In queste ultime ore è tornato in primo piano il recentissimo decreto sul caro voli, un provvedimento preso a inizio agosto e che ha messo sul tavolo il divieto, per le compagnie aeree, di fissazione dinamica delle tariffe modulata in relazione al tempo della prenotazione. Tuttavia, i vettori non ci stanno perché si tratta, secondo alcuni di loro, di una misura illegittima (e non solo).
Per easyJet con questa misura aumenteranno i prezzi
La low cost easyJet, compagnia aerea britannica, sostiene che se il contenuto del decreto caro voli venisse confermato ci sarebbe automaticamente una riduzione dell’attrattività del mercato italiano per le compagnie aeree. Potrebbe sembrare una banalità, ma se tutto ciò accadesse non sarebbe da escludere la possibile riduzione dell’offerta e della connettività da e per gli aeroporti italiani e, di conseguenza, anche un incremento dei prezzi.
Per mezzo di comunicato stampa, la compagnia aerea ha fatto sapere che “il testo del decreto negli articoli di interesse, inoltre, contrasta con il principio di libertà tariffaria stabilito dalla normativa Ue, principio che negli ultimi decenni ha portato enormi benefici ai consumatori di tutta Europa, rendendo i voli accessibili a sempre maggiori fasce di popolazione. Ogni limitazione di questa libertà avrebbe come conseguenza una riduzione dell’offerta di trasporto aereo e della concorrenza tra compagnie nel mercato italiano, con grave danno per i consumatori, ma anche per il turismo e l’economia del Paese”.
La compagnia aerea britannica ha sottolineato anche che “stabilendo un tetto massimo per i prezzi dei voli, basato sulla loro tariffa media, il decreto causerebbe una riduzione dell’offerta e un aumento dei prezzi medi, rendendo i viaggi in aereo meno convenienti e meno accessibili per gli italiani, che invece oggi beneficiano di un mercato libero e altamente concorrenziale, con tariffe che sono tra le più convenienti nel panorama europeo. Il governo purtroppo rimarrà deluso quando scoprirà che l’effetto di questo decreto sarà di avere trascinato mercato e consumatori indietro di decenni, quando volare era un privilegio per pochi”.
Ryanair taglia le rotte sulla Sardegna
Non ci va meno leggera Ryanair, compagnia aerea low cost irlandese, che ha deciso di ridurre il suo operativo invernale per la Sardegna dell’8%, sempre a causa dell’introduzione del decreto del governo italiano che fissa un limite sui prezzi.
Sul sito della compagnia, infatti, si può leggere che sono state eliminate tre rotte nazionali per Trieste da Cagliari, tre rotte per Bari e Treviso (entrambe da Alghero) e sono state ridotte le frequenze su altre 7 rotte, compresi 6 collegamenti nazionali per Roma, Milano (Bergamo e Malpensa), Catania, Napoli e Venezia, oltre a Bruxelles Charleroi.
Il motivo di questa scelta risiederebbe nel fatto che, secondo i principi economici di base, l’unica soluzione per far sì che le tariffe tra la Sardegna e la Sicilia e l’Italia continentale siano più basse è aumentare il numero di voli offerti. Condizione che, secondo quanto la compagnia aerea ha dichiarato durante un incontro in Sardegna, il governo italiano starebbe ignorando in favore di politiche che non fanno nulla per aumentare l’offerta di posti tra le isole e la penisola.
La richiesta della compagnia è quindi quella di annullare questo decreto e dare in cambio priorità a misure che abbassino i costi di accesso e aumentino l’offerta di posti disponibili per i residenti in Sicilia e Sardegna.
Per WizzAir Il decreto sul caro voli è illegittimo
Non è diverso il pensiero di WizzAir, compagnia aerea a basso costo ungherese, per cui il presidente Robert Carey, in un’intervista pubblicata da Repubblica, ha definito questo decreto “illegittimo”.
Secondo il presidente, infatti, è un provvedimento che va totalmente contro i regolamenti dell’Ue, senza dimenticare che l’andamento dei prezzi cambia in base alla domanda, insieme ai costi che gravano sulle compagnie.