Riapre al pubblico il soffitto vasariano delle Gallerie dell’Accademia di Venezia

Un vero gioiello dell'arte italiana è stato ricomposto dopo cinque secoli e messo in mostra

Foto di Ilaria Santi

Ilaria Santi

Giornalista & reporter di viaggio

Giornalista, viaggia fin da quando era bambina e parla correntemente inglese e francese. Curiosa, autonoma e intraprendente, odia la routine e fare la valigia.

Per chi visita Venezia da oggi in poi, c’è una grande novità. È stato inaugurato un nuovo luogo di cultura che merita assolutamente una visita. A cinque secoli dalla sua realizzazione, riapre al pubblico un vero gioiello italiano, il soffitto ligneo dipinto da Giorgio Vasari nel 1542 per Palazzo Corner Spinelli, sul Canal Grande, a Venezia è stato ricomposto integralmente proprio nell’anno delle celebrazioni dei 450 anni dalla morte del pittore, scrittore e biografo toscano.

Oggi finalmente viene riproposta la completa e, solo fino a qualche anno fa, impensabile ricostruzione del soffitto Corner, andato disperso nei suoi elementi sul finire del Settecento e che, a partire dagli anni ‘80, sono stati riacquistati, in Italia e all’estero, grazie al ministero della Cultura e, in particolare degli Istituti territoriali veneziani, per essere conferiti alle Gallerie dell’Accademia.

“La ricomposizione dell’opera di Vasari” ha commentato il ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano “aggiunge un tassello importante alla comprensione e alla lettura della storia dell’arte. Le tavole dipinte dal genio aretino possono finalmente essere restituite al pubblico”.

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Fonte: @Matteo De Fina
I dettagli del soffitto di Giorgio Vasari realizato per Palazzo Corner Spinelli a Venezia

Il soffitto ligneo, con le sue nove tavole dipinte – otto quelle recuperate – costituisce un capolavoro assoluto, che agevola l’influenza che l’arte manierista del Centro Italia ha avuto sui grandi artisti veneziani del Cinquecento e in particolare su Tintoretto, Tiziano e Veronese, che riprendono alcuni spunti e figurazioni di quest’opera.

Le Gallerie dell’Accademia presentano l’opera, inedita nel suo insieme e restaurata nelle sue parti componenti per l’occasione (gli unici frammenti al momento dispersi sono il quarto Putto con Tabella e due frammenti resecati dal comparto con l’Allegoria della Fede), in una sala interamente dedicata posta lungo la loggia palladiana e la espongono rigorosamente a soffitto, in un ambiente immersivo che ripropone fedelmente la camera di Palazzo Corner a cui era destinata, riportando il visitatore indietro nel tempo.

La storia del soffitto vasariano

Nel 1541, Giorgio Vasari giunse a Venezia e ottenne l’incarico di dipingere il soffitto a cassettoni di una sala, la cosiddetta camera nova, del palazzo che Giovanni Corner, appartenente a una delle famiglie più influenti e nobili di Venezia, aveva da poco acquistato dalla famiglia Lando sul Canal Grande.

Vasari realizzò una ricca composizione costituita da nove scomparti, corrispondenti alle cinque Virtù e a quattro Putti destinati agli angoli della sala, per un totale di 12 metri quadrati di tavole dipinte. Al centro, nel comparto rettangolare, si erge la Carità, a cui guardano, in un gioco di rimandi e sguardi, le altre Virtù: la Speranza e la Fede, sui lati più lunghi, la Pazienza e la Giustizia, su quelli più corti.

Fu intorno alla metà del Settecento che i pannelli vennero smontati dal soffitto di Palazzo Corner-Spinelli e trasferiti altrove. Sul finire del XVIII secolo cominciò infatti la vera e propria dispersione, che vide una lunga peregrinazione dei comparti divisi in collezioni private italiane ed estere. Le tavole di Fede e Speranza vennero addirittura ridotte di dimensione. Il primo reperto fu riacquistato dallo Stato nel 1980. Si trattava del primo frammento del Suicidio di Giuda destinato al Museo di Casa Vasari ad Arezzo. Dal 1987, cominciò la lenta, ma continuativa acquisizione del resto dell’opera, fino a oggi. “Un evento che pochi musei al mondo possono vantare”, ha spiegato il direttore delle Gallerie Giulio Manieri Elia.

Visitare il soffitto vasariano a Venezia

L’esposizione al pubblico della ricomposizione del celebre soffitto cassettonato arricchisce in maniera significativa il nostro patrimonio artistico nazionale e segna il punto di arrivo di un lungo e complesso percorso di indagini e acquisizioni durato oltre quarant’anni, esempio virtuoso della continuità di azione dello Stato per riunire le tavole disperse di questa opera fondamentale per la storia dell’arte. L’inaugurazione del 28 agosto aperta al pubblico prevede visite guidate a cura di restauratori e storici dell’arte delle Gallerie. Le Gallerie sono aperte tutti i giorni dalle 8.15 alle 19.15, il lunedì fino alle 14. Il biglietto intero costa 15 euro, il biglietto ridotto costa 2 euro (giovani 18 – 25 anni cittadini dell’UE e acquisto con 18app), mentre è gratuito per i minori di 18 anni. La prima domenica di ogni mese l’imgresso è sempre gratuito.