“Com’è umano lei!” Il ragionier Ugo Fantozzi non è solo un’icona della comicità italiana, ma anche il protagonista di una saga cinematografica che, tra esilaranti disavventure e satira sociale, ha attraversato l’Italia degli anni Settanta, Ottanta e Novanta. Alcune delle scene più celebri dei film di Paolo Villaggio sono state girate in luoghi reali, molti dei quali ancora riconoscibili. Visitare queste location oggi è un viaggio nella memoria, tra nostalgia e curiosità.
Indice
Chi era Fantozzi
La saga di Fantozzi racconta, in chiave comica e grottesca, la vita di un impiegato sottomesso, sfortunato e servile, alle prese con una quotidianità lavorativa e familiare fatta di umiliazioni, assurdità e piccole tragedie. Ideata e interpretata da Paolo Villaggio, la saga nasce negli anni Settanta e diventa un vero fenomeno culturale in Italia. Attraverso le (dis)avventure di Fantozzi, i film offrono una satira feroce della burocrazia, del capitalismo aziendale, della mediocrità borghese e della società italiana del dopoguerra.
Fantozzi è un personaggio che incarna il “dipendente medio” sempre vessato dai superiori, incapace di ribellarsi, ma anche goffamente umano, con slanci di ingenuità, sogni mai realizzati e un’irresistibile comicità involontaria. Nel corso della saga, ambientata tra uffici grigi, viaggi aziendali fallimentari, feste ridicole e sport umilianti, Fantozzi diventa lo specchio tragicomico di un’Italia che cambia, ma in cui il “ragioniere” resta sempre al suo posto, tra sconfitte quotidiane e gag memorabili.

Le location di Fantozzi
Le location dei film di Fantozzi non sono semplici set, ma veri e propri luoghi della memoria cinematografica. Attraverso Milano, Roma, Genova e le Dolomiti, la saga ha raccontato con ironia e profondità le contraddizioni del nostro Paese, trasformando paesaggi urbani e naturali in simboli universali di una comicità intramontabile.
L’ufficio della Megaditta
La mitica “Megaditta”, regno incontrastato di cartellini da timbrare, riunioni assurde e capi spietati, è uno degli scenari più iconici dell’universo fantozziano. Simbolo della burocrazia opprimente e della vita d’ufficio senza via d’uscita, questo luogo immaginario prende forma nel corso dei film attraverso diversi edifici reali. Nei primi capitoli della saga, ad esempio, la facciata della Megaditta coincide con l’attuale sede della Regione Lazio, situata lungo via Cristoforo Colombo a Roma, un colosso architettonico che ben si presta a rappresentare il grigiore alienante del mondo lavorativo di Fantozzi.
In Fantozzi contro tutti, invece, la celebre scena degli impiegati che si lanciano dalle finestre per uscire prima del direttore è ambientata nella sede dell’ENEA, sul Lungotevere Thaon di Revel, non lontano da Ponte Milvio. Un edificio solenne che, nella comicità surreale del film, diventa teatro di un fuggi-fuggi grottesco ma incredibilmente umano.

La “Corazzata Potemkin” tra San Paolo e Villa Borghese
Indimenticabile la sequenza in cui Fantozzi e i colleghi fuggono dalla proiezione del film “La corazzata Potemkin” per andare a giocare una partitella di calcetto. La scena fu girata al campo sportivo dell’Istituto Tecnico Industriale Guglielmo Marconi, nel quartiere romano di San Paolo. La semplicità dell’impianto sportivo è rimasta immutata nel tempo, e ancora oggi è possibile riconoscere il muretto da cui si affacciano i personaggi. Una scena che ha saputo unire ironia e ribellione, scolpita nel tempo con la celebre frase: “Per me… è una cagata pazzesca!”.
Una frase che ancora oggi è entrata nel linguaggio comune e che nel film scatena l’applauso liberatorio dei colleghi, durato – come racconta la voce narrante – ben 92 minuti. Una scena che, tra satira culturale e comicità surreale, ha trasformato quella scalinata in un vero luogo di culto del cinema italiano. E, scolpita nella memoria, c’è la parodia della celebre scena della carrozzina del film russo che nella versione fantozziana cade sulla scalinata Bruno Zevi, proprio di fronte alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna, nei pressi di Villa Borghese. È qui che prende vita uno dei momenti più celebri del cinema comico italiano, reso immortale dalla dissacrante battuta nel Secondo tragico Fantozzi (1976), diretto da Luciano Salce.
La nuvola dell’impiegato tra Genova e la Liguria industriale
In una delle sequenze più surreali e poetiche dell’intera saga, Fantozzi viene inseguito da una nuvola carica di pioggia che lo colpisce solo a lui, ovunque vada. Quella scena, tragicomica metafora della sfortuna individuale, è stata girata lungo tratti dell’autostrada A7 in direzione Genova, in un paesaggio industriale ligure che accentua il senso di oppressione. La Liguria di Villaggio, sua terra d’origine, emerge qui in tutta la sua malinconica potenza: cielo plumbeo, capannoni, viadotti e quella nuvola beffarda che non lo abbandona mai.

Il condominio Fantozzi
La casa del ragionier Fantozzi è teatro di molte scene iconiche, tra cui la drammatica preparazione per andare al lavoro, tra sveglie notturne e scivolate in bagno. Nella saga cinematografica, Ugo Fantozzi vive in un tipico condominio popolare della periferia romana, diventato nel tempo il simbolo di un’Italia fatta di sacrifici, routine e sogni modesti. La sua abitazione riflette perfettamente la condizione dell’impiegato medio degli anni ’70, tra muri spogli e una quotidianità segnata da piccoli grandi disastri.
Le riprese esterne della casa di Fantozzi si sono svolte principalmente in via Giovanni Battista Bodoni 79, nel cuore del quartiere Testaccio, zona storica di Roma. A pochi passi da lì si trova anche il panificio che appare in Fantozzi contro tutti, dove lavora il personaggio interpretato da Diego Abatantuono. Un’altra scena memorabile, quella in cui Fantozzi salta al volo sull’autobus in corsa, è stata girata in una location diversa. Si tratta di Viale Castrense, proprio all’altezza del ponte della Tangenziale Est. Ancora oggi, su quel tratto di guardrail, resiste una scritta lasciata dai fan a ricordare l’incredibile (e tragicomica) impresa del ragioniere più famoso d’Italia.
La scarpinata aziendale in montagna
Tra le scene più celebri del secondo film della saga vi è l’escursione aziendale sulle Dolomiti, organizzata per dimostrare spirito di squadra e devozione alla ditta. Fantozzi, costretto a scalare cime innevate in camicia e cravatta, affronta la montagna con tragicomica goffaggine. Le riprese furono effettuate tra le vette del Trentino-Alto Adige, in particolare nei pressi di Cortina d’Ampezzo. Le stesse montagne che ospitano turisti e sciatori diventano qui scenario di fatica, freddo e umiliazione, come solo la poetica fantozziana sa raccontare.