni ovvero le regioni Lazio, Campania, Puglia e Basilicata, 74 Comuni, 13 Province e Città Metropolitane, 25 Università, 14 Parchi, numerose rappresentanze delle comunità territoriali, la Pontificia Commissione di Archeologia Sacra della Santa Sede e il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale.
Le parole di soddisfazione del sindaco e del ministro
Parole di soddisfazione sono state quelle del sindaco di Roma Roberto Gualtieri che ha dichiarato: “La via Appia Antica è il 60° sito Unesco italiano. Si tratta di un riconoscimento davvero importante per una strada storica che rappresenta il simbolo di un’intera civiltà, il percorso che ha sempre unito Roma al Sud della penisola e al resto delle popolazioni e dei grandi commerci mediterranei, tappa privilegiata per poi spingersi anche verso Oriente”.
“Attraversando paesaggi mozzafiato – ha aggiunto il sindaco – e spesso incontaminati, luoghi di grande importanza spirituale, catacombe e acquedotti maestosi, città e località storiche, la via Appia trova oggi la sua degna collocazione tra le grandi meraviglie del mondo. Abbiamo tutti una nuova opportunità ma anche il dovere, dal Ministero che ha promosso la candidatura a tutti i territori che oggi vengono attraversati dalla Regina Viarum, di valorizzarla di più, per conoscerla, ammirarla e viverla meglio ma soprattutto per tutelarla finalmente in maniera coerente con il suo valore inestimabile”.
Anche il Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano ha espresso parole di orgoglio per la nomina della Via Appia a Patrimonio UNESCO: “Esprimo tutta la mia soddisfazione e il mio orgoglio per il grande risultato ottenuto. L’Unesco ha colto l’eccezionale valore universale di una straordinaria opera ingegneristica che nei secoli è stata essenziale per gli scambi commerciali, sociali e culturali con il Mediterraneo e l’oriente. Congratulazioni a tutte le istituzioni e comunità che hanno collaborato con il Ministero della Cultura per arrivare a questo prestigioso traguardo. È un riconoscimento del valore della nostra storia e della nostra identità, dal quale può nascere una valorizzazione in grado di portare benefici economici ai territori interessati”.
L’antica Regina Viarum
La Via Appia fu la prima delle grandi strade di Roma realizzate con innovative tecniche che andarono ad affiancarsi alle vie naturali e che, ancora oggi, rappresentano una delle testimonianze più durature dell’Impero Romano.
Ideato per esigenze militari, il tracciato venne iniziato nel 312 a.C. dal censore Appio Claudio Cieco per unire Roma a Capua e poi esteso fino a Benevento, Venosa, Taranto e Brindisi, ponte verso la Grecia e l’Oriente.
Da subito, diventò una strada di notevoli comunicazioni commerciali e culturali, nonché un esempio per tutte le successive vie pubbliche romane.