Il Castello del Catajo svela nuovi segreti rimasti celati finora

Da sabato 13 aprile 2024, il Catajo svelerà un segreto: un intero piano che ospita le stanze private dove gli Asburgo-Este vivevano la quotidianità

Foto di Flavia Cantini

Flavia Cantini

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Pubblicato: 24 Marzo 2024 13:25

Sono otto anni che il sontuoso Castello del Catajo di Battaglia Terme (Padova), una delle grandi regge europee che fu residenza di villeggiatura imperiale degli Asburgo, si mostra al pubblico in tutta la sua magnificenza: fino a oggi, infatti, i visitatori hanno potuto ammirare il monumentale Cortile dei Giganti, il romantico parco secolare e, soprattutto, il Piano Nobile con gli spettacolari affreschi di Giovan Battista Zelotti che raccontano l’epopea della famiglia Obizzi, capitani di ventura che costruirono il monumentale Castello nel XVI secolo.

Ma da sabato 13 aprile 2024, il Catajo svelerà, per la prima volta, un segreto: un intero piano, finora rimasto chiuso, che ospita le stanze private dove gli Asburgo-Este vivevano la quotidianità.

Eleganti ambienti neoclassici, sala da pranzo, camere da letto, sala da gioco affrescati con paesaggi e marine dell’Ottocento dal veneziano Marino Urbani, sono stati restituiti, dopo anni di restauro, ai loro fasti passati.

Il Castello del Catajo come non lo si è mai visto: le stanze private degli Asburgo Este

Sala da musica del Castello del Catajo, Battaglia Terme
Fonte: Ph Filippo Molena - Ufficio Stampa
Particolare della Sala da musica del Castello del Catajo

Edificato tra il 1570 e il 1573 alle pendici del Montenuovo su volontà di Pio Enea I degli Obizzi, condottiero della Repubblica di Venezia, il Castello del Catajo dal 13 aprile raddoppierà il numero di ambienti interni visitabili: sono dieci i nuovi saloni che compongono il piano ritrovato.

Da sempre a uso privato, le sale “inedite” furono realizzate nel Cinquecento dagli Obizzi e vennero poi ristrutturate durante gli anni Venti dell’Ottocento dai successivi proprietari, la famiglia Asburgo Este, arciduchi di Modena.

Da aprile, quindi, sarà possibile scoprire non soltanto due interi livelli, ma anche due epoche e due dimensioni a confronto: il Cinquecento di rappresentanza al piano nobile, e le nuove stanze private dalle delicate decorazioni ad affresco neoclassiche al piano superiore, a opera del pittore veneziano Marino Urbani con vedute di pittoreschi paesaggi, marine con velieri e scene di vita agreste.

Le nuove stanze conservano tuttora intatta l’atmosfera e l’intimità degli spazi per la famiglia: sala da pranzo con il servizio da tavola di antiche ceramiche, sala della musica con un fortepiano di metà Ottocento, sala da gioco e camere da letto, tutte appaiono ancora vissute dai loro antichi proprietari.

E sono proprio questi gli ambienti in cui hanno abitato Francesco IV duca di Modena e la moglie Maria Beatrice di Savoia che amavano particolarmente il Catajo e vi soggiornavano per sei mesi l’anno. Ma sono anche le stanze dove l’arciduca Francesco Ferdinando d’Asburgo, erede al trono d’Austria, trascorse la sua ultima vacanza prima di recarsi a Sarajevo, luogo del noto attentato che scatenò l’inizio della Prima Guerra Mondiale. Egli stesso fece “ammodernare” alcune delle stanze negli anni Ottanta dell’Ottocento.

Gli affreschi ritrovati

Affreschi ritrovati del Castello del Catajo, Battaglia Terme
Fonte: Ph Filippo Molena - Ufficio Stampa
Particolare degli affreschi ritrovati del Castello del Catajo

Ma c’è di più: nel corso dello scrupoloso restauro degli ultimi due anni, il Catajo di Battaglia Terme ha fatto un altro regalo del tutto inaspettato, una scoperta che ha il sapore dell’eccezionalità.

In seguito ai saggi stratigrafici condotti in tutti gli ambienti, una prima stanza ha svelato la presenza di affreschi più antichi, poi coperti da un successivo strato di intonaco nell’Ottocento: sono state, così, riportate alla luce magnifiche scene a soggetto mitologico dipinte nel Cinquecento da Giovanni Battista Zelotti (autore dell’importante ciclo di affreschi del piano nobile).

Inoltre, sono tornati alla luce affreschi successivi, risalenti al Seicento, di un secondo autore ancora ignoto. In questo modo, le pareti della stanza (che fino a due anni fa erano dipinte di verde) oggi mostrano raffinate pitture che ritraggono Apollo e le muse, le tre Grazie, Venere e Sileno.

Il secondo ambiente interessato dai ritrovamenti è stato l’elegante scala a chiocciola che collega i due piani del castello, ridipinta grossolanamente a fine Ottocento e che invece nascondeva al di sotto, in perfetto stato di conservazione, affreschi più importanti sempre a opera dello Zelotti, che riproducono marmi, balaustre e festoni floreali.

Negli ultimi decenni, in Veneto sono stati molto rari i ritrovamenti di affreschi coperti di tale pregio e in così vasta superficie: ciò rende le scoperte del Catajo davvero eccezionali e di grande importanza storico-artistica.